Potrei parlare dei sorteggi, della polemica per il mancato premio a CR7, del potere politico del Real Madrid, dell’arroganza di Sergio Ramos, dello scarso peso politico delle italiane, delle difficoltà del sorteggio di Champions League, ma sarebbe tutto opinabile e strumentale.
Esiste, invece, una situazione fra il grottesco e l’assurdo che sta investendo il mondo dello sport professionistico, nello specifico del tennis, da ormai diversi anni.
E’ il caso di Viktoria Azarenka, nazionalità Bielorussa, numero 1 del Ranking mondiale fino al 2013. La nostra nasce a Minsk, dove inizia a giocare a tennis, nel 1989 e, a 15 anni, si trasferisce in Spagna. Dopo un anno finisce in Arizona. 
Nel 2016 annuncia di essere incinta e i giornali partono alla ricerca del padre del figlio. Viene identificato in quello che dovrebbe essere il suo compagno, un uomo che risponde al nome di Billy McKeague. 
Per cercare di capire cosa accade ora occorre cercare di capire anche chi sia realmente Billy. 
Billy nasce nel 1990 a St. Louis, dove il padre, Chase, ha una società di investimenti, la Chase and Company, di cui la madre è responsabile commerciale. Oggi i genitori di Billy risiedono alle Hawaii dopo aver venduto, nel 2006, la società che era stata della  famiglia per 86 anni, che viene acquistata dalla Chicago investment fund Frontenac Co. per circa 40 milioni di dollari. Billy Studia all’Università del Missouri, ma non si sa in cosa sia laureato. Durante il suo cursus gioca a Hockey, negli ultimi tre anni, ma durante l’ultima stagione gioca una sola partita. Il suo secondo interesse è il Golf e, dopo l’Università, lavora come istruttore di golf alle Hawaii. Informazioni scarne perché i suoi account sono privati e nessuno ha informazioni precise su di lui, e chi le ha non parla.
Billy conosce la Azarenka presso il golf club dove lavora durante una visita di Viktoria a Laird Hamilton, surfer professionista, e sua moglie, suoi amici. Dopo averlo conosciuto rimane incinta e compra una casa a Manhattan Beach, in California, dove risiedono Billy e il figlio, mentre lei si sposta avanti e indietro da Minsk, dove si allena, e in giro per il mondo, dove gioca i suoi tornei.
Ma per poco.
Il bambino nasce a dicembre del 2016. All’inizio Billy dice che si occuperà lui del bambino, ma a luglio 2017 vediamo la Azarenka a Wimbledon con suo figlio a bordo campo e nell’agosto 2017 i due si sono già separati e Billy ha intentato una causa a Viktoria per ottenere la custodia del figlio, custodia che gli viene riconosciuta da un tribunale di Los Angeles, ribaltata dal Tribunale di Minsk con una sentenza che è stata accolta negli USA a gennaio 2018 ma appellata da Billy.
Viktoria non ha la cittadinanza americana e, quindi, non può portare suo figlio fuori dagli USA. 
Non sarebbe un problema, se non fosse che la Azarenka si allena a Minsk e gioca tornei internazionali in giro per il mondo. Quindi a casa non c’è mai. Per tale motivo viene attaccata da Billy e dal suo entourage, che la dipingono come un mostro insensibile, arrivando ad accusarla di aver cercato di rapire il figlio.
Eppure Viktoria avrebbe anche proposto a Billy di seguirla col bambino, accettando di accollarsi tutte le spese, ma lui avrebbe rifiutato.

A questo punto Viktoria ha deciso di seguire il figlio, rinunciando al tennis.

Ad oggi gioca solo tornei negli USA, ma non ha più il suo staff, dimessosi in massa perché non ha senso seguire una giocatrice professionista che non gioca. Ha anche deciso di far causa a Billy per chiedere un risarcimento milionario. Ma intanto è una mamma ostaggio di suo figlio.
Si tratta di un modo orribile di presentare la cosa, ma così è.
E chi è realmente genitore sa che tutti siamo ostaggi dei nostri figli, ma ne siamo anche felici. Solo che, se Billy volesse usare (e forse lo sta facendo), il figlio per propri vantaggi personali, Viktoria (come forse è), sarebbe anche ostaggio di Billy. E nessuno ama essere ostaggio dei propri ex: si chiama violenza.

La normativa USA, non molto dissimile dalle varie normative nazionali di altri stati, aiuta Billy in questo. Forse Viktoria avrebbe potuto violare la legge, prendere il figlio e scappare a Minsk. Ma non sarebbe più potuta rientrare negli USA. Senza dimenticare, poi, il peso politico che gli USA hanno e che hanno sempre fatto pesare in queste situazioni.
Nel frattempo la Azarenka si è trasferta a Montecarlo, ma vive negli USA, dove gioca tornei interni e aspetta che i giudici definiscano cosa debba essere della sua vita. Soprattutto ha rinunciato alla vita che si era scelta, per riavere suo figlio.
Perché, alla fine, una mamma è sempre una mamma, anche se è una sportiva professionista. E le donne hanno questo privilegio che, però, nel mondo del lavoro, diviene un handicap. Un handicap ancora più marcato nel mondo dello sport professionistico. Un handicap devastante se guadagni tanto e diventi il premio nel mirino di qualcuno che vede in te solo la fonte di facili guadagni.

Forse una ricostruzione eccessiva e semplicistica, ma Occam ci insegna che a parità di fattori la spiegazione più semplice è da preferire.
E qui la spiegazione più semplice, ad un caso intricatissimo e di là dal risolversi, ci pare ovvia.