Premessa dovuta, ci sono giornalisti che hanno vissuto l’avvenimento con il giusto distacco e lo hanno analizzato come di dovere. Un esempio, su questo sito, l’analisi di Borioni in Vivo X Lei, corretta (e lo segnalo con piacere, visto che ci siamo scornati fino a ieri, quindi non credo che qualcuno possa pensare che lo faccia per simpatia) e senza eccessi. Adesso, però, verifichiamo cosa è accaduto. La RAI si è indignata perché Marchisio, dicendo che la telecronaca sembrava fatta da un non vedente, ha mancato di rispetto ad un professionista ledendo la sua immagine. Ma chi è un giornalista ? Un giornalista è uno che, di mestiere, ha un profilo pubblico che opera dando opinioni e giudizi su fatti e persone. Quindi ci troviamo con una persona che, di mestiere, giudica, che accusa una persona del fatto di essere stato da lui giudicato. Come, giustamente, ha fatto notare Marchisio, quotidianamente i giocatori di calcio sono sottoposti ad una gogna mediatica che analizza ogni loro comportamento in campo e non: da come giocano a come si tagliano i capelli. Seguono le loro mogli, i loro figli, vedono quanto pesano, cosa mangiano, come si vestono, le foto che pubblicano, le amicizie che frequentano. La risposta, se uno prova a dire che è eccessivo, è che si tratta di un personaggio pubblico che prende un sacco di soldi per fare cià che fa e, quindi, deve sottostare a questa inquisizione continua. Il giornalista RAI che lavora per una TV pubblica e commenta le partite in televisione, invece, cos’è? Dovrebbe essere un professionista laureato, che ha passato un esame di stato ed è iscritto un albo. Dovrebbe avere un regolamento deontologico da seguire. Ma fermiamoci prima: commenta pubblicamente le partite di calcio in TV, per una TV pubblica. Una partita di calcio viene, normalmente, giocata da due squadre. Viene guardata da tifosi di entrambe le squadre. Trattandosi di un servizio pubblico, e non di un servizio provatamente offerto da una delle due squadre, dovrebbe essere un servizio imparziale. Già il fatto che il commentatore sia un ex giocatore di una delle due squadre in campo sarebbe una cosa da prendere in considerazione per valutare la correttezza dell’operato dei vertici RAI. Il giornalista, comunque, svolge un compito che, essendo pubblico e svolto in pubblico, e dovendo sottostare a certe regole (prima fra tutte, come detto, l’imparzialità) si espone ai giudizi di chi lo ascolta e, trattandosi di TV pubblica, paga, anche se solo indirettamente, il suo stipendio. Direi che ogni ascoltatore ha un diritto, oltre che riconosciuto dalla costituzione, anche dovuto dal fatto che la TV pubblica, sovvenzionata con i soldi degli ascoltatori, agli ascoltatori deve rendere conto del suo operato. Ma i giornalisti RAI si sentono al di sopra di ogni regola, legge o giudizio. Loro non ritengono di poter essere giudicati per il proprio operato. Forse perché credono di essere infallibili. Forse perché sono convinti che gli ascoltatori siano troppo stupidi per essere al loro livello e quindi debbano evitare di infastidirli. Forse perché quella scintilla divina che alberga nella loro mente e che gli permette di sviscerare telecronache degne dei testi immortali dettati sul monte Sinai non può essere confutata da normali esseri umani. Bhè, una cosa occorre dirla: chiunque (ma proprio chiunque) accenda un televisione e guardi un programma ha, non solo il diritto, ma il DOVERE di indignarsi se ritiene che lo spettacolo offerto non sia degno di quello che dovrebbe essere offerto dalla TV di stato. E i vertici della RAI dovrebbero prenderne atto, verificare e prendere provvedimenti al fine di evitare il reiterarsi di comportamenti ingiustificati e ingiustificabili da parte di professionisti, profumatamente pagati con soldi pubblici, che utilizzano il mezzo televisivo di stato come una loro proprietà privata. I cantanti vengono messi alla gogna dai giornalisti. I politici vengono messi alla gogna dai giornalisti. Gli attori e gli uomini di spettacolo vengono messi alla gogna dai giornalisti. Gli uomini di sport vengono mesi alla gogna dai giornalisti. Ma un giornalista incompetente o fazioso non può essere giudicato da nessuno. Perché, secondo i giornalisti, un giornalista non può essere incapace o fazioso. Bhè, sfatiamo questo mito: i giornalisti competenti e capaci sono pochi. Alcuni non lo sono e non lo saranno mai, altri devono ancora crescere. Quasi nessuno di quei pochi lavora in RAI, dove anche i capaci, forse perché si considerano arrivati, smettono di esserlo e diventano inguardabili. Occorre, quindi, dire che i vertici RAI, invece di indignarsi con Marchisio, invece di prendere la parte dei non vedenti (che hanno i propri organi e decideranno da soli come comportarsi con Marchisio), dovrebbero prendere atto del fatto che stanno, da anni, offrendo un servizio indegno per costi esorbitanti. Forse qualcuno dovrebbe iniziare a pensare ad una class action di coloro che pagano il canone nei confronti della RAI, perché siamo stufi di veder sparire i nostri soldi per pagare giornalisti collusi, ballerine che non stanno in piedi, comici che fanno piangere, cantanti stonati, anchor man faziosi. Basta !!! Se una cosa Marchisio ha sbagliato è nel dare del non vedente a Cerqueti o a Tramezzani. Doveva dargli solo dell’incapace, dell’incompetente e del fazioso. Si sarebbe trattato di una semplice constatazione.