Il baby EuroMilan ottiene il massimo risultato col minimo sforzo.
Anzi, col minimo sforzo ottiene ben quattro risultati decisamente rilevanti e connessi tra loro.

Il primo, fondamentale, è quello della vittoria a Praga sul campo dello Sparta, nell'ultimo match del girone: un bel gol del solito Jens Petter Hauge, al termine della sua classica azione personale sulla corsia di sinistra con tocco di biliardo sul palo opposto, regola un avversario modesto che, nonostante fosse già eliminato e farcito di seconde linee, non ha lesinato sforzi alla ricerca di un risultato di prestigio. Stato di grazia assoluto per il giovane talento norvegese, al quarto gol stagionale ed artefice di un'altra prestazione convincente.

Secondo risultato ottenuto, derivante dal primo ma di più alto livello, è il primo posto nel girone: approfittando della sconfitta di Glasgow del Lille contro il Celtic per 3-2, i rossoneri firmano il sorpasso in testa alla classifica a quota 13 punti (frutto di quattro vittorie, un pareggio ed una sconfitta). 
Un sorpasso poco sperato dall'ambiente rossonero, considerato che gli scozzesi arrivavano al match in crisi e già ampiamente fuori dalla competizione, mentre i francesi hanno dimostrato una certa superiorità tecnica ed un apprezzabile stato di forma nel corso della stagione (si ricordi lo 0-3 di San Siro, unica sconfitta milanista del post lockdown nelle tre competizioni disputate). Primato nel gruppo che signica, in soldoni, presentarsi da testa di serie al sorteggio per i sedicesimi di finale, previsto lunedì mattina a Nyon: in tal modo, la banda di Pioli eviterà senza dubbio le nobili retrocesse dalla Champions League (su tutte, Manchester United e Ajax) e le altre vincitrici dei gironi (come Arsenal, Tottenham, Leicester, PSV Eindhoven), a vantaggio di un'urna che potrebbe essere benevola (ma occhio a squadre come Benfica, Salisburgo e Real Sociedad).

Il terzo obiettivo centrato da Pioli &Co. si concretizza nel turno di riposo concesso a tutti i big, in vista della partita di domenica sera in casa col Parma e, più in generale, del decisivo tour de force di fine anno solare (dopo i giallobù, Genoa, Sassuolo e Lazio nel giro di dieci giorni). E' sceso in campo un Milan giovanissimo, con ben quattro giocatori nati dopo il 2000 in campo (record assoluto nella storia del club). Dieci cambi rispetto al successo in trasferta contro la Sampdoria e novità in tutti i reparti: Conti, Kalulu e Duarte debuttano dal primo minuto in stagione (per il terzino ex-Atalanta c’è anche la fascia di capitano al braccio). Ritrovano spazio nell'undici titolare Dalot, Krunic, Castillejo. Attacco affidato ai baby Colombo (classe 2002), Daniel Maldini (2001) oltre al già citato e decisivo Hauge (1999): nel finale dentro anche Brahim Diaz (1999).  I titolarissimi Donnarumma, Romagnoli e Calhanoglu sono rimasti a casa; Ibrahimovic e Bennacer hanno proseguito a Milanello il percorso di recupero completo dai rispettivi acciacchi muscolari; Rebic, Theo Hernandez e Calabria hanno trascorso tutta la partita comodamente in panchina, mentre Kessie è entrato negli ultimi dodici minuti di gara a protezione del risultato. Venti minuti abbondanti per il rientrante Rafael Leao: approccio svogliato, come spesso accade, ma buon rodaggio in vista del campionato per l'attaccante portoghese.

Infine, quarto ed ultimo obiettivo del match, la valutazione positiva dei profili che hanno giocato meno in stagione. Prestazione super per Tatarusanu: dopo il pessimo esordio contro la Roma, il portiere al 92' compie il miracolo salva-primato. Serata tranquilla in difesa (buona prova sopratutto per il promettente Kalulu), Tonali continua a crescere, Colombo e Maldini hanno reagito bene alla responsabilità, Hauge migliore in campo a pari merito con l'estremo difensore rumeno.
Intanto è la diciottesima trasferta consecutiva senza sconfitte: non succedeva dal marzo 1993. Era il Milan dei record di Capello, quello dei 58 risultati utili consecutivi che si apprestava a vincere lo scudetto: questa parola può essere pronunciata?