"Scrivo questo articolo a mò di congedo. Infatti ho deciso di non pubblicare più su questa community. Però ci tenevo a salutare tutti, soprattutto coloro che in questo mese mi hanno seguito, hanno commentato, sono stati motivo di riflessione. Non mi sembrava giusto smettere così, senza prima salutare. E ovviamente ringrazio le persone che curano il blog per avermi dato l'opportunità di mettermi alla prova, di confrontarmi con gli altri. Quindi, vi sottopongo un'ultima riflessione. L'avevo messa un attimo nel cassetto, perchè pensavo di pubblicarla su CM qualora ne avessi avuto l'opportunità. Poichè questa occasione non si potrà verificare, la posto nel Blog. Buona lettura."

A Cesare quel che è di Cesare: ma i problemi restano!

La stagione che è appena teminata ha confermato le qualità di allenatore vincente di Massimiliano Allegri. Non si vincono per caso, in Italia, 4 scudetti e 4 coppe italia consecutive, non si disputano 2 finali di Champions se non hai il carisma dei grandi. Allegri ha anche una qualità molto apprezzata dalle società: è un aziendalista, cioè sposa in tutto e per tutto il progetto del club, e ne condivide in pieno le scelte e la linea programmatica. Così, non lo abbiamo mai sentito puntare i piedi su questo o quel giocatore, non lo abbiamo mai sentito lamentarsi per la partenza di qualche big (e lui ne ha visti partire diversi). E anche oggi, al quarto double di fila, eccolo a colloquio con la dirigenza ad ascoltare le proposte del club sul rafforzamento della rosa. Unico vincolo che sembrerebbe aver posto è la necessità di non diminuire la qualità degli uomini a disposizione. Dopodichè, la società faccia le proprie scelte.

E Agnelli questo lo sa bene. Conte era andato via perchè la società non era stata in grado di accontentarlo nelle sue richieste più importanti, e scommettiamo che una delle ragioni più importanti, forse la più importante, per la quale Marotta ha conservata intatta la stima nei suoi confronti, è che Allegri non discute mai le scelte dei suoi dirigenti. E, in effetti, quale sarebbe la ragione di dover mettere in discussione l'operato della società? Da quando è andato via Conte, la qualità della rosa della Juventus è sempre migliorata, fino ad arrivare alla rosa della stagione appena conclusa, ritenuta da tutti gli addetti ai lavori, la migliore che la Juve abbia mai avuto.

Quindi, se fosse per Marotta, Allegri potrebbe restare a vita. Anche perchè, dal punto di vista strettamente professionale, il mister toscano ha dimostrato di essere uno dei pochi allenatori che in Italia riesce a gestire uno spogliatoio di campioni senza far venire mal di pancia eccessivi ai big. Ed è appunto la gestione degli uomini una delle caratteristiche migliori di Max. Fino a ieri, diciamo fino all'ultima di campionato, ero io il primo a non comprendere come potesse un allenatore come lui non sfruttare a pieno l'enorme bagaglio tecnico dei giocatori che ha a disposizione. Chi tra gli addetti ai lavori non ha affermato che la Juve gioca male, che avrebbe dovuto fare di più, che era obbligo non svilire in eccessivi tatticismi l'enorme potenziale tecnico a sua disposizione? Bene, fino alla conferenza stampa del prepartita di Juventus-Verona, ero tra i più scettici. Ma un elemento di quell'intervista ha indotto una riflessione più profonda. L'intervista è stata riportata ottimamente proprio da CM, che ha dato risalto a un'affermazione decisiva di Allegri, che cerco di riassumere. Allegri ha detto ai cronisti che, arrivati a un certo punto della stagione, è stato costretto a dare solidità alla squadra. E ha spiegato questa necessità col fatto che desiderava che la Juventus non arrivasse sfiancata al momento cruciale della stagione, che sarebbe coinciso con il mese di marzo, o cumunque da marzo in poi. Allegri ha più volte ribadito che, per una squadra come la Juventus, che rischia di giocare ogni anno 57 partite, è fondamentare dosare le energie, e visto che solo chi vince ha ragione, Max ha preferito sacrificare il bel gioco in nome dei trofei. Ed ecco arrivati in serie i trofei, reale obiettivo della società. E, a tal proposito, a conferma di quanto appena affermato, si ricorderà l'Allegri dei post gara parlare di giocare con pazienza, senza frenesie, senza la necessità di dover spingere sempre a tavoletta. In fondo, e ciò è condivisibile anche alla luce dei risultati ottenuti, la Juventus è sempre stata in grado di accellerare quando necessario. Ed ecco spiegata la necessità di sacrificare il bel gioco in nome di obiettivi più importanti: le vittorie. D'altronde, cosa è successo alla squadra che ha offerto il più bel calcio della serie A, il Napoli? E' rimasta prima senza la Champions, poi ha rinnegato la coppa Italia, infine ha perso lo scudetto sul più bello proprio in nome del bel gioco. Si potrà dire che c'è una differenza di rosa considerevole, ma si può tranquillamente affermare che Sarri ha giocato un numero inferiore di partite rispetto alla Juventus e, quindi sulla carta, ha sempre avuto più possibilità, più tempo per preparare le gare. Eppure, tutti sappiamo com'è finita. La Juventus ha vinto ancora, e a Sarri non è restato altro che riflettere sulle scelte operate durante la stagione.

Quindi, chapeau caro Max: alla fine hai avuto ragione tu. Perchè chi vince ha sempre ragione, ma i problemi esistono, e non si può non tenerne conto.

Allegri, in nome degli alti ideali (cioè vittoria, vittoria e solo vittoria) ha dovuto fare scelte che a molti giocatori non sono piaciute. In primis, mi riferisco a Gonzalo Higuain, che è arrivato alla Juventus convinto di segnare 50 gol in campionato (visto che si era congedato dal Napoli con 37 gol nell'ultimo torneo). Invece il Pipita si è ritrovato a fare il regista d'attacco, e ciò ha comportato un inevitabile insterilimento della sua vena realizzativa. E ciò al Pipa non deve essere andato giù. L'attaccante argentino è un cannibale dell'area di rigore. A Napoli era servito sempre in verticale; alla Juventus era richiesto a lui di verticalizzare, e spesso si è ritrovato lontano dalla porta. Risultato: Higuain segna la metà dei gol che potrebbe realizzare. Ma la Juventus vince, quindi Max ha ragione, e Gonzalo? 

Altro nodo importante da sciogliere riguarda Dybala. La Joya quest'anno ha giocato la sua migliore annata. Ha segnato una montagna di gol, se consideriamo che gioca a 40 metri dalla porta. Quante volte lo abbiamo visto ricevere la palla dai difensori? Dybala è un grande, davvero lo considero un Top Player proprio per questo: la capacità di giocare per la squadra, sacrificando le sue necessità di attaccante puro, e nonostante tutto con una vena realizzativa invidiabile. Ma più volte Allegri lo ha "maltrattato". Si ricorderanno gli screzi di inizio campionato, le esclusioni clamorose da alcune gare fondamentali. Dybala non ha mai dato sfogo alla sua frustrazione, anche perchè, come per Gonzalo, ha dovuto ammettere che più importante dell'ambizione del giocatore è la vittoria delle partite. Quindi, ancora Allegri è dalla parte della ragione.

Ma cosa accadrà la prossima stagione? perchè il Pipita sentirebbe la necessità di andare via? perchè sulla Joya si rincorrono da mesi le voci di un possibile addio? Non formulo altri esempi, ma ce ne sarebbero. Ma è innegabile che i giocatori che sembrerebbero più scontenti sono proprio i due migliori talenti. E allora, caro Max, non è tutto rose e fiori. I problemi esitono. La società afferma da sempre che Dybala è il futuro della Juventus, e afferma contestualmente "lunga vita al Conte Max": ma siamo sicuri che ciò sia compatibile?