Andrea Pirlo nuovo allenatore della Juventus, questa è la notizia che ha fatto più scalpore nella giornata di ieri, quasi un fulmine a ciel sereno se si pensa che solo a fine luglio veniva annunciato come allenatore dell'Under 23 juventina. Un passaggio di consegne ed un'investitura importante quella di Agnelli a Pirlo, che probabilmente covava da tempo, visto i malesseri di Ronaldo, Chiellini e altri senatori dello spogliatoio nei confronti di Sarri, sia nei comportamenti, che nella tattica da lui adottata in campo. Andrea Pirlo ora ha una bella gatta da pelare con questo ruolo cosi importante e prestigioso, senza aver fatto granché di esperienze, a differenza dei sui ex compagni del Milan che, una volta seduti in panchina, sono partiti come allenatori di provincia. L'unica eccezione riguarda Pippo Inzaghi, ma i risultati sono stati scarsi: a sua difesa c'era l'attenuante che ha avuto a disposizione il peggior Milan dell'era Berlusconi; il paragone tra Inzaghi e Pirlo non regge, soprattutto per il materiale a disposizione dei due tecnici, decisamente sbilanciato se si mettono a confronto le due rose. Pirlo potrà allenare fin da subito campioni che hanno giocato tante partite di alto livello e hanno accumulato tanta esperienza, una squadra dalle grandi ambizioni.

Pirlo, per come è stato presentato, sembra che sia stato un personaggio da sempre juventino, che abbia vestito solo il bianconero, quando in realtà è stato un calciatore del Milan per ben dieci anni. Mai una parola per la squadra che lo ha portato a vincere trofei nazionali e internazionali, fino ad arrivare al tetto del mondo. Dal 2001 al Milan, grazie allo scambio con l'Inter riguardante Guglielmimpietro, Pirlo ebbe la definitiva consacrazione grazie ad Ancelotti che lo portò a cambiare ruolo, in playmaker davanti alla difesa; da buon giovane nell'Under21 e all'Inter diventò un vero genio in quella nuova posizione, dove espresse al massimo il proprio repertorio... lanci, qualità, visione di gioco, divennero una realtà di quel Milan che da lì a poco, aprì un ciclo vincente. La sua carriera al Milan non finì bene: dopo un lungo infortunio,  Van Bommel, acquistato a gennaio nella stagione dell ultimo scudetto rossonero, divenne titolare e a scadenza di contratto colse l'occasione di andare alla Juve di Conte, che gli diede l'opportunità di dimostrare che non era assolutamente un giocatore finito. Errore grave di quel Milan non aver creduto ancora nella sua integrità fisica. 

Il giorno dell' addio di Pirlo al Milan,  fu il definitivo distacco da quei colori, che tante soddisfazioni a noi tifosi aveva fatto togliere... da vanto ad ingratitudine il passo però è breve. 
La cessione alla Juventus non venne presa come un tradimento nei nostri confronti, ma quasi come un giocatore ormai finito che avrebbe concluso la sua carriera senza soddisfazioni a Torino. Pirlo prese queste dicerie nei suoi confronti come fonte di stimolo e di rivalsa per chi non credeva più nella sua tenuta fisica, concedendo alla Juve l'opportunità di rivitalizzarlo. E così fece, prestazioni da top nel suo ruolo e tanto amaro in bocca per chi lo dava per finito troppo in fretta. ​​​Ma alla Juve, oltre ai primi scudetti dei nove conquistati consecutivamente, la Champions non sei riuscita ad alzarla, caro Andrea... al Milan ne hai vinte ben due, la prima proprio contro la tua Juventus. 

Ora capisco l'essere professionista e, nel dirla alla Conte, diventare primo tifoso della squadra per cui alleni, ma il Milan fa parte del tuo passato che ti ha fatto diventare grande. Rinnegare il tuo passato, solo perché del tuo Milan, faccia parte solo Maldini in questo momento, non è una cosa elegante. Magari Pirlo non diventerà mai allenatore del Milan in futuro, ma questo atteggiamento di distacco non fa altro che allontanare anche gli stessi tifosi rossoneri da una figura che per anni ha fatto esultare e credere fortemente nelle sue qualità non sono tecniche, ma anche umane. La tua rivincita te la sei presa Andrea, ma il tuo passato vincente è partito tutto al Milan, vorremmo maggiore considerazione verso chi ti ha lanciato e ha creduto in ciò che sei diventato. Mettiamo tutti da parte l'orgoglio e vorremmo che il primo a farlo fossi tu, tornando a parlare di Milan e non solo dei tuoi vecchi compagni con cui hai convissuto per un decennio, perché l'errore di cederti l'abbiamo già pagato sul campo anni fa.