Debitopoli, dopo Calciopoli, dopo Tangentopoli.
Il nostro bellissimo e assurdo Belpaese (citando il maestro Francesco Guccini) ha bisogno di uno scandalo in salsa economico-finanziaria di tanto in tanto, a cicli continui. 
La nostra narrazione ovviamente ha trovato subito fervidi oppositori: "sei sono un rosicone", mi dicono i più educati. Gli altri arrivano al "pagliaccio". Poi ci sono i più fantasiosi, i Roberto Baggio della Goliardia, che osano addirittura la profezia: "L'anno prossimo vi bastoniamo anche con la Primavera". Ma chi? Ma perchè? Ma cosa c'entra il campo con quello che succede fuori dal campo, nei corridoi delle banche e dei grossi istituti finanziari, oppure dei Tribunali, che è tutto vero, provato ed inconfutabile oltre ragionevole dubbio?
I bilanci stanno là, sono pubblici: andate e guardateli, leggeteli, magari cercate di capirli con l'aiuto di un amico che mastica argomenti delicati di questa specie.

Ma ritorniamo a noi, alla nostra narrazione: chi ha piacere continui a leggere ed io avrò piacere di rispondere a tutti i commenti (anche i più critici ed aspri, purchè coerenti ed educati), chi non vuole può ricercare qualcosa di più interessante negli infiniti meandri del web e (sopratutto) sulle bellissime pagine di www.calciomercato.com. Ce ne faremo tutti una ragione.

IL RE DELLE PLUSVALENZE. Sergio Cragnotti, astuto uomo di finanza romano, rileva la Lazio il 20 febbraio del 1992, dopo una lunga trattativa con il presidente Gianmarco Calleri e l'altro azionista di riferimento Renato Bocchi, per una cifra di 38 miliardi di lire: la storia del club biancoceleste sta cambiando radicalmente e per sempre.
Il giovanissimo Sergio vive la propria infanzia nella Roma della seconda guerra mondiale, sotto i bombardamenti e l'occupazione tedesca. Frequenta le scuole fino a diplomarsi all'Istituto Tecnico Commerciale "Leonardo da Vinci", ma non è uno studente modello e preferisce le corse campestri ed il calcio all'oratorio allo studio matto e disperatissimo. 
Laureatosi, ha la prima grande occasione della vita nel 1969, quando si trasferisce in Brasile per seguire tre fabbriche di cemento nella regione di Sao Paulo, facendosi conoscere come valente uomo di finanza ed entrando nell'orbita d'affari di Serafino Ferruzzi, grande magnate italiano. Negli Anni Ottanta, Sergio Cragnotti fa il primo vero botto: prima si trasferisce a Parigi, dove aggancia la Beghin Say, un'azienda del ramo zuccherifici su richiesta di Raul Gardini. Poi, sul finire del decennio, raggiunge il vertice della Montedison prima come vicepresidente, poi come amministratore delegato: lo ribattezzano il "Re delle plusvalenze", soprannome molto esplicito per indicare la sua indiscussa capacità di comprare società a poco e rivenderle a tanto.
Vende al raddoppio (rispetto al prezzo di mercato) i grandi magazzini Standa a Silvio Berlusconi, tratta con Romano Prodi la cessione di Eni, l'enigmatico Enrico Cuccia dice di lui: "Cragnotti sarebbe capace di vendere i frigoriferi agli eschimesi". Ma al di fuori dei mercati finanziari, non lo conosce praticamente nessuno, tanto più i tifosi della Lazio: lo conosce bene però Renato Bocchi, azionista del club, che nel 1991 lo presenta all'allora presidente biancoceleste Gian Marco Calleri.

UNA VITA PER LA LAZIO. Sergio Cragnotti, che aveva coltivato assieme al padre ed al fratello Giovanni la passione per la Lazio, entra in società in maniera defilata, rilevando una quota pari al 10%. Il suo biglietto da visita desta subito grande scalpore, andando ad acquistare, quando ancora non era entrato ufficialmente in società, il miglior giocatore inglese ed uno degli assi più grandi del panorama calcistico europeo dell'epoca: Paul "Gazza" Gascoigne.
La Lazio, che in quegli anni si barcamenava tra una salvezza e l'altra ed era reduce da diversi campionati di Serie B, ritrovava tra le proprie fila un top player mondiale, iniziando il lento programma di uscita dal tunnel della mediocrità. Solo il 20 febbraio 1992, circa un anno dopo, Calleri cederà tutte le sue azioni a Cragnotti che diventa ufficialmente Presidente della società, con il fratello Giovanni alla vicepresidenza e Lionello Celon come amministratore delegato.
Il nuovo patron comincia a costruire sin da subito una squadra importante, con fragorosi acquisti a suon di miliardi: arriva dal Foggia dei Miracoli di Zeman, per 11 miliardi di lire, l'attaccante Giuseppe Signori, mentre dalla Cremonese arrivano i tre nazionali Under 21 Dario Marcolin, Giuseppe Favalli e Mauro Bonomi, dall'Ajax il forte centrocampista e nazionale olandese Aaron Winter.
Per marcare al meglio il cambio di rotta, dopo aver spostato la sede del club a Corso d'Italia, Cragnotti cerca un terreno dove edificare un centro sportivo di proprietà, iniziando in contemporanea la scalata alla Cirio.
La squadra intanto ottiene la qualificazione alla Coppa UEFA, premessa per l'acquisto di nuovi campioni: su tutti Pierluigi Casiraghi, Roberto Di Matteo, il centravanti croato Alen Boksic, nonchè l'allenatore emergente Zdenek Zeman. Nel mezzo della bufera politico-finanziaria di Tangentopoli, anche il rampante Sergio viene arrestato per la maxi-tangente "Enimont", essendo rilasciato nel giro di pochi giorni.
La stagione 1993/94 porta alla Lazio il 4° posto ed al centravanti laziale Beppe Signori il titolo di capocannoniere. L'anno seguente i biancocelesti si piazzano addirittura secondi, mentre Cragnotti trova a Formello, a pochi chilometri da Roma, il luogo ideale per costruire un centro sportivo all'avanguardia.

UN'AQUILA NEL CIELO. Nonostante i grandi investimenti e l'arrivo in biancoceleste della Furia Ceca Pavel Nedved, la Lazio di Cragnotti dopo cinque anni non ha ancora vinto nulla: la svolta arriva nel 1997, quando il presidente (incassata la contestazione degli ultras per la cessione dell'idolo Beppe Signori) strappa alla Sampdoria il fuoriclasse Roberto Mancini ed ingaggia il quotatissimo allenatore svedese Sven Goran Eriksson. Il 29 aprile 1998, Cragnotti può sollevare il primo trofeo: la Coppa Italia, conquistata battendo in finale il Milan di Berlusconi, Fabio Capello e George Weah. Non riesce il bis pochi giorni dopo in Coppa Uefa: al Parco dei Principi di Parigi, gli uomini di Eriksson perdono la finale tutta italiana contro l'Inter del Fenomeno Ronaldo e di Gigi Simoni per un netto 3-0.

Questo primo assaggio di successo carica ancora di più la voglia di affermarsi ai massimi livelli calcistici  dell'inarrestabile Sergio: nell'estate 1998, dopo aver acquistato il controllo della sudafricana Del Monte ed aver reso la Lazio la prima squadra italiana quotata in Borsa, sbarca alla Lazio per la cifra-record di 50 miliardi di lire il bomber Christian Vieri dall'Atletico Madrid, insieme a campioni del calibro internazionale di Marcelo Salas, Sergio Conceiçao, Dejan Stankovic, Sinisa Mihaijlovic, Fernando Couto. Il 19 maggio 1999, Sergio Cragnotti può alzare al cielo il primo trofeo internazionale della storia laziale, battendo a Birmingham il Real Mallorca per 2-1 e conquistando l'ultima edizione della Coppa delle Coppe. Purtroppo il sogno tricolore sfuma proprio nel finale di campionato, quando i biancocelesti si fanno rimontare e sorpassare clamorosamente dal Milan, sprecando un vantaggio di nove punti nelle ultime sette giornate.

IN CIMA. In estate, Vieri viene ceduto all'Inter per 90 miliardi più Diego Pablo Simeone, mentre arriva dal Parma il centrocampista argentino Juan Sebastian Veron: la stagione 1999/00 inizia nel migliore dei modi, con la conquista della Supercoppa Europea ai danni del Manchester United a Montecarlo (1-0, gol di Salas). Ma è il finale a regalare le maggiori emozioni: all'ultima giornata, il 14 maggio del 2000, con la Juventus che resta impantanata nel fango di Perugia, la Lazio torna Campione d'Italia dopo 26 anni, battendo la Reggina per 3-0. E' festa biancoceleste: Cragnotti diventa l'idolo assoluto per un intero popolo che impazzisce per le strade della capitale.
Pochi giorni dopo la Lazio vince anche la Coppa Italia conquistando il Double, ovvero la vittoria nel campionato e nella coppa nazionale nella stessa stagione.
Agli albori della stagione 2000/2001, con l'arrivo di Hernan Crespo per la cifra-record di 110 miliardi di lire, la Lazio si aggiudica la Supercoppa Italiana ma non riesce a ripetersi per il titolo tricolore, ottenendo un deludente terzo posto finale. Anche in Champions League, le cose vanno meno bene del previsto.

SUL FONDO. Dopo i grandi successi ed i grandi acquisti a colpi di miliardi, il bilancio societario inizia a mostrare le prime preoccupanti crepe: l'amatissimo Cragnotti si vede costretto a vendere prima Pavel Nedved alla Juventus, poi addirittura il capitano e simbolo dell'universo laziale Alessandro Nesta al Milan.

I tifosi scendono in piazza, scatenando proteste ed incidenti durante un'amichevole precampionato: il giocattolo si rompe ed inizia un'amara fase discendente per la Lazio e, sopratutto, per il suo proprietario.
Nel 2002 il default dei bond Cirio costringe Cragnotti a lasciare tutte le sue imprese, compresa la Lazio, nelle mani delle banche: è la fine. Nel 2003 Cragnotti viene iscritto sul registro degli indagati dalla Procura di Roma con l'accusa di bancarotta fraudolenta, mentre nel febbraio del 2004 viene arrestato e rinchiuso nel carcere di Regina Coeli, venendo rilasciato solo ad agosto.
Sotto la sua gestione, la squadra capitolina ha ottenuto i successi più importanti della propria storia, a livello italiano ed europeo, vincendo uno Scudetto (1999-2000), due Coppe Italia (1998, 2000), due Supercoppe Italiane (1998, 2000), una Coppa delle Coppe (1998-1999), una Supercoppa Europea (1999), piazzandosi al secondo posto nella Coppa UEFA 1997-1998 e nei campionati 1994-1995 e 1998-1999. Il 5 luglio del 2011, Cregnotti verrà riconosciuto colpevole per bancarotta del colosso agroalimentare Cirio e condannato a nove anni di reclusione, insieme al genero Filippo Fucile (4 anni e sei mesi) e i figli Andrea (4 anni), Elisabetta (3 anni) e Massimo (3 anni). Nel dicembre del 2016 sarà assolto dall'accusa di bancarotta in relazione al crac della società Cisim Food, perché il fatto non sussiste. Nell'ottobre del 2017, la Cassazione annullerà la sentenza di condanna in secondo grado (8 anni e 8 mesi di reclusione) per il crac Cirio, rinviando ad un nuovo processo la vicenda Bombril: per quest'ultima la Corte d’Appello ridurrà la pena a 5 anni e 3 mesi.

Nel frattempo, la Lazio passerà a Claudio Lotito: ma questa è davvero tutt'altra storia.