A chi fosse in cerca di una lettura semplice e appassionante, che tratti come tema principale lo sport più bello al mondo, senza entrare in discorsi tecnico-tattici che richiedono uno sforzo mentale maggiore, consiglio vivamente il romanzo che dà il titolo a questo articolo. Al centro del racconto ci sono storie e aneddoti che spiegano quello che è successo nel calcio nei suoi anni di storia, a partire dalla nazionale italiana durante il ventennio fascista fino al Milan di Sacchi, passando per la Roma di Liedholm e la Lazio di Chinaglia. A rendere più vivace il romanzo ci pensa la storia di sottofondo che ci prende e ci coinvolge, in uno stile che ricorda un po' una fiction televisiva. La presenza di una storia dietro agli aneddoti non è solo un modo per introdurre l'argomento principale (ovvero il calcio), ma è anche l'aspetto che rende il libro più accessibile a tutti e non solo a coloro a cui interessa principalmente dei racconti sul calcio professionistico.

Il libro comincia raccontando la storia del piccolo Diego e dei suoi genitori che, su decisione del padre, partono per trascorrere qualche settimana a Villalago, un paesino di campagna dell'Abbruzzo. Lì Diego incontrerà altri cinque ragazzi che, come lui, sono costretti a passare l'estate in quel posto sperduto. Con loro comincerà a giocare a calcio in un campetto vicino alla vecchia stazione del paesino. Ma un giorno, il pallone va a finire dentro un palazzo che si trova accanto al campetto. In quel palazzo ci abita un signore, chiamato "il Vecchio", che comincerà a raccontargli delle storie sul calcio. Questo cambierà la loro vacanza, e ogni pomeriggio si ritroveranno lì per ascoltare le storie del Vecchio, coinvolgendo anche le loro famiglie. Il gruppo comincia a frequentarsi e alla fine disputeranno un torneo di calcetto insieme, dove si metteranno in mostra tutti i lati, positivi e negativi, del gioco del calcio.

Come molti di voi lettori sapranno, l'autore del libro, ovvero Fabio Caressa, non è preso molto seriamente dalla maggior parte dei tifosi e degli appassionati. Non si discutono la sua grande intelligenza e la bravura nel fare il suo mestiere, ma ogni dichiarazione da lui fatta trova sempre molte opposizioni e dunque il suo personaggio pecca di credibilità davanti a molte persone. Dunque a voi che vi trovate in perenne disaccordo con le sue opinioni e che non acquistereste mai un suo libro proprio per questo motivo, dico solo che leggendo "Gli angeli non vanno mai in fuorigioco" potrete apprezzare Fabio Caressa in qualità di scrittore, che forse vi piacerà di più del Fabio Caressa opinionista. 

Concludo con un commento personale: interessante, piacevole, divertente e scritto bene. Questi sono i motivi per leggere questo libro e per donarvi un pizzico di piacere ogni volta che scorrerete gli occhi fra quelle righe. Per me è stato un viaggio. Un viaggio attraverso gli anni che mi ha dato la possibilità di scoprire quello che c'è dietro alla vita nel calcio professionistico e di come molti aspetti di quest'ultimo si siano evoluti nel corso degli anni.