Arrivato dall'Ajax nell’estate del 2019 - convinto forse anche dalle parole di Cr7 , dopo la finale di Nations League disputata tra Portogallo e Olanda proprio poco prima del suo approdo in bianconero - per 75 milioni di euro più dieci di bonus, dopo lo Scudetto conquistato al primo anno con Sarri, l'olandese l'anno scorso ha messo in bacheca Coppa Italia e Supercoppa con Pirlo, mentre in questa stagione la Juve dell'Allegri bis ha chiuso con zero titoli e i tentennamenti sul suo futuro si sono fatti sempre più evidenti soprattutto dopo aver giocato la migliore stagione da quando si trova in Italia. Infatti è uscita da pochi giorni la clamorosa notizia di una possibile rottura tra il giovane difensore centrale olandese e la Juventus davanti alle trattative per il rinnovo del suo contratto che scadrà nel 2024. Un notizia che ovviamente scuote l’intero mondo bianconero già colpito dagli addii dolorosi di Paulo Dybala e Giorgio CHiellini, oltre alle preoccupazioni derivanti dal fatto che la Juventus sembra assolutamente essere un cantiere aperto in cui tutti sono utili e nessuno indispensabile. Una vicenda che ovviamente delude i tantissimi tifosi bianconeri preoccupati dal fatto che perdere un giocatore chiave su cui si era puntato per la ricostruzione del reparto difensivo - a poco più di un mese e mezzo dall’inizio del campionato - possa avere delle gravi ripercussioni per il raggiungimento degli obiettivi fissati per la prossima stagione. A questo punto diventa logico chiedersi: ma come si è arrivati a questa “possibile” rottura tra il giocatore e la società bianconera?

QUANDO I QUARTI POSTI NON POSSONO BASTARE

"Guardo sempre a ciò che è meglio per me in termini di progetto sportivo. Il quarto posto consecutivo per due volte non basta, dovremo fare dei passi in quella direzione"

Queste le parole rilasciate da De ligt- solo qualche settimana fa - dal ritiro della nazionale olandese. Parole che lasciano pochi dubbi sul fatto che il difensore non sia niente affatto soddisfatto sull’andamento altalenante avuto dalla squadra bianconera soprattutto nelle ultime due stagioni. De Ligt era stato preso nel 2019 come futuro erede di Giorgio Chiellini e soprattutto per rendere la Juventus una delle squadre più forti d’Europa dopo che - proprio lui - la stagione precedente, aveva contribuito e non poco all’eliminazione dei bianconeri nel corso dei quarti di finale di Champions League giocati contro i sorprendenti lancieri dell’Ajax, poi fermati soltanto in semifinale dagli inglesi del Tottenham. Da metà maggio infatti la Juventus e l'entourage di De Ligt - rappresentato dal legale Rafaela Pimenta probabile erede del parco giocatori gestiti dal compianto ex procuratore Mino Raiola - vanno avanti ininterrottamente per cercare di trovare un accordo su un possibile prolungamento del suo contratto che scadrà soltanto fra due stagioni. L'ipotesi su cui si è ragionato, in questa frazione di tempo, è quella di un possibile prolungamento fino al 2026 con una clausola rescissoria destinata a salire a 140 milioni di euro, oppure di una sola stagione rispetto all'attuale scadenza (quindi 2025), con un ingaggio spalmato in più anni che attualmente ammonta a circa 8 milioni netti più bonus. La richiesta dellentourage del giocatore olandese invece è quella di abbassare la clausola rescissoria ad una cifra inferiore ai 100 milioni di euro rispetto a quella attuale di 120 che difficilmente verrebbe esercitata dai principali club europei. Durata, ingaggio e clausola rescissoria dunque i punti focali sui quali si è delineata la trattativa che attualmente non ha messo daccordo le parti, provocando una rottura che pone inevitabilmente il giocatore sul mercato già da questa sessione soprattutto per paura di perderlo a zero tra due anni dopo il grande investimento effettuato solo tre stagioni fa. D’altronde anche lo stesso giocatore, dalle sue parole ha fatto trapelare che inevitabilmente ci sia ancora molto su cui lavorare per trovare l'intesa totale su entrambi i fronti:

La Juventus è sempre un club che vuole e deve vincere. Personalmente questo è il mio anno migliore finora. In termini di minutaggio e di come ho giocato. Le trattative sono ancora in corso, per questo motivo quando sarà il momento deciderò se prolungare o se voglio guardare oltre verso nuovi progetti.”

Nuovi progetti che in questo momento lo vedrebbero lontano dalla Juventus e con un forte interessamento del Chelsea, soprattutto dopo l’addio di Rudiger passato al Real Madrid a parametro zero proprio alla fine di questa stagione. Il giovane difensore olandese sarebbe una richiesta specifica dell’allenatore tedesco dei Blues Tomas Tuchel, che proprio su De Ligt vorrebbe puntare per blindare e ricostruire la difesa del futuro. Si parla già di unipotetica offerta avanzata dalla squadra londinese alla dirigenza bianconera di circa 80 milioni di euro con linserimento di una contropartita tecnica, a scalare limporto del cash, a scelta tra Pulisic e lattaccante Timo Werner, che già avrebbe dato il suo assenso a un possibile trasferimento all’ombra della mole. Dunque una brutta gatta da pelare per la Juventus che inevitabilmente senza un accordo sul rinnovo sarà, costretta a cedere il giocatore proprio nel corso di questa sessione di mercato per non rischiare di perderlo a zero nel 2024 o addirittura venderlo a prezzo di saldo, proprio l’anno prossimo a fronte di una forte minusvalenza rispetto al grande investimento fatto nel 2019.

QUESTIONE DI DNA

La Juventus non è un mistero ormai da tre stagioni a questa parte ha perso il suo dna vincente, cioè quella sua capacità di saper vincere ad ogni costo, quella sua capacità di lottare su ogni pallone e soprattutto di non arrendersi mai anche quando la fine sembra vicina. Un dna scomparso dai radar da quando è arrivato Cr7 leader accentratore per eccellenza, che divora tutto e tutti e che sa spostare gli equilibri di una squadra - sia nel ben che nel male - e culminato con l’avvento di Maurizio Sarri, un allenatore che per caratteristiche e trascorsi storici non poteva evidentemente mai essere adatto per l’ambiente e lo stile Juventus. Ovviamente non può essere solo colpa di un grande campione come l’asso portoghese o dell’ex tecnico, se la Juventus non è più quella squadra schiacciasassi in grado di vincere nove campionati di fila e arrivare a disputare due finali di Champions League nel giro di pochi anni; ma evidentemente il tutto è anche conseguenza della grande confusione societaria e delle scelte sbagliate fatte in questi anni, dai dirigenti bianconeri che ancora sembrano non essersi risolti del tutto se oggi si parla di un giocatore centrale come De Ligt in uscita in cambio di un quarantina di milioni di euro più il cartellino di un calciatore, con tutto il rispetto, modesto come Timo Werner. Ma non è questo il punto perché oggi sicuramente fare mercato e ricostruire una squadra da zero richiede del tempo, investimenti mirati e scelte logiche, infatti come detto precedentemente la squadra bianconera in questi anni oltre a perdere i propri campioni, ha letteralmente perso il suo dna da vincente sia fuori che soprattutto dentro il rettangolo verde, una cosa che non si può certamente comprare sul mercato e forse ben più grave degli ultimi disastrosi eventi. D’altronde anche Alex Delpiero qualche giorno fa durante un’intervista ha detto che alla Juventus manca proprio una figura alla Boniperti, cioè un uomo non solo competente da un punta di vista dirigenziale ma soprattutto dal” pugno di ferro” che era in grado di incutere timore ad ogni calciatore, passato dalla Juventus e che soprattutto sapeva incarnare e trasmettere quello “spirito juve” oggi andato disperso. Dunque in effetti non possiamo sorprenderci più di tanto se giocatori come De Ligt, alla fine, decidono di non rinnovare con la Juventus chiedendo la cessione perché anche lui, come noi tutti tifosi bianconeri, si sarà chiesto: cosa vuole essere questa Juventus da qui ai prossimi quattro anni? Qual è il progetto vincente di questa squadra? Quali sono gli obiettivi da raggiungere? Si vuole puntare sui giovani oppure a giocatori pronti con esperienza in grado di far vincere subito la Juventus? Cosa intende fare la società per cercare di vincere la Champions League? Domande a cui nessuno ha saputo dare realmente una risposta. Ciò che più colpisce è il silenzio di Andrea Agnelli, è lui insieme ai suoi dirigenti a doverci dare delle risposte che non sono mai arrivate, un silenzio assordante di un uomo a cui tutti i tifosi e la stessa Juventus devono tanto soprattutto in termini di riconoscenza che nel calcio dura come un battito di ciglia. E allora perché dopo questa deludente stagione il presidente non ha indetto alcuna conferenza stampa per metterci la faccia e spiegarci qual è il progetto della Juventus del futuro? Perché la Juventus non riesce a liberarsi del suo passato riprendendo in società vecchie conoscenze che già avevano fatto la loro storia in bianconero e quindi chiuso il suo capitolo? Perché la Juventus sembra essere indietro di mille anni rispetto alle sue concorrenti? Ma soprattutto perché la Juve non viene data agli Juventini? Forse è proprio questo ultimo punto che manca realmente alla Juventus, dei veri juventini che sanno cosa significa avere nel sangue il dna bianconero e che soprattutto sappiano trasmetterlo a chiunque varchi la soglia dell’Allianz Stadium quando si indossa quella maglia sul campo.

Ancora non sappiamo cosa accadrà da qui ai prossimi mesi e se la Juventus sarà in grado di costruire una squadra competitiva in grado di competere per lo scudetto l’anno prossimo e disputare una buona Champions League però quello che mi sento di dire e che sono molto felice di rivedere in società gente come Paolo Montero, neo allenatore delle primavera, uno che incarna perfettamente il dna bianconero e che può insegnare ai ragazzi cosa significa scendere in campo con quella maglia addosso. Perché ripeto la Juve va data agli juventini e chi non lo è o chi non ha più a cuore la Juventus abbia il coraggio di farsi da parte, perché li fuori da qualche parte abbiamo un “capitano” pronto a tornare più forte di prima.

Ciccio