È finita davvero l'epoca degli “dei” Cristiano Ronaldo e Lionel Messi? Questo è la domanda che tutti si pongono dopo l'eliminazione maturata, per entrambi, durante le gare valide per gli ottavi di finale di Champions League, di qualche settimana fa, rispettivamente contro Porto e Psg. Dopo quasi un ventennio, con le loro prodezze e il loro immenso talento, hanno incantato il Mondo vincendo tutto quello c'era da vincere oltre a fare le fortune dei club per i quali hanno lottato, e continuano a lottare, con grande sacrificio mantenendo sempre le aspettative anche nei momenti più difficili della loro grande carriera. Da quando hanno debuttato nel calcio che conta non si sono mai fermati, nemmeno per un secondo, battendo record su record, vincendo innumerevoli trofei oltre a riuscire a mantenere un livello di prestazioni sempre così costante, nel tempo, tanto da non accorgersi nemmeno di aver lentamente imboccato la strada che li porta dritti verso il viale del tramonto. Hanno dominato il calcio da assoluti protagonisti, in particolar modo, nell'ultimo decennio, accendendo una rivalità "sportiva", creata più dai mass media che dagli stessi giocatori, spingendoli ad andare oltre ogni loro limite. Saranno, quindi, pronti a lasciare il "trono" ai nuovi "principi" del calcio mondiale?

UNA SFIDA INFINITA CR7 VS MESSI
Non accadeva esattamente dalla stagione 2004 - 2005, quasi vent'anni fa, che messi e Ronaldo non riuscissero a giocare un quarto di finale di Champions League. Certo nel frattempo ne hanno fatta di strada e pure parecchia nell'arco di questo quindicennio; all'epoca erano soltanto due "ragazzini" con le stimmate del grande campione. Messi stava per diventare, poco più di un diciottenne, la stella del Barcellona sotto gli occhi di un grande Ronaldinho mentre Ronaldo, poco più di un ventenne, era ancora l'acerbo "purosangue" che Sir Alex Ferguson, al Manchester United, tentava di addomesticare nella speranza di farlo diventare uno dei giocatori più forti del Mondo. Oggi come allora Cristiano Ronaldo e Messi non lotteranno per vincere la Champions League. Eppure i due campioni agli avversari hanno lasciato soltanto le briciole in questa competizione prendendosi la scena da assoluti protagonisti in tutti questi anni. Numeri impressionanti dei due supercampioni soprattutto dal 2010 ad oggi in cui hanno monopolizzato di fatto il calcio: 255 gol in 330 presenze in Champions League, tredici volte capocannonieri della Champions, undici palloni d'oro conquistati, nove volte campioni d’Europa, sette volte campioni del Mondo per club, per un totale di sessantasette trofei vinti in carriera. Insomma delle vere e proprie leggende viventi difficilmente raggiungibili anche per chi, come Haaland e Mbappè, si sta preparando per prendere il loro posto. Una sfida infinita tra i due che si è sempre tramutata in nuovi record frantumati anno dopo anno facendosi, letteralmente, beffa degli avversari, ma in questa stagione dovranno rinunciarci. I due giocatori forse non si sono mai amati e nemmeno troppo odiati ma semplicemente rispettati tranne quando si è trattato di superarsi con nuovi record all'interno del rettangolo verde. Una rivalità perlopiù sfociata in un grande dubbio amletico che probabilmente farà discutere anche nei prossimi cinquant'anni: chi è il più forte tra Messi e Ronaldo? La, risposta, per me, è ovvia, nessuno dei due perché semplicemente non sono esseri umani ma dei veri e propri “alieni” provenienti da un'altra galassia. Tutto ciò che sono riusciti a fare loro in quest'ultimo decennio difficilmente potrà essere replicato da chi, prima o poi, conquisterà il loro "scettro del potere" spodestandoli definitivamente dal trono. In realtà sono due splendidi atleti, due grandi campioni, entrambi fortissimi e ognuno con caratteristiche molto ben diverse dall'altro. Ronaldo rappresenta il prototipo dell'atleta perfetto, un super uomo, una "biomacchina", un “terminator”, una potenza di muscoli e forza fisica costruita, nel tempo, a suon di sacrifici unita a grandissime doti di leadership e senso del potere capace di trascinare con il suo grande carisma i compagni di squadra che vedono in lui il leader da seguire sempre e comunque soprattutto nei momenti più difficili. Messi invece incarna la pura essenza del talento cristallino, meno leader carismatico rispetto al lusitano tuttavia con il suo carattere più umile è riuscito grazie all'immensa classe di cui è dotato a coordinare velocità, dribbling, senso del gol e rapidità nei movimenti come nessuno altro al Mondo. Semplicemente un giocatore "spaziale", di un altro pianeta capace di rendere possibile ciò che risulta impossibile anche in un "fazzoletto" di campo e con tanti avversari pronti a interrompere il suo cammino. Una rivalità tradottasi in una supercompetizione che li ha sempre spinti a migliorarsi per battere ogni tipo di record per prevalere l'uno sull'altro; simboli di un algoritmo matematico non scritto ma certamente esistente nella teoria: Non c'è Cristiano Ronaldo senza Lionel Messi cosi come non c'e Lionel Messi senza Cristiano Ronaldo. Le carriere dei due calciatori più forti del pianeta sono inesorabilmente legate tra loro come due poli opposti che si attraggono perché è quella voglia di migliorarsi quotidianamente per essere i numeri uno al Mondo, a qualunque costo, che ancora li tiene "vivi" a lottare per continuare a scrivere pagine indelebili di storia anche se la loro “corsa” si sta lentamente arrestando.

MBAPPE E HALAND INIZIO DI UNA NUOVA ERA O SOLITA ILLUSIONE?
Mentre Messi e Ronaldo cadevano sotto i colpi dei “nemici”, Mbappè e Haaland si prendevano la scena a suon di gol e prestazioni. I due giovani "campioni" rappresentano i "prototipi" del calcio moderno e si candidano "prepotentemente" come eredi designati di Cristiano Ronaldo e Lionel Messi dopo 15 anni di dominio incontrastato. È l'inizio di una nuova era? Difficile poter dare una risposta certa anche perché nel corso del tempo si è sempre parlato di nuovi "Messi" o di nuovi "Ronaldo" che non sono riusciti minimamente a scalfire il predominio dei due giganti se non per un brevissimo periodo; certo adesso la questione è diversa i due "ragazzini" terribili viaggiano con dei ritmi spaventosi tanto da riuscire a superare anche gli stessi Ronaldo e Messi quando avevano, più o meno, la loro età. Basti pensare che Haaland è già capocannoniere in questa edizione della Champions League con 10 reti messe a segno in totale in sei partite, ha timbrato il cartellino in tutti i match europei giocati, in questa stagione, nel quale è riuscito addirittura a realizzare quattro doppiette consecutive diventando uno dei pochissimi giocatori a riuscirci. Per un totale di sole 14 partite di Champions giocate, in carriera, con venti gol all’attivo. Per raggiungere questa cifra in Champions Messi ci ha impiegato esattamente 40 partite mentre Ronaldo addirittura 56. Non è certamente da meno l’altro fenomeno francese Mbappé che con la rete su rigore al Barça, nell’ultimo match di champions disputato, è riuscito a superare proprio Messi nel record di precocità nel raggiungere i 25 gol nella massima competizione europea, nella quale in questa stagione, ha già raggiunto le sei reti coadiuvate da tre assist. Cifre e numeri incredibili, che testimoniano l’evidente passaggio di consegne generazionale. Quindi è nata una nuova "rivalità" tra le due stelle “next gen”? E’ lo stesso Haaland a rispondere a questa domanda, ai giornalisti nel post partita con il Siviglia, il giorno dopo la tripletta di Mbappè al Camp Nou:
“È sempre bello segnare. Quando ho visto Mbappé realizzare una tripletta al Barcellona diciamo che mi sono motivato molto di più. Anzi, gli devo proprio dire grazie per la carica che mi ha dato… Io in competizione con lui? No, dico solo che l’ho visto segnare e questa cosa mi ha stimolato di più".

Certamente una "sfida" ancora troppo prematura per poterla definire tale, più frutto di una "forzatura" mediatica che di una vera e propria rivalità esistente visto ancora quello che devono dimostrare; ma hanno sicuramente la stoffa per poter diventare i futuri protagonisti del calcio mondiale da qui al prossimo decennio su questo non ci sono dubbi. Essi incarnano lo spirito dello sport "next gen" dove la "contaminazione di strada", come è accaduto per la formazione atletica di Ronaldo e Messi in tenera età, ha lasciato spazio a quella della "Z generation", "allevata" e sviluppata attraverso dei veri e propri laboratori "accademici" con tanto di tappe di crescita specifiche utili per la coltivazione del talento. Figli quindi di un calcio senza "fronzoli", di un sistema avveniristico generazionale ben progettato in cui l'atletismo, la fisicità, la cultura del lavoro e l'educazione calcistica vengono messi al servizio del talento e dello sviluppo dell'atleta oltre che dell'uomo a 360 gradi. Quindi addio alle belle storie di quei calciatori cresciuti ai margini della società in cerca di riscatto sociale che nel calcio hanno trovato la strada per emergere. Mbappè e Haaland sono figli del nuovo millennio, rappresentano il presente per come è stato costruito, sono pura modernità, il simbolo di un calcio super professionalizzato, dei giorni nostri, in cui non c'è più spazio per la retorica e l'amarcord ma solo per la cultura del lavoro e la cura dei dettagli. Loro sono l'inizio di una nuova frontiera del calcio mondiale, una sorta di "New Deal" dello sport in cui non importa solo vincere ma come lo fai e per chi lo fai. Sembrano essere gli uomini adatti, prima che calciatori, per traghettare il calcio nel futuro ma la domanda è ci riusciranno davvero?

THE SHOW MUST GO ON
Eh sì, lo spettacolo deve andare avanti! Il pubblico lo invoca a gran voce, non c'è spazio per il passato ma soltanto per il futuro e anche il calcio, così come il ciclo naturale della vita, ha bisogno di un ricambio generazionale per potersi proiettare verso un nuovo inizio così come è stato per Messi e Ronaldo quasi vent'anni fa. Il pubblico sovrano chiede una nuova "sfida" come quella che potrebbe nascere tra i nuovi “Signori” del calcio: Halaand e Mbappe. Lo sport è vita ma allo stesso tempo competizione e voglia di migliorarsi per vincere e in un Mondo sempre più globalizzato e soggiogato dalla tecnologia identificarsi attraverso dei nuovi idoli da poter seguire, con qualsiasi mezzo disponibile, fa bene allo sport e ai tifosi ma soprattutto al business, il vero “motore” del "football" dei giorni nostri. Il calcio per come si è evoluto nel tempo non è più soltanto un semplice sport ma è diventato un qualcosa di più sofisticato del solo "dare un calcio ad un pallone". Oggi il calcio è marketing, finanza, economia, politica, moda, tecnologia, tutto un insieme di cose che stanno a testimoniare come sia cambiato nel corso tempo questo splendido sport ed è per questo che il pubblico ha bisogno di identificarsi attraverso dei nuovi “eroi” che rappresentino il simbolo di questo cambiamento repentino del calcio futuristico. Ma i due nuovi “prodigi” sono davvero pronti a fare questo passo? Non mettiamogli subito questa grande pressione sulle loro spalle, facciamogli fare il giusto percorso, non cominciamo a paragonarli con Messi e Ronaldo o a caricarli di troppe aspettative che ancora non possono rispettare. Messi e Ronaldo alla loro età erano già due talenti fuori dal normale ma anche loro hanno avuto bisogno di tempo per arrivare dove sono adesso. Capisco che un passaggio di testimone, oltre ad essere fisiologico, sia anche necessario ma non creiamo una competizione forzata soltanto perché c'è fretta di dimenticarsi di Messi e Ronaldo come se niente fosse, solo perché il "business" lo richiede e lo impone. È vero lo sport, qualunque esso sia, ha sempre creato nella storia tanti dualismi che hanno animato i tifosi e soprattutto la rivalità attraverso una sana competizione, spingendo i protagonisti a migliorarsi per poter prevalere l’uno sull'altro tanti sono gli esempi: Gino Batali e Fausto Coppi nel ciclismo, Michael Schumacher e Mika Hakkinen in formula 1, Nadal e Federer nel tennis, Pelé e Maradona, anche se non hanno mai giocato nello stesso periodo, e infine Messi e Ronaldo nel calcio dei giorni nostri. Non facciamo diventare Mbappè e Haaland solo dei Business Man, abbiamo l’opportunità di ricreare un calcio nuovo e moderno, loro rappresentano quel famoso “treno” che sta passando e dobbiamo essere pronti a salirci su perchè perdere questa corsa significherebbe rimanere ancorati ad un passato senza futuro “THE SHOW MUST GO ON”: lo spettacolo deve andare avanti sempre e comunque!

Ciccio