Tanto tanto tempo fa, in un paese lontano chiamato Calciopoli... ehm no. Così suona male (maledetto Moggi!).
C'era una volta un mondo del Calcio in cui alla corte dei ricchi presidenti danzavano sul pallone bravissimi giocatori da ogni parte del mondo. 
Non esisteva la guerra, ma una sana competizione sportiva ed economica, per cui se ad un presidente piaceva molto un giocatore, mostrava subito la sua miglior offerta per accaparrarselo.
Poi un giorno, da un paese lontano, arrivarono dei loschi signori: i procuratori. Con inganni e incantesimi, convinsero i giocatori a seguirli ovunque loro gli avessero detto: in cambio di un piccolo obolo, gli promisero immense ricchezze.
I presidenti, inizialmente spaventati da questi forestieri, pian piano iniziarono a conoscerli, e accettarono la loro presenza.
Ahimè, come in ogni romanzo antico arrivò una pestilenza, lo Coviddodiciannove, che costrinse tutti presidenti a chiudere le corti e a non danzare più. 
Dopo molti mesi, alla riapertura dei portoni, il mondo sembrava ancora lo stesso, ma non era cosi....
I presidenti improvvisamente non erano più così ricchi, almeno non tutti, ma i giocatori famelici, non capendo la situazione, continuavano a volere soldi, sempre più soldi.
I presidenti allora gridarono aiuto al gran regno del calcio, e si confidarono l'un l'altro promettendosi sostegno alla luce del sole, ma... tramando la notte.
E fu così e i loschi procuratori, fiutando la crisi, iniziarono nottetempo a tessere terribili progetti per fare in modo che i giocatori uscissero dalle corti senza che i presidenti pagassero nulla.

Cari miei lettori, potrei andare avanti a raccontarvi questa favola, ma parlando seriamente, non è una favola ed è un gioco molto rischioso.
Quanto può pesare ad un Barcellona indebitato fino al collo, aver perso 180/200 milioni di mancata vendita di un Messi?
Quanto può pesare ad un Milan, aver perso 80/90 milioni di Donnarumma?
Ma quello che preoccupa di più è l'andazzo dei giocatori (e dei procuratori), che non rinnovano, attendono la scadenza e a prendere i soldi sono proprio quei procuratori che hanno archittato il non rinnovo.

I soldi, abbiamo capito, sono pochi, o meglio sono tanti in mano a pochi, ma il calcio non è fatto solo di Chelsea, City e Psg. E' soprattutto fatto di tutti gli altri club che con questo meccanismo, senza i fondi arabi o russi, rischiano lentamente di morire.

Il mio augurio è che le squadre italiane si diano una svegliata.
Più vivai e più stadi, nella speranza che la ripresa economica inverta questa tendenza e alla fine... vissero tutti felici e contenti.