Ha fatto abbastanza clamore la notizia di una “svolta epocale”, durante l’assemblea di lega di serie A tenutasi il 9 Settembre, in tema di assegnazione e gestione dei diritti televisivi del calcio nostrano attraverso la creazione di una “media company”. Una società, con private equity, che avrà l’obbiettivo di rilanciare il prodotto serie A, rendendolo appetibile sul mercato, attraverso l’attrazione di fondi di investimento esteri che entrerebbero a far parte della compagine societaria della lega italiana di calcio. Una decisione, presa all’unanimità dai vertici del nostro calcio in coesione con i presidenti delle squadre di serie A. Una presa di posizione importante di cui intende farsi, pienamente, carico il presidente della lega di serie A Paolo Dal Pino, che si pone come obbiettivo il rilancio del calcio italiano portandolo agli stessi livelli di premier league e bundesliga

Un progetto ambizioso

Il mio desiderio è quello di avere una Lega Serie A che diventi sempre più attraente per gli investitori che amano questo sport e considerano questo sport un business se gestito con una governance e una filosofia di gestione appropriate”. Ad affermarlo il predidente della Lega Serie A, Paolo Dal Pino, intervistato dal portale sportivo americano ‘The Athletic’.

Serie A diventerà, come si evince dalle parole di Paolo Dal Pino, una media company, ovvero una società che gestirà in proprio i diritti tv e che potrà garantire l’ingresso a fondi di investimento stranieri, dato che la lega non può autovendere i propri diritti. logica del progetto prevede che, la Lega di Serie A, sostanzialmente, venga frazionata in due parti, una che si occuperà, prevalentemente, di politica “calcistica” e che sarà gestita dai presidenti dei 20 club di serie A (insieme alla stessa lega calcio) e una seconda economica e finanziaria che verrà co-gestita dalla lega, dai presidenti dei club, con i relativi fondi di investimento.

Per l’adesione al progetto, attualmente, la lega e i presidenti stanno valutando le offerte di due cordate. Da una parte il gruppo Cvc, Advent e Fsi che offrirebbe 1,6 miliardi di euro e dall’altra la cordata Bain-Nb Renaissance che sarebbero disposti a mettere sul piatto 1,3 miliardi di euro un’offerta, complessivamente, più bassa ma con molti bonus e un minimo di margine garantito per la vendita dei diritti TV nel prossimo triennio. Con un piano di attuazione ancora tutt’altro che definito, i fondi con i loro capitali otterrebbero soltanto una percentuale di ingresso nella “newco” pari al 10%, una quota decisamente inferiore rispetto al 90% che la Lega vorrebbe mantenere sotto il suo stesso controllo.

Il progetto ha come obbiettivo quello di rilanciare il prodotto calcio attraverso la creazione di nuove piattaforme, nuovi prodotti e la fondazione di nuove sedi, gestite dalla newco, in tutti i paesi del mondo. Tutto ciò dovrà essere accompagnato dalla costruzione di impianti sportivi nuovi e dalla creazione di stadi di proprietà che garantiscano l’attrazione dei tifosi e soprattutto che rappresentino una vetrina per rendere appetibile il prodotto serie A nel calcio mondiale.

Un oasi nel deserto o una svolta epocale?

Un oasi nel deserto più che una svolta epocale direbbero i detrattori di Paolo Dal Pino, a causa degli evidenti allarmismi lanciati dai presidenti delle squadre di serie A che si ritrovano, oggi, a dover gestire delle società con dei bilanci in profondo rosso, con conseguente mancanza di introiti, causa pandemia covid-19.

Per gli scettici, quindi, la fondazione di una media company che gestisca e si occupi, allo stesso tempo, prettamente, del lato economico dei diritti televisivi, sarebbe soltanto una boccata di ossigeno che avrebbe il solo scopo di coprire i grossi buchi di bilancio provocati dal covid. Se così fosse, e onestamente non mi sento di escluderlo del tutto, il calcio italiano perderebbe l’ultimo grande treno che ha per rilanciarsi e diventare un prodotto di elite nel calcio mondiale.

 

Cosa cambierà per noi tifosi?

Cosa cambierà per noi spettatori è ancora toppo presto per dirlo, le incognite sulla buona riuscita del progetto sono, onestamente, molto elevate. E come se non bastasse, la legge Melandri obbliga, comunque, la Lega Calcio a pubblicare il bando per i diritti TV 2021-2024, che provocherà sicuramente degli scontri tra i vari broadcaster di non poco conto dove i tifosi potrebbero ancora pagare dazio.

Con l’arrivo dei Fondi di investimento, la rivoluzione attesa sui diritti tv, potrebbe indurre i tifosi a investire maggiormente, le loro risorse, per prodotti articolati e diversificati tra loro come servizi, contenuti e app che saranno gestiti, per la prima volta nella sua storia dalla Lega Calcio.

 

Un salto nel buio? Vedremo

La lega di serie A sembra davvero intenzionata ad effettuare una vera e propria rivoluzione calcistica a 360° per poter, finalmente, competere con i grandi del colossi del calcio mondiale come la premier, la bundes e la liga spagnola. Se ci riuscirà e ancora troppo presto per dirlo perché purtroppo la burocrazia italiana è il peggior nemico del tempo e in questa occasione il tempo sembra essere davvero denaro. La serie A si trova davanti ad un bivio continuare a brancolare nel buio o poter finalmente splendere di luce propria e permettersi di tornare, in tempi brevi, nel calcio che conta.