Quando si parla di calcio riscontriamo, solitamente, tra gli ascoltatori la genesi di due fazioni: quelli che reputano questo sport sopravvalutato e gli altri, per i quali “il pallone” può assumere anche le condizioni di ragione di vita. Naturalmente, da appassionati, spalleggiamo i secondi.
Perché il calcio è, come dice qualcuno, la cosa più importante tra le cose meno importanti, molto più di un gioco ma fenomeno sociale: quando miliardi di individui si preoccupano di un’attività, questa cessa di essere irrilevante, diventa valore dominante impattando la vita delle persone.

Come pronunciò Cerezo: “Il calcio è felicità, gioia di vivere. Il calcio è riso con i fagioli”. Un piatto che mette allegria, che stimola la nostra fantasia. E, andando oltre il campo, non c’è nulla che muove l’immaginazione come il calciomercato. Da Parigi a Buenos Aires, da Birmingham a Palermo, i tifosi di tutto il mondo aspettano le trattative di mercato per poter sognare, poter credere anche solo per un attimo che la propria squadra stia costruendo un undici vincente o che il giocatore amato possa vestire la maglia del cuore. Partendo da questi presupposti ci prendiamo la briga di fare il mercato per la prossima stagione di A: squadra per squadra, acquisto per cessione.

Le prime della classe
Le prime delle classe, Juventus e Atalanta, vivranno la prossima sessione di calciomercato in maniera naturalmente differente. La società di Percassi avrà il difficile compito di mantenere i propri campioni e, allo stesso tempo, la competitività, per far si che gli orobici possano fregiarsi negli anni dello status raggiunto sotto la guida Gasperini. I bianconeri, dal loro canto, dovranno, se Sarri sarà confermato, rendere al proprio allenatore una squadra che abbia le giuste caratteristiche per il suo gioco, altrimenti lo champagne a Torino non lo berranno mai e nel bicchiere non resterà altro che un bianco secco e acido.

Juventus
Tanti sembrano essere i giocatori che diranno “au revoir” alla Vecchia Signora. Tra i principali indiziati c’è Douglas Costa. Il brasiliano è il classico bello che non balla. Il suo potenziale è spropositato ma restituisce l’immagine di una Rolls Royce lasciata a marcire in un fienile tra le galline. Il tecnico di Figline, per quanto lo apprezzi, lo ha utilizzato pochissimo e sempre a partita iniziata. È un game changer dicono, sta di fatto che i numeri sono eloquenti solo 3 reti in 28 presenze quest’anno e un abbonamento vip all’infermeria. Se dovesse arrivare la giusta offerta o si presentassero le condizioni per uno scambio, lo lasceranno andare senza piangere alla stazione.
Oltre ad Arthur, almeno un altro acquisto sarà effettuato in mediana. Fallito l’esperimento Pjanic, che dal toccare cento palloni a partita in campo è arrivato a toccarne zero in panchina, si ricerca un metronomo. Il preferito è Jorginho, in quanto senza l’italo-brasiliano sembra che l’ex Comandante sia non altro che Batman privato del suo costume: un mortale. Abramovič, però, spara alto come stesse vendendo gas. Più probabile arrivare all’alternativa, un tulipano neroverde: Locatelli. Dubitiamo che l’ex Milan possa reggere sin da subito il peso di un centrocampo così prestigioso. Così avanziamo un nome dal profilo simile ma più esperto sotto il profilo internazionale: Bruno Guimaraes.
Il brasiliano è arrivato a Lione solo la scorsa stagione dall’Athletico Paranaense per circa 20 milioni. Qualcuno se ne sarà innamorato durante la Copa Sudamericana 2018. Ha grandi doti di passaggio, tanto che con la maglia dei transalpini detiene l’85% di passaggi riusciti. Bravo a svincolarsi dai compiti difensivi e inserirsi in avanti, è uno che riceve, scarica, si propone: un motorino e un accentratore di gioco. Anche in fase difensiva mostra letture interessanti, ripieghi e intercetti, forte di un fisico da granatiere e un discreto allungo. Valutazione pari, almeno, a 40 milioni.

Atalanta
Non ce ne vogliano i tifosi nerazzurri ma per Zapata è giunta l’ora di spiccare il volo e abbandonare il nucleo familiare. Bergamo l’ha svezzato, l’ha fatto crescere e diventare uomo, ora deve lasciarlo andare. La carta d’identità suona l’allarme, ricordando l’avviso delle campanelle scolastiche durante una prova antincendio. Per lui è un’ora o mai più. Diventerà solo “ora”. Il ragazzo non ha nulla da invidiare ai grandi centravanti in giro per l’Europa, nonostante abbia un fisico più da boxeur cubano che da calciatore, e merita grandi palcoscenici. Juventus, Inter, Atletico Madrid, il suo telefono va a vento.
Come psicologia ci insegna la scelta più saggia per sostituire una persona è ripiegare su qualcuno che ne è praticamente il contrario, solo in questo modo possiamo non correre il rischio di cercare nel nuovo arrivato le caratteristiche che amavamo dell’altro, salvo, poi, non trovarle e soffrire. Dunque per un colosso che va (Zapata), non c’è di meglio che accogliere un uccellino: Musa Barrow. Il ragazzo, che tanto bene ha fatto a Bologna, è ancora di proprietà bergamasca, urge rimpatriarlo e affidargli le chiavi dell’attacco. Ha corsa e a Bigon ricorda Cavani. Poi, di soluzioni fatte in casa Gasperini se ne intende.

Le milanesi (Inter e Milan)
Come si fosse all’interno del PD e non di due società sportive a Milano sembrava soffiare il vento del cambiamento, per alcuni è ancora così. In verità Conte non si muoverà dall’Inter, i teatrini degli ultimi mesi non sono altro che una brutta copia dello slogan con dieci euro non puoi mangiare in un ristorante da cento. Scegliere il pugliese come compagno di vita è come sposare una donna appassionata di gioielli, non per vezzo ma per vivere la competizione con le sue amiche più facoltose. Per quanto riguarda l’altra sponda del naviglio, anche lì le acque che dovevano trasportare un battello da Lipsia, rinfrescheranno solo i piedi di Pioli, che si è meritato la riconferma e magari l’opportunità di rendere la squadra un po’ più sua.

Inter
Ad Appiano Gentile, oltre che costruire una squadra all’altezza di Conte (il colpo Hakimi va in questa direzione), devono risolvere al proprio allenatore anche un equivoco tattico, nello stile chi rompe paga. A gennaio è arrivato Eriksen, un giocatore completamente fuori contesto tattico e ciò ha reso i piani di gioco meno fluidi di quanto fossero in precedenza. Per trovare al danese una collocazione in campo urge un sacrificio doloroso: o si lascia andare Brozovic (e sarebbe un errore) oppure Sensi (ma non avrebbe senso). Il croato è il vero cardine della squadra ma si sta guardando intorno perché ha capito l’antifona: in campo o ci va lui o l’ex Tottenham.
Per quanto riguarda il “calciomercato” in entrata, l’organico nerazzurro appare equilibrato in ogni reparto, principalmente arriveranno giocatori di secondo piano per rendere la rosa più folta ma il “colpo” sarà effettuato sull’out di sinistra per rendere l’undici completo. Asamoah e Biraghi non danno le giuste garanzie e Conte vuole un esterno dalle sembianze animalesche che possa mangiare il campo ad ogni urlo salentino. Il prescelto è Marcos Alonso, forte, poderoso, abile di testa e sui calci piazzati. Costo del cartellino 20 milioni, dovrebbe andare in porto.

Milan
Prevedere quello che sarà il mercato in Casa Milan, in questo momento storico, è difficile quanto indovinare i sei numeri fortunati dell’enalotto. Si pensava ad un’estate fatta su misura per Rangnick, ma il sarto dovrà riprendere le misure e preparare la stoffa per Pioli, il quale probabilmente non stava nemmeno pensando all’abito da sfoggiare per la sua occasione. Se dobbiamo immaginare un partente facciamo il nome di Paquetá, il brasiliano è divorato dalla saudade, basta guardarlo in faccia ed è un tuffo al cuore. Non escludiamo possa tornare al Flamengo, con un’operazione simile a quella Gabigol.
Per una mezzala che esce, una che entra. Dominik Szoboszlai sarebbe il colpo perfetto, guardarlo giocare ricorda l’epoca d’oro del calcio ungherese. Ha tutto per diventare un calciatore di livello assoluto: tecnico e intelligente, ha letture raffinate e un piede dolcissimo. Inoltre possiede sensibilità e senso di gioco associativo, perfetto per l’impianto rossonero. Ha gli occhi di mezza Europa addosso, tocca bussare forte alla porta del Salisburgo: 30 milioni per Dominik e una fetta di Sacher.

Mezzogiorno di fuoco (Lazio, Roma e Napoli)
Se alla Lazio, per la prossima stagione, i tifosi non potranno che chiedere altro di ritornare la squadra ammirata pre-covid, diverse saranno le aspettative dei supporter di Roma e Napoli, desiderosi, i primi, di ri-competere con gli odiati cugini, e i secondi di riassaporare l’ebbrezza falaghinesca che solo la speranza scudetto sa restituire.

Lazio
L’obiettivo della dirigenza biancoceleste sarà quello di fornire ad Inzaghi una squadra capace di affrontare una stagione da big. Negli ultimi anni la casa europea della Lazio è stata quella dormitorio delle piccole, se tutto andasse secondo i piani, dall’anno prossimo si dovranno fare i conti con un ambiente più esclusivo ed esigente, sia dal punto di vista fisico che economico. Per non correre il rischio di depauperare il lavoro del tecnico e svilire i giocatori, come accaduto nelle scorse settimane, andrà rinfoltita la rosa con 4/5 innesti.
Il tesoretto sarà ricavato, naturalmente, dalle cessioni. Tare, nelle ultime uscite, ha già svelato le carte: se arriva un’offerta allettante, cederemo. A fare per primo le valige potrebbe essere Milinkovic Savic, il serbo è il giocatore con più mercato e quello di più ampio respiro internazionale. Difficile che il prezzo del suo cartellino faccia per le casse delle italiane, ma, quando si parla di soldi, sbucano, come squali che sentono il sangue, gli sceicchi. Non a caso, giochiamo con le parole, la prossima casa del Sergente dovrebbe avere vista Tour Eiffel.
Capitolo acquisti: se c’è Tare a manovrare anche a letto possiamo andare. Il ds della Lazio è un mago del calciomercato, se fosse un giocatore di carte avrebbe sempre l’asso nel taschino, siederebbe al tavolo con pochi spiccioli e ne uscirebbe con i milioni. 7/8 (di milioni) dovrebbero bastare per assicurarsi le prestazioni di Giorgi Chakvetadze. Classe ’99 nato a Tbilisi nel pieno della Seconda Guerra di Cecenia, il ragazzo è un talento cristallino che svaria sulla zona sinistra della trequarti. Cresciuto nelle giovanili della Dinamo Tbilisi, ora è in forze al Gent. Ne sentirete parlare.

Roma
Ammettiamolo con grande chiarezza (questo rischio c’è, continuerebbe il premier Conte) cosa ne sarà della Roma lo sa solo Pallotta, o, forse, nemmeno lui. Certo è che la società naviga in acque sconosciute e prima di acquistare giocatori, rischia di dover essere prima, a sua volta, acquistata. Comunque calciomercato sarà anche nella Capitale giallorossa. A guardare la rosa gli esuberi sono numerosi, perché numerosi sono i bocciati da Fonseca. Due uscenti? Under, perché più che un crack sembra Godot, e Zaniolo, perché i buffi son troppi.
Senza soldi non si cantano messe, dunque senza una società forte non basteranno le preghiere per acquistare. Se si vorrà rendere la squadra adeguata almeno un rinforzo dovrà arrivare dietro, perché la difesa della Roma questo anno ha ballato che nemmeno John Travolta in Grease.
Un rinforzo allettante potrebbe arrivare sempre da Manchester, sponda United. I Red Devils, oltre ad essere tra i brand sportivi più famosi al mondo, sono anche i numeri uno nell’acquistare a gran prezzo giocatori che venderanno alla metà. Questa sorte potrebbe toccare a Eric Bailly, acquistato nel 2016 per 38 milioni dal Villareal, il forte centrale ha visto la sua carriera implodere sotto il cielo terso inglese. Con 15/20 milioni rappresenta un’occasione importante.

Napoli
A fare il passo più lungo della gamba, corri il rischio di spezzartela. Aurelio De Laurentiis lo avrà ben capito dopo il disastro ancelottiano, i tempi (e i giocatori in organico) non erano maturi per un allenatore manager che concedesse ampia libertà di scelta ai suoi uomini per proiettarli in un calcio fluido e responsabilizzante. Il risultato è stato quello di “sprecare” una stagione e un possibile titolo, perché i bianconeri così in difficoltà non si erano mai visti e gli azzurri avevano tutte le carte in regola per essere pretendenti al trono.
Per riprovare l’assalto alla corona si è scelto di ritornare sui propri passi, in ottica di una normalizzazione dell’ambiente. Via Re Carlo, si è passati ad un commissariamento, dalla tradizione di un Comandante ad un Sergente di ferro: Gattuso. Ringhio ha bisogno di soldati, non di alti in grado e la nuova faccia della rosa risponderà a questa necessità. Saluteranno molti senatori prima che il Senato crolli in stile antica Roma e qualche comparsa: via Llorente, Milik, Ounas, Callejon, Younes, Allan, Ghoulam, Koulibaly (?).
Ci si concentrerà su acquisti funzionali ad un gioco associativo. Principalmente si lavorerà su due slot: quello dell’esterno destro (vice Callejon) e della punta, per quanto Mertens possa essere magico ha gli anni di Cristo. Gattuso stravede per Bernardeschi e farebbe carte false per liberarsi di Milik e aggiudicarsi l’ala di Carrara in un sol colpo, ma Fede è appena entrato a far parte della Roc-Nation di Jay-Z che gli curerà i diritti d’immagine: a De Laurentiis non piace questo elemento. Più facile Under, vecchio pallino di Giuntoli. Per l’attacco Osihmen ci sembra il classico specchietto per l’allodole, come James la scorsa stagione. Quel treno per Yuma che non consegnò Rodriguez, potrebbe non portare a bordo nemmeno il nigeriano e magari nascondere in stiva una faccia nuova: Rafael Leao.

Le sorprese (Verona e Sassuolo)
Quando parliamo di sorpresa del campionato il nostro pensiero corre subito all’Atalanta, ma quale sorpresa viene da dire: sono anni che i bergamaschi mostrano tali prospettive di crescita. Il premio “effetto WOW” quest’anno se lo aggiudicano il Verona di Juric e il Sassuolo di De Zerbi.
Il problema è che l’effetto su citato dura il tempo dei fuochi d’artificio di ferragosto, in quanto dopo le botte, arrivano i botti di calciomercato, e i migliori sono portati via con un ratto delle Sabine. Parola d’ordine per gialloblù e neroverdi non restare con la polvere da sparo in mano. Gli scaligeri perderanno sicuramente: Kumbulla, Rrahamani, Amrabat, Pessina e Verre. La necessità è trovare profili simili, giovani, magari in prestito, di prospettiva e in questa prospettiva leggiamo l’acquisto di Cetin dalla Roma.
A Reggio Emilia non se la passeranno meglio, già serrano il castello per difendersi dalle orde delle fameliche big. Quasi impossibile sarà trattenere Boga pronto a gettarsi a braccia aperte dalle fortificazioni.  Dopo Demiral e Muldur, in entrata Carnevali potrebbe attingere ancora dal serbatoio turco. Interessa il 2000 Atalay Babacan trequartista del Galatasaray, classico numero 10 e considerato uno dei migliori talenti turchi, pupillo di Fatih Terim che nel corso della passata stagione lo ha spesso fatto “salire” in prima squadra.

La terra di mezzo (non la regione dell’Arda ma Bologna, Cagliari, Fiorentina, Sampdoria, Parma, Torino e Udinese)
Tolkien l’avrebbe chiamata così la zona di classifica che coinvolge le posizioni dalla decima alla sedicesima. Ma, in effetti, per restare patriottici, meglio affidarci a Dante e vedere queste squadre come dannate: le vorrei ma non posso. Sopra tutte la Fiorentina, con l’arrivo di Commisso i tifosi pensavano ad un’annata luccicante quanto le stelle della bandiera americana, ma la Viola è stata strisciante: si è trasportata per tutto il campionato. Per la prossima stagione va rintracciato innanzitutto un nuovo tecnico e bisognerebbe abbandonare i colpi a sensazione, perché la prima non è mai rispettata. Si parla di Götze, ma è un giocatore finito da un bel po’: è un vinile trovato al mercatino dell’usato, funzionerà?
Di certo funzionerebbe Orsolini in una squadra di livello superiore, il ragazzo ci sa fare, ha tutte le potenzialità, tra i 20 e i 25 milioni il Bologna lo darà via, non ci fosse Berardi sarebbe bello vederlo agli ordini di De Zerbi. Un colpo in stile felsinei sarebbe Gignac, al Dall’Ara abbiamo visto spesso grandi bomber attempati ancora darci dentro, il francese sarebbe perfetto. Va in scadenza nel 2021, questa stagione ha siglato 22 reti in 32 partite, 126 in 220 da quando è al Tigres.

Sampdoria, Parma, Torino e Udinese
È vero che se hai Ranieri in panchina ti viene spontaneo chiedergli il miracolo, ma i santi non funzionano a comando. La Sampdoria ha una squadra che al momento non rispetta la storia del club, così come non lo sta facendo la società interessata più a vendere che a pensare al futuro. Che dire: Linetty è il giocatore con maggior mercato, richiamare Verre alla base sarebbe scelta buona e giusta (se dalle parte di Marassi sanno ancora prendere scelte simili).
Il bel Parma visto ad inizio stagione, come al solito, è atterrato male nel finale. Sarà perché comincia a sentire le ali venire meno? Andrà via Kulusevski e per Gervinho si parla di Benevento o comunque altro. Per riprendere a volare si pensa ad un altro prodotto del Galatasaray, nonché protetto di Terim, Yunus Akgun, esterno classe 2000, un giovanotto dalle belle speranze.
Giovanotto che non è più Andrea Belotti. Il Gallo è al momento di svolta. Dopo aver superato stagioni sfortunate che ci avevano fatto interrogare sul suo reale valore, ha ripreso a segnare e a sfoggiare un pedigree da ariete di livello. Cairo o non Cairo, Torino o non Torino, deve prendere la sua carriera in mano per non diventare vecchio e pensare: se avessi preso quel treno. Le voci dicono addirittura Real. Intanto i granata si stanno muovendo su un giocatore offensivo Arnaut Danjuma, olandese classe ’97 di proprietà del Bournemouth (valutazione 10 milioni), prometteva bene ai tempi del Bruges, oggi ricorda un po’ Niang. Voi lo prendereste?
Prenderebbero in molte De Paul, un altro che non potrà fare a meno di andare a vestire colori nuovi. L’Udinese ha perso il fascino degli scorsi anni, così come la fortuna di scovare talenti tra gli alberi come funghi, fatto sta che è scesa di livello. L’argentino è seguito da mezza Serie A, prezzo 20 milioni. In entrata potrebbe esserci Lucas Verissimo, 24enne difensore del Santos miglior difensore brasiliano del 2019. Sogna la Serie A ed è imbattibile di testa, nell’ultima stagione ha vinto circa 160 contrasti aerei (nemmeno Iron Man). Il cartellino (4/5 milioni) fa il caso dei Pozzo.

Serie A o Serie B (Genoa, Lecce, Brescia, Spal, Benevento e Crotone)
Chiudiamo con le squadre che galleggiano tra la A e la B, c’è chi già sa dove giocherà il prossimo anno e chi aspetta i verdetti come si aspettavano i quadri a scuola per agire di conseguenza.
Massima serie o meno, il Genoa perderà Pinamonti, Marotta si sta coccolando la valutazione del ragazzo per inserirlo come contropartita appena si presenti l’occasione, per sostituirlo Preziosi potrebbe farci divertire come faceva una volta, quando importava i giocattoli (funzionanti) dal sud America. Il pupazzo in questione è il “Pipa” Julian Alvarez, uno dei prospetti più interessanti del calcio argentino. Gioca nel River ed è già stato accostato a Juve, Barcellona e Real, ma ha un clausola da 15 milioni. Lo chiamano il Pipa perché è un mix tra Alario e il magro Higuain blanco.
In B non potrà ritornare Petriccione, qualunque saranno le sorti del Lecce, lui resterà in A, ha le stigmate per farlo e gli occhi addosso di tante italiane di metà classifica: promosso. Il Lecce potrebbe rifarsi con l’uomo che probabilmente la spedirà agli inferi: Lerager. Sete di vendetta.
A sete di diventare grande, e perché no, il nuovo Pirlo, Sandro Tonali che saluterà Brescia per una tra Inter e Milan. Se dovessero spuntarla i nerazzurri sarebbe consigliato che Cellino facesse la voce grossa in tavolo di trattativa per aggiudicarsi Sebastiano Esposito come contropartita. L’attaccante ha bisogno di farsi le ossa e potrebbe permettere ai lombardi di rivedere presto le stelle.
La Spal farà cassa cedendo Strefezza, è l’uomo con maggiore mercato, suggeriamo un altro ragazzo da svezzare per quanto riguarda le entrare: Millico. È lecito aspettarsi poi un colpo feticcio del Benevento, i campani ci hanno abituato ai no sense alla Frassica, potrebbe essere il turno di Nicklas Bendtner, già pronto ad esultare con mutande tricolore in vista.
Immaginiamo un grande ritorno quello di Florenzi in Italia in maglia Crotone, Alessandro è uomo d’amore.