Siamo giunti al quinto volume di questa nostra narrazione del mondo di Debitopoli, quando la classifica del campo verde coincide con quella del rosso di bilancio.  L'argomento è controverso, molti tifosi si sentono toccati nel vivo: come se la lettura dei numeri fosse una questione di fede calcistica e non di matematica. Diceva Francesco Zorzi, noto anche come Francesco Giorgio Veneto (1466 – 1540), religioso, teologo e filosofo italiano: "Chi è votato alla felicità, chi vuole indagare il cielo e le cose divine, non deve ignorare il numero". 

Questo nostro viaggio, nato dalla discussione sui problemi di bilancio dell'Inter del patron cinese Zhang, appena laureatasi campione d'Italia e già costretta al ridimensionamento economico (e quindi tecnico), giunge adesso ad una delle tappe più interessanti, quella che riguarda il Grande Parma costruito da Callisto Tanzi durante tutto il decennio degli Anni Novanta.

LA PICCOLA GRANDE PARMA. 

Un fenomeno praticamente unico nella storia più che secolare del calcio italiano: il club gialloblu è stato, per praticamente ottant'anni, poco più che una matricola. Fondato nel dicembre del 1913, dopo vari campionati disputati nelle categorie regionali e dopo che l'avvocato Ennio Tardini diede l'avvio alla costruzione dello stadio (a lui intitolato ancora oggi), nel 1924-1925 arriva la prima promozione nella massima categoria calcistica nazionale. Permanenza durata solo un anno, per poi proseguire tra Serie B e Serie C fino alla metà degli Anni Sessanta, quando i gialloblu parmigiani ripiombano nel calcio dilettantistico regionale. Col ritorno in Serie C nel 1970, il Parma vive due decenni di continui sali-scendi tra terza serie e cadetteria, nel quasi totale anonimato: sarà l'avvento sulla panchina di un giovane allenatore visionario, tale Arrigo Sacchi da Fusignano, a portare Parma alla ribalta dei grandi giornali nazionali, per la promozione in Serie B ma sopratutto per un calcio rivoluzionario rispetto ai parametri italici dell'epoca. 

Ma la stagione della svolta è quella 1989/1990: mentre il grande ex Sacchi portava il Milan di Silvio Berlusconi, Gullit e Van Basten in cima all'Europa ed al Mondo per la seconda volta consecutiva, il presidente Ceresini imprime  una svolta storica alla storia del Parma, affidando la panchina della squadra al promettente tecnico Nevio Scala: suo malgrado, è stato l'ultimo dei suoi colpi di mercato, il presidente morirà improvvisamente durante la stagione e non potrà festeggiare coi suoi ragazzi il 4° posto finale che vale la prima promozione del club in Serie A. Il primo anno di serie A del Parma coincide in pratica con la fine dell’era Ceresini. Fulvio, figlio del compianto Ernesto, cede le quote di maggioranza a Calisto Tanzi, il quale diventa dunque proprietario del club, ampliando il proprio impero sportivo che comprendeva già una scuderia di F1 (la Brabham) e, tramite la succursale “Santal”, una delle squadre di pallavolo più importanti del Paese, il Santal Parma Volley.  Terminati i Mondiali casalinghi di Italia ’90, il Parma si appresta ad affrontare la prima stagione nel calcio dei grandi adoperando pochi ritocchi alla rosa, ma tutti di spessore: approdano alla corte di Nevio Scala l’attaccante svedese Brolin, il difensore belga Grun e il portiere brasiliano Taffarel. Il modulo base resta il 5-3-2, con Grun che va a completare il terzetto di centrali insieme ad Apolloni e capitan Minotti, mentre Brolin affianca Melli in attacco, a centrocampo Cuoghi, altro neoacquisto, fa compagnia a Zoratto e Osio. Il Parma mostra a tutti il proprio spirito e mette in seria difficoltà una serie di grandi squadre, battendo Napoli, Roma ed addirittura il grande Milan per 2-0, chiudendo al terzo posto il girone d’andata e centrando la qualificazione alla Coppa Uefa a fine stagione, a spese della Juventus che ne rimane esclusa. 

LA BELLA D'EUROPA. 

Per la stagione 1991/1992, Tanzi pretende una conferma del club ad alti livelli: con l'arrivo di Antonio Benarrivo e Alberto Di Chiara, la squadra finisce settima in campionato ed esce al primo turno in Coppa Uefa, ma ottiene una storica vittoria in Coppa Italia contro la Juventus di Roberto Baggio, ribaltando a Parma (2-0) la sconfitta di misura subita a Torino. Tanzi può sollevare il suo primo trofeo, ma non intende certo fermarsi: la stagione successiva, oltre ad un eccellente terzo posto in campionato, la formazione guidata da Scala e trascinata dall'asso colombiano Faustino Asprilla vince la Coppa delle Coppe, superando nella cornice del leggendario Wembley di Londra i belgi dell'Anversa. E per il patriarca Calisto arriva anche il primo incredibile riconoscimento europeo: il piccolo Parma è sulle prime pagine dei giornali di tutto il mondo.

Nella parole di Nevio Scala: "Credo che lo spettacolo di stasera lascerà in noi un segno indelebile. Spero che chi ci ha accompagnato, sostenendo sacrifici economici e di tempo, si sia divertito e porti con sè questo ricordo”.

Sull’onda lunga dell’ebbrezza suscitata dal primo trionfo internazionale, Tanzi continua a mettere mano al portafogli e regala ai tifosi l’estro di un talento sardo di nascita, ma napoletano e maradoniano d’adozione Gianfranco Zola, oltre all’esperto Massimo Crippa ed al coriaceo difensore argentino Nestor Sensini. Proprio Crippa e Sensini firmano il secondo successo europeo del Parma: la Supercoppa Europea vinta in doppia sfida contro il Milan stellare di Fabio Capello, ribaltando nei tempi supplementari di San Siro la sconfitta di misura casalinga. La stagione, per il resto, si chiude con un buon quarto posto che vale ancora la meritata qualificazione alle competizioni UEFA. E proprio la Coppa UEFA regala una gioia immensa nella stagione 1994/1995: con Zola e Dino Baggio assoluti protagonisti della cavalcata trionfale che si conclude, ancora una volta, con una finale tutta italiana contro la Juventus. Proprio due gol dell'ex di turno Dino Baggio decidono la doppia finale e consegnano nelle mani di Calisto Tanzi un altro, prestigiosissimo, trofeo europeo.

FINE DI UN AMORE. 

Coppa UEFA che rappresenta l’ultimo capitolo della storia d’amore tra Parma e Nevio Scala: il club comincia a perdere il proprio carattere “provinciale” e si fa sedurre dalle stelle del mercato estero, come l'ex Pallone d'Oro bulgaro Hristo Stoichkov, protagonista con la maglia del grande Barcellona di Cruijff.  Il suo acquisto per la cifra di 12 miliardi di lire risponde più alle esigenze di marketing del presidente Tanzi, voglioso di promuovere il marchio Parmalat negli USA, che a quelle tattiche di Scala: la stagione 1995/1996 si chiude con un deludente sesto posto, col talento bulgaro quasi sempre in ombra.  Tanzi esonera Scala, artigiano illustre di tanti miracoli sportivi, e va a pescare nella vicina Reggio Emilia un tecnico emergente che a breve farà la storia del calcio europeo: Carlo Ancelotti, ex centrocampista di Roma, Milan e Nazionale.   Il Parma continuerà a conoscere gloria anche dopo l’addio del suo primo grande creatore tecnico. Con Alberto Malesani, succeduto ad Ancelotti nella guida della squadra, i gialloblu conquisteranno ancora una Coppa Italia (contro la Fiorentina) ed una Coppa UEFA (contro l'Olypique Marsiglia, 3-0 in finale unica), entrambe nella stagione di grazia 1998/1999, grazie ad una rosa di livello assoluto composta da fuoriclasse del calibro dei campioni del mondo  Gianluigi Buffon, Lilian Thuram, Fabio Cannavaro (poi Pallone d'Oro), nonchè Juan Sebastian Veron, Hernan Crespo ed Enrico Chiesa. E' senza dubbio il Parma più forte (e piu indebitato) della storia: un vero top club europeo.

La stagione seguente si apre con la vittoria di un'altra Supercoppa Italiana, in rimonta in casa del Milan tricolore di Zaccheroni, ma sono gli ultimi squilli di una squadra leggendaria ed il canto del cigno del suo patriarca: il 19 dicembre 2003 il castello di carta costruito nei decenni da Calisto Tanzi crolla sotto il peso della bancarotta fraudolenta, scrivendo la parola fine ad una multinazionale da 560 milioni di fatturato ed alla storia stupenda (ma fragile) del suo Grande Parma. Il conto finale gli è stato presentato poco tempo fa: 25 anni di reclusione è il calcolo definitivo della pena per Calisto Tanzi fatto dalla Corte d'appello di Bologna, che ha valutato il cumulo di tutte le condanne per l'ex patron di Parmalat.

Il Crac Parmalat è considerato il più grande scandalo del genere perpetrato da una società privata in Europa, scoppiato nel 2003 sebbene verrà dimostrato come le difficoltà finanziarie dell'azienda fossero rilevabili già agli inizi degli Anni Novanta. L'ammanco lasciato dalla società di Collecchio, mascherato dal falso in bilancio, si aggirava sui quattordici miliardi di euro. Il Parma Calcio ha vissuto, in seguito allo scandalo, gli anni difficilissimi che tutti conosciamo, con il susseguirsi di proprietà fallimentari e la ripartenza dalla Serie D: risultato quasi necessario di quel decennio vissuto in cima al grande calcio d'Europa. E probabilmente molto al di sopra delle proprie reali possibilità economiche.