Incredibilmente, alla fine la trattativa è andata davvero in porto, dando vita a quello che, senza “se” e senza “ma”, è senza dubbio l’affare del secolo.

Meglio di Neymar al Paris Saint-Germain l’anno scorso, più importante di Maradona al Napoli nel 1984.

Il web è in fermento, i tifosi sono letteralmente impazziti, e ovunque non si parla d’altro: l’affare CR7-Juve, più che una semplice trattativa di calciomercato, pare essere un vero e proprio caso mediatico.

Come potrebbe essere diversamente, del resto, data la caratura dei protagonisti e le cifre astronomiche riguardo le quali tanto si è rumoreggiato negli ultimi giorni.

E sono proprio questi numeri a destare il maggior stupore, calcolati accuratamente dalla società bianconera per non rischiare sanzioni o intoppi burocratici.

L’intenzione della dirigenza, ovviamente, è una sola: regalare ai tifosi il tanto agognato colpo da novanta, che permetterebbe al club di presentarsi alla prossima Champions League da indiscussi protagonisti, e non più dunque solamente da semplice outsider.

Già, quella coppa, una vera e propria maledizione per la Juventus, che se l’è vista soffiare via sul più bello per ben sette volte nella sua storia, record negativo a livello europeo.

Nemmeno una leggenda come Gianluigi Buffon è riuscita a spezzare l’incantesimo, perdendo tre finali e accettando la ricca corte del Paris Saint-Germain per provare a stringerla finalmente tra le sue mani, complice anche il ricco ingaggio propostogli.

Ora, però, la storia pare essere un’altra, completamente differente: con l’arrivo di Cristiano, infatti, il club può realmente ambire ad arrivare fino in fondo nella manifestazione, forte del vasto bagaglio di esperienza e fame agonistica che il fuoriclasse portoghese può vantare.

Una scommessa, senza dubbio, quella tentata dalle due parti: da un lato, la voglia di ridurre il gap che distanzia la Juve dalle big europee per eccellenza, tra l’altro strappando ai campioni in carica quello che era sicuramente il suo giocatore più rappresentativo, dall’altro, invece, il voler dimostrare di poter essere ancora il migliore, anche se a quasi trentaquattro anni, aggiornando la sua gloriosa bacheca personale con i successi che questa sua nuova esperienza italiana potrebbe fruttargli.

Dati gli incoraggianti presupposti, l’obbiettivo non può non essere quello di presentarsi in grande stile all’atto conclusivo della prossima edizione di Champions, al “Wanda Metropolitano” dì Madrid.

Sì, proprio a Madrid, la città dove Ronaldo ha sportivamente dettato legge per nove lunghi anni, e dove ora sogna di tornare pronto a conquistare la sua sesta vittoria europea, ma rappresentando ben altri colori.

Se riuscirà nel suo intento, lo sapremo tra una manciata di mesi.

A Torino, intanto, già non vedono l’ora.