Avete mai avuto dei rimorsi per qualcosa che avete o non avete fatto, che è successo o che non è successo? Io sì. Oggi, 3 settembre 2019, mentre ascoltavo Matteo Marani, ospite a Sky Sport 24, che ricordava Gaetano Scirea a 30 anni dall'incidente che ce lo ha portato via per sempre. In particolare, mi ha colpito una frase, un interrogativo interessante che si è posto: che ne sarebbe di Scirea oggi? La mia mente si è accesa.

Ho cominciato a pensare: Scirea, con il suo carattere e la sua intelligenza, avrebbe potuto fare qualsiasi cosa nel calcio. Avrebbe anche potuto cambiare settore. Avrebbe potuto sfruttare la sua laurea in letteratura. Scenario difficile, vista la passione che aveva per lo sport a cui ha dedicato tutta la sua vita. Prima di morire aveva cominciato ad allenare, era il secondo di Dino Zoff, con cui aveva condiviso le emozioni del 1982. Una coppia di campioni senza coppa dei campioni, verrebbe da dire. Il fatto che avesse cominciato ad allenare lo stesso anno del suo ritiro fa presupporre che avrebbe voluto intraperendere quella strada, il modo migliore per un ex giocatore per non sentire la mancanza del rettangolo verde. Da allenatore avrebbe saputo condurre le proprie squadre allo stesso modo in cui agiva da capitano della Juventus e da leader della Nazionale, senza imporsi duramente e sempre con il massimo rispetto per tutti. Facendosi ascoltare senza contringere nessuno a farlo. 

Concluso questo quadro, posso esporvi l'ipotesi che ho formulato: Scirea CT della Nazionale. Dei giocatori reduci dal mondiale di Spagna, solo Zoff ha provato a guidare l'Italia, ma ha resistito poco. Si dimise "per dignità", nonostante avesse conquistato la finale agli europei del 2000. Ho già parlato delle qualità di Scirea, e sono certo che sarebbe stato un grande allenatore, uno che avrebbe fatto la storia. E perchè non un grande CT? Immaginatevi Gaetano che solleva quella coppa. Il primo italiano a vincere un mondiale sia da giocatore che da allenatore, il suo nome accanto a quelli di Zagallo e Beckenbauer (anche se lui lo vince nel '90 da allenatore).

Ma non sono solo i trofei a fare il calciatore (o allenatore). Scirea è stato un esempio per il suo comportamento in campo. Basta sapere che in 16 anni di carriera non è mai stato espulso per capire che tipo di giocatore era. E anche l'uomo che è stato. Se pensiamo a lui come CT dell'Italia a lungo (lunghissimo) termine, alla Ferguson, immaginatevi la generazione attuale di giocatori italiani quanto ne avrebbe potuto beneficiare. Immaginate Cassano e Balotelli, giocatori simbolo quando si parla di talento sprecato, quanto avrebbero potuto beneficiare dalla presenza costante (in Nazionale s'intende) di una figura come quella di Scirea. Due giocatori che sarebbero potuti essere tra migliori al mondo, sfumati solo per il loro atteggiamento. 

Probabilmento sto esagerando, ma bisogna ammettere che qualcosa sarebbe stato diverso se Scirea non fosse stato in Polonia quel 3 settembre. E anche se con i "se" e con i "ma" la storia non si fa, questi possono essere modo per ricordare chi aveva tanto da darci ma che non ci è riuscito.