Raramente i tifosi della Juventus sono stati così concordi e parimenti entusiasti nel definire un’operazione in entrata come quella che nelle ultime ore si sta delineando all’orizzonte. Matthijs de Ligt, 20 anni il 12 agosto, sembra proprio mettere d’accordo tutti.
Lo sbarco a Torino di CR7 undici mesi fa ha segnato un solco indelebile nella storia juventina. Se prima Madama si ergeva a società modello tra le italiane, l’acquisto dell’asso portoghese ha issato i colori bianconeri sul podio dei migliori club europei in termini di fascino e ambizione.
È pur vero che, quel lontano 10 luglio 2018, una infinitesima frangia del tifo nostrano, in maniera palesemente sprovveduta, nutriva i soliti e ridondanti dubbi sull’affare Ronaldo: troppi 100 milioni per un 33enne – come se li dovessero tirare fuori di tasca propria, troppi 30 milioni a stagione – idem con patate, cosa ne sarà degli altri, e avanti di questo passo.

La noiosa cantilena degli eterni insoddisfatti, tuttavia, sembra essersi chetata nei confronti di De Ligt. Sarà la giovane età, saranno le prestazioni offerte tanto in maglia Orange quanto con i Godenzonen, ma il centralone olandese continua a ricevere attestati di stima e piogge di complimenti da ogni direzione, riuscendo persino a obliare (ma non azzerare, beninteso) le eterne discussioni sul costo di cartellino e stipendio.

La verità è che la Juventus, all’atto dell’acquisto di Ronaldo, ben sapeva che quello sarebbe stato un punto di partenza, e non di arrivo. Perché la fame vien mangiando: e quindi, mentre altre società si arrabattano nell’acquistare 5-6 giocatori ogni stagione, ripartendo ogni anno da certezze pari a zero ma con il bagagliaio pieno di proclami e buone intenzioni, la Vecchia Signora sa che il suo miglioramento passa per uno, massimo due affari, dal peso specifico del piombo. In quest’ottica va letta l’operazione De Ligt, congiuntamente ai 70 peperoni richiesti dai Lancieri: di buoni giocatori ne è pieno il mondo, di grandi ce ne sono pochi; i grandissimi si contano sulle dita di una mano, soprattutto nel reparto difensivo. Certo, la Juventus potrebbe "accontentarsi" di tappare il buco lasciato da Benatia prima e Caceres poi scommettendo su Romero o Demiral, oppure assicurandosi un difensore dall'indubbio carisma e con una profonda conoscenza del calcio italiano come Manolas; la realtà è che nessuno di loro migliorerebbe un reparto quasi impossibile da rimpannucciare. In quest'ottica, il sacripante olandese è l'operazione più logica, considerando inoltre che la casacca bianconera viene attualmente indossata a fasi alterne da Daniele Rugani, che agli occhi di molti tifosi rimane tutt'oggi una promessa nonostante i 5 (!) anni in più di Matthijs.

I grandissimi si contano sulle dita di una mano, e de Ligt è senza dubbio uno di loro: sottrarlo alla concorrenza di potenze mondiali come Barcelona, PSG e Bayern Monaco, sarebbe, neanche a dirlo, il de Ligt Perfetto.