"It's coming home": sta tornando a casa.

E' questa la canzonetta che ha dominato l'Inghilterra tutta durante l'ultimo Campionato Europeo per Nazioni, dal Northumberland, passando per il North Yorkshire e per Londra La Grande, fino alle più estreme propaggini della Cornovaglia e del Kent.

"Sta tornando a casa Sta tornando a casa Sta tornando Il calcio sta tornando a casa (otterremo cattivi risultati) Sta tornando a casa Sta tornando a casa Sta tornando Il calcio sta tornando a casa Sta tornando a casa Sta tornando a casa Sta tornando Il calcio sta tornando a casa Sta tornando a casa Sta tornando a casa Sta tornando Il calcio sta tornando a casa Tutti sembrano conoscere il punteggio Hanno visto tutto prima Loro lo sanno Sono così sicuri Che l'Inghilterra lo butterà via Lo spazzerà via Ma so che possono giocare Perché mi ricordo Tre leoni su una maglietta Jules Rimet ancora splendente Trent'anni di dolore Non mi hanno mai impedito di sognare Tante battute, tante beffe Ma tutti quegli "Oh così vicino" ti logorano Attraverso gli anni Ma vedo ancora quel placcaggio di Moore E quando Lineker ha segnato Bobby che colpisce la palla E Nobby che danza Tre leoni su una maglietta Jules Rimet ancora splendente Trent'anni di dolore Non mi hanno mai impedito di sognare (Che salvataggio, Gordon Banks! (Buona vecchia Inghilterra, Inghilterra che non sapeva giocare a calcio) (l'Inghilterra ce l'ha nella borsa) So che era allora, ma potrebbe essere di nuovo Sta tornando a casa Sta tornando Il calcio sta tornando a casa Sta tornando a casa Sta tornando a casa Sta tornando Il calcio sta tornando a casa (l'Inghilterra ce l'ha fatta) Sta tornando a casa Sta tornando a casa Sta tornando Il calcio sta tornando a casa Sta tornando a casa Sta tornando a casa Sta tornando Il calcio sta tornando a casa Tre leoni su una maglietta (sta tornando a casa, sta tornando) Jules Rimet ancora splendente (il calcio sta tornando a casa, sta tornando a casa) Trent'anni di dolore (sta tornando a casa, sta tornando) Non mi hanno mai impedito di sognare (il calcio sta tornando a casa) Tre leoni su una maglietta (sta tornando a casa, sta tornando) Jules Rimet ancora splendente (il calcio sta tornando a casa, sta tornando a casa) Trent'anni di dolore (sta tornando a casa, sta tornando) Non mi hanno mai impedito di sognare (il calcio sta tornando a casa) Tre leoni su una maglietta (sta tornando a casa, sta tornando) Jules Rimet ancora splendente (il calcio sta tornando a casa, sta tornando a casa) Trent'anni di dolore (sta tornando a casa, sta tornando) Non mi hanno mai impedito di sognare (il calcio sta tornando a casa) Tre leoni su una maglietta".

"It's coming home, it's coming home, it's coming, football's coming home". I tifosi della Nazionale di Sua Maestà Regina Elisabetta la cantano dalla sfida contro la Croazia, che ha segnato l'esordio della selezione di Gareth Southgate nella competizione. In tutte le partite giocate nel nuovo Wembley sono comparsi striscioni e cartelli con la scritta "It's coming home", questo motto è stato cavalcato anche dai giornalisti inglesi, uno dei quali l'ha utilizzato improvvidamente anche per fare una domanda al portiere danese (e figlio d'arte) Kasper Schmeichel alla vigilia della semifinale, ricevendo una risposta piccata da parte dell'estremo difensore del Leicester: "It's coming home? Quando mai l'avete vinta?". Mai, appunto: la piccola Danimarca dei miracoli invece sì, nell'anno di grazia 1992.

La strofetta deriva da una canzone realizzata dalla band Lightning Seeds e dai comici David Baddiel e Franck Skinner in occasione degli Europei del 1996, competizione disputata proprio in Inghilterra trent'anni dopo la vittoria del Mondiale casalingo del 1966. Il vero nome del brano, in realtà, è "Three Lions (Football's coming home)" e ripete continuamente il mantra "Sta tornando a casa" che, nell'accezione attribuita dai tifosi d'oltremanica, si riferisce al calcio, sport che vanno fieri di aver inventato nella seconda metà del diciannovesimo secolo. 

È per questo motivo che associano la propria nazione alla casa del football, nonostante un secolo di insuccessi e fallimenti a Mondiali ed Europei (escluso il discursso exploit del 1966, ben cinquantacinque anni fa).

Proprio a quel successo isolato si rivolge il brano, pensato dagli autori non come un'esaltazione dell'Inghilterra, bensì come una sorta di lamento per i ripetuti insuccessi della nazionale dei Tre Leoni, aggrappata al ricordo dell'unico Mondiale vinto, e come un invito ai tifosi a non perdere la speranza nei confronti di una vittoria che purtroppo non è destinata ad arrivare ("Loro lo sanno/ Sono così sicuri/ Che l'Inghilterra lo butterà via/ Lo spazzerà via"). 

Nelle intenzioni originali, dunque, si tratta di un'invocazione alla vittoria tanto agognata, tanto più in una competizione giocata praticamente in casa, non certo di un'affermazione della superiorità inglese.

Eppure questo tormentone in salsa british ha causato un certo fastidio da parte di alcune delle altre squadre, non tanto per l'interpretazione dei tifosi, quanto per quella di alcuni giornalisti inglesi, talvolta eccessivamente "gasati" da una Nazionale che è tornata a regalare loro alcune gioie dopo diversi anni di fiaschi totali. Anche il ct Southgate, nel 2018, aveva difeso il motto, definendolo come semplice espressione di "humor inglese".

E con un umorismo d'italica fattura, il motto "It's coming home" si è presto trasformato in "It's coming Rome" dopo la vittoria della Nazionale azzurra di Roberto Mancini nella finale di domenica sera, che ha fatto precipitare nella depressione l'intero movimento calcistico inglese. Una vittoria sfiorata, considerata quasi scontata ad un certo punto, che è scappata via proprio sul più bello, nella finale casalinga davanti ai 60'000 di Wembley, ai rigori dopo essere passati in vantaggio al secondo minuto di gioco. 

“Wembleyazo” ha titolato a tutta pagina il quotidiano spagnolo Marca, facendo il verso al tristemento noto Maracanazo del 16 Luglio 1950, quando i fenomeni brasiliani persero in casa un Mondiale considerato già vinto contro l'Uruguay, allo stadio Maracanà di Rio de Janeiro davanti a 199'854 spettatori (record imbattibile): quando l'arbitro fischiò la fine, decine di persone vennero colte da infarto e talune fonti parlano di almeno dieci morti all'interno dello stadio, nonchè di due spettatori suicidatisi. Il silenzio incredulo dello stadio fu spezzato dal suono delle ambulanze accorse al Maracanàin soccorso dei numerosi spettatori che avevano lamentato un malore.

Quella degli inglesi, auto-proclamatisi Maestri del Calcio, è quindi una storia di delusioni e sconfitte: per questo ci chiediamo, Maestri di cosa?

Agli inizi del secolo scorso, quando il calcio cominciava ad affermarsi come sport di massa su scala mondiale, la Federcalcio inglese decise inizialmente di entrare a far parte della neonata FIFA, salvo uscirne quasi subito a causa di una serie di divergenze con i vertici (soprattutto francesi) dell'associazione.

Tra i motivi d'attrito fondamentali c'era l'idea da parte di Jules Rimet di organizzare un vero e proprio campionato mondiale di calcio alternativo rispetto al torneo olimpico: questo avrebbe oscurato il sistema delle amichevoli di lusso gestito in proprio dalla potente federcalcio inglese. Tale atteggiamento di superiorità, spinse gli inglesi a rinunciare alla partecipazione alle prime edizioni della Coppa del Mondo FIFA in Uruguay (1930), Italia (1934) e Francia (1938).

Nel secondo dopoguerra si verificò il progressivo avvicinamento dell'istituzione calcistica britannica al resto del mondo, permettendo ala teorica supremazia ostentata dagli inglesi di misurarsi sul campo di gioco. La risposta fu scioccante: ai Mondiali del 1950, la Nazionale dei "Maestri" venne immediatamente eliminata, subendo l'onta estrema della sconfitta contro gli Stati Uniti. La notizia venne ritenuta così inattendibile che alcuni organi di stampa diffusero un resoconto in base al quale l'Inghilterra si sarebbe imposta per 10-1.

Tre anni dopo, l'Ungheria espugnò  il "Tempio del Calcio" di Wembley con un umiliante 6-3. La "rivincita" pretesa dagli inglesi l'anno successivo, riservò all'Inghilterra il passivo più pesante dei suoi annali: 7-1!

Le batoste contro i magiari furono il preludio di un nuovo fiasco mondiale a Svizzera 1954, con la squadra inglese eliminata dall'Uruguay. Nel 1958 lo spareggio con l'Unione Sovietica rispedì i casa i Leoni, mentre al campionato del mondo del 1962 la Nazionale di Sua Maestà si fermò ai quarti di finale contro il Brasile di Pelè.

Solo nei Mondiali casalinghi del 1966, gli inglesi riusciranno ad imporsi, battendo in finale la Germania Ovest per 4-2 dopo i tempi supplementari: di quella partita, resterà famoso il secondo gol, considerato per più di mezzo secolo irregolarein quanto la palla non avrebbe varcato la linea di porta dopo aver colpito la traversa.

Il decennio seguente, tuttavia, continuerà ad essere avaro di soddisfazioni per i britannici, eliminati dalla stessa Germania Ovest nei quarti di finale del campionato del mondo del 1970. Mancata la qualificazione al torneo del 1974, gli inglesi furono poi beffati dalla differenza reti in favore dell'Italia nelle eliminatorie per l'edizione successiva. Gli stessi Azzurri risultarono fatali per le ambizioni inglesi anche al campionato d'Europa del 1980, sconfiggendoli nello scontro diretto e condannandoli all'uscita dal torneo.

Anche nei Mondiali spagnoli del 1982 l'esperienza inglese si dovette fermare al secondo girone, mancando poi clamorosamente la qualificazione agli Europei di due anni dopo. Nel 1986 il cammino fu interrotto ai quarti dalla celebre doppietta di Maradona (il gol del secolo e la Mano de Dios), mentre ai Mondiali italiani del 1990 sarà ancora l'Italia a negare agli inglesi la gioia di aggiudicarsi la medaglia di bronzo. In mezzo, un'eliminazione al primo turno agli Europei del 1988.

Dopo i fiaschi dei Euro '92 (eliminazione al primo turno) e USA '94 (un'altra mancata qualificazione al Mondiale), giunse l'Europeo da disputare in casa: anche qui, nonostante le grandi attese per un successo che desse seguito a quello di trent'anni prima, il cammino inglese s'interromperà in semifinale contro la Germania.

Ancora gli argentini furono gli artifici dell'eliminazione agli ottavi ai Mondiali francesi del 1998, seguita dall'ennesima umiliante eliminazione al primo turno ad Euro 2000 e dall'eliminazione ai quarti ai Mondiali di Giappone e Corea del 2002. Il Portogallo è la bestia nera degli inglesi per gli Europei del 2004 ed i Mondiali del 2006, eliminandoli in entrambi i casi ai rigori ed ai quarti di finale. Dopo aver mancato in modo incredibile la qualificazione agli Europei del 2008, un pesante 4-1 di matrice tedesca pose fine ai sogni mondiali degli inglesi nel 2010. 

L'eliminazione ancora per mano degli italiani ai quarti degli Europei 2012, sarà il preludio al fiasco mondiale del 2014 (eliminazione al girone) ed all'umiliazione di Euro 2016, con la batosta agli ottavi da parte della minuscola matricola Islanda. 

Nel 2018 la nazionale affidata a Southgate riesce a rientrare nelle prime quattro di un campionato del Mondo, perdendo la semifinale contro la Croazia e la "finalina" contro il Belgio. 

L'Europeo itinerante del 2020 (poi disputato nel 2021 per i motivi che tutti conosciamo), con la finale fissata a Wembley,doveva costituire l'occasione per il grande riscatto dei famigerati "Maestri": ma anche qui, la tanto vituperata Italia ha portato a casa la Coppa (con pieno merito).

Questi soliti italiani, che non saranno Maestri del calcio e di nulla, ma in questo secolo hanno portato a casa qualcosa come quattro campionati del mondo (1934, 1938, 1982, 2006), due campionati europei (1968, oltre a quello del 2020/21..), mettendo insieme anche due argenti (1970, 1994) ed un bronzo (1990) mondiali , due argenti europei(2000, 2012) per un totale di dieci finali disputate nei grandi tornei internazionali.

Per i Maestri solo due finali, con una sola (lontanissima e contestata) vittoria casalinga.
Per questo mi chiedo: Maestri.. of what?