Persino io, da impaziente e testardo supporter bianconero quale sono, da sempre sorpreso ma mai pienamente convinto dall’operato dei nostri dirigenti, mi trovo costretto ad ammettere di essere rimasto positivamente colpito dai progetti del club, e di provare tuttora un’eccitazione quasi puerile ogni volta che leggo sulle principali testate giornalistiche dei profili che Marotta e Paratici avrebbero individuato come potenziali rinforzi da regalare ad Allegri in vista della prossima stagione. Già sicura degli importanti ritorni dall’Atalanta di Spinazzola e Caldara, gli uomini-mercato del club torinese si erano mossi già da tempo, strappando, dopo mesi di lunghe trattative, il “si” finale al centrocampista ormai ex Liverpool Emre Can, corteggiato da mezza Europa e ora atteso in Italia per le visite mediche di rito, anticipato nel frattempo dall’ufficializzazione dell’acquisto di Perin dal Genoa. Nonostante gli ottimi colpi già piazzati, pare proprio che la strategia delineata dalla Juventus sia ben lontana dal poter essere dichiarata conclusa: ancora volenterosa di puntellare l’organico bianconero con altri elementi di qualità, la dirigenza ha nuovamente bussato alla porta del patron biancoceleste Claudio Lotito, presentando offerte sempre più importanti per il cartellino di Milinkovic-Savic, rivelatosi nel corso dell’ultima annata il centrocampista più completo del nostro campionato e valutato dalla Lazio intorno ai centotrenta milioni di euro; insomma, non proprio un’operazione da tutti i giorni. Contemporaneamente, i riflettori dei campioni d’Italia sono puntati anche sul laterale basso del Valencia Joao Cancelo, in prestito all’Inter nella stagione appena conclusasi, valutato dal club spagnolo intorno ai quaranta milioni; anche su questo fronte trapela moderato ottimismo, dato che il giocatore pare abbia rifiutato una ricca offerta del Wolverhampton, non convinto dal progetto tecnico e desideroso di muoversi finalmente verso lidi più prestigiosi, come per esempio quello che ha come destinazione Torino. E la lista non è ancora finita, poiché sono tanti i calciatori in questi giorni a noi accostati: Icardi, Golovin, Morata, Chiesa, Gimenez, Darmian, Kovacic e molti altri, (quasi) tutti profili che contribuirebbero molto positivamente alla nostra causa.

Davanti a tutto questo, però, conoscendo sin troppo bene le ferree politiche societarie del club, è quantomeno normale storcere un po' il naso. Come recita un antico proverbio, infatti, "non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca", dato che negli ultimi anni noi tifosi siamo stati sempre abituati alla partenza di alcuni degli elementi di spicco della squadra: Pogba, Vidal, Morata, Bonucci, tutti sacrificati con la speranza di ottenere un tesoretto da reinvestire in entrata. Ed è proprio per questo che temo che se dovessimo spingerci sino a presentare alla Lazio un’offerta da sei zeri per Milinkovic-Savic, saremmo poi costretti a salutare alcuni dei nostri giocatori più importanti. Davanti a questa amara realtà, non posso che rimanere con l’amaro in bocca. Capisco che si debbano accettare i limiti economici della società, che comunque nel tempo si è spinta fino a cifre impensabili soltanto dieci anni fa, provo comunque una certa invidia ascoltando dichiarazioni come quelle rilasciate dal presidente del Bayern Monaco Uli Hoeness, che ha recentemente comunicato la sua volontà di rifiutare tutte le offerte per Lewandowski, anche se superiori ai centocinquanta o addirittura duecento milioni, pur di mantenere in Germania il suo numero nove. O ancora, leggendo della trattativa ormai praticamente conclusa che porterà Griezmann a Barcellona, per qualcosa come cento milioni, sicuro che la Juve avrebbe potuto (e dovuto) quantomeno insidiare le trame dei Campioni di Spagna. Oppure sentendo di un Marotta tranquillo nell’affermare che lascerà partire chiunque glielo chieda, a prescindere da chi esso sia.

In una situazione del genere, mi chiedo un po’ deluso come mai, nonostante l’oggettiva crescita degli ultimi anni, non ci sforzi mai per poter finalmente alzare in maniera significativa il livello del club, anche attraverso un importante impegno economico. Nel calcio di oggi non è certo un segreto come sia il denaro a smuovere realmente gli equilibri, e in una cornice del genere non è ammissibile che una squadra capace di arrivare sino alla finale di Champions League in due delle ultime quattro edizioni si accontenti di giocatori che negli altri top club non partirebbero di certo titolari. Bisognerà sin da subito iniziare a ragionare in un modo completamente diverso, ma solo se veramente si vorrà provare a conseguire dei risultati anche in ambito internazionale. Ecco, cara Juve, cosa ti serve per tornare grande.