In Italia il cognome Conte non smette mai di salire alla ribalta.
Tutto comincia da Antonio Conte che rianima una signora stanca e senza identità ridandole il proprio ego, aprendo un ciclo vincente che ancora oggi e' privo di macchie.
Tutto finì in fretta, con la delusione europea per colpa dell'osteria che cominciava a stare stretta. Da li' l'approdo alla Nazionale, un popolo ai suoi piedi per sognare in grande. Abbiamo sognato, ci ha illusi ma sul più bello abbiamo rosicato. Cose che capitano anche ai migliori, nessun rimpianto, il tentativo è stato apprezzabile.

Eccolo allora a Londra con la possibilità di comprare di tutto e di più, uno scudetto, qualche delusione europea e fresca la vittoria in coppa inglese. Due successi per i blues non e' cosa da poco. Manca l'acuto che forse verrà cercato il prossimo anno ma Conte ha richieste e rappresenta il desiderio di tutti: Inter, Napoli, Arsenal tutti farebbero carte false.

Antonio l'abbiamo nel cuore tutti ma da oggi si parla anche di Giuseppe, sempre Conte, prossimo presidente del consiglio. Uno alla guida sul campo, l'altro del Paese. Conte sta diventando un'ossessione, un incubo, non lo dimenticheremo mai, politica e pallone vanno lasciati come mondi separati pero' questa omonimia è curiosa. Se il governo lo comandasse Antonio? Avrebbe i voti favorevoli? Il mondo del pallone sicuramente ci penserebbe, tutti forse per una volta vedremo lo stesso colore.
Forse no, la rivalità è troppa e non si puo' cancellare in due giorni.

L'Italia ha un Conte nel destino, da Giuseppe ad Antonio tutte le strade portano a Roma, passando da Londra.