Ma Nino Suarez non aver paura di tirare un calcio di rigore; non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore...

Francesco de Gregori - La leva calcistica del '68

 

Succede che nel calcio le idee sembrano dover essere per forza mutuamente esclusive.  La parabola delle opinioni non permette contatto tra i due rami, che lesti e inesorabili si sviluppano verso l'alto, tendendo tosti all'infinito. Si ragiona per estremi.

A dettare la linea, neanche a dirlo, sono i media. Essi offrono le loro impressione alle masse le quali, come per innato pragmatismo, si sentono in dovere di prendere una posizione netta di fronte alla realtà; la vecchia storia delle scale di grigio sembra non avere chance nel mondo calcistico.

Ecco dunque spiegato il linciaggio in corso nei confronti di Luis Suarez, reo di avere calciato male il primo rigore della serie uruguagia nel tardo pomeriggio di Salvador de Bahia. Poco importa se quel maledetto tiro dagli undici metri sia costato caro a giocatori del calibro di Baggio, Messi e Trezeguet (solo per citarne alcuni): le strofe di de Gregori sembrano valere per tutti, tranne che per l'attaccante uruguagio.

Beninteso: il Pistolero Celeste ha disputato tutt'altro che una grande coppa. La sua condizione fisica è parsa fin da Uruguay - Ecuador poco adatta a una competizione sì dispendiosa, sia per l'intesità delle contese, sia per la calura brasiliana. Certo, sarebbe bene ricordarsi che Suarez ha dovuto convivere tutto l'anno con un infortunio al ginocchio, nonostante il quale non ha praticamente saltato alcuna partita in maglia blaugrana; ma non si può certo considerarlo come alibi, dato che l'astio nei suoi confronti ha radici ben più profonde.

Il rigore sbagliato, infatti, è stata solo la causa scatenante, la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso di Pandora: Come non ritornare costantemente indietro al mondiale 2014, quando Suarez morse Chiellini sul collo? Come non ricordarsi delle sgradevolissime affermazioni e azioni razziali messe in scena nei confronti di Evra, quando ancora il Pistolero giocava dalle parti di Liverpool? Tutte colpe (su questo sì, siamo d'accordo) che l'hanno reso inviso all'opinione pubblica.

Eppure, io non riesco ad odiarlo, e me ne innamoro ogni qualvolta  fa una prestazione degna della sua nomea. E accade molto spesso, più di quanto coloro che lo conoscono appena vorrebbero far credere. Trovatemi voi un centravanti del genere: piedi sopraffini, un portento di testa, fisicità impressionante, veloce, intelligente, furbo. 

Che vi piaccia o no, le pantomime che spesso mette in scena, il continuo conflitto ricercato con avversari e arbitri, la strafottenza di molti suoi atteggiamenti, non sono nient'altro che la vostra tanto amata (e ormai bistrattata) garra charrua. Metteteci anche le lacrime: tutto rientra nel suo essere uruguagio, leader e fuoriclasse.

 

Non pensare di essere solo al mondo, Luis, anche in questi momenti dove è lo stesso che sembra crollarti addosso: in me troverai sempre un accanito sostenitore, convinto che tu sia uno tra i migliori centravanti della nostra epoca.

 

Davelog