Incredibile.
Davvero, incredibile.
Suona quasi strano, ma dopo ieri sera è diventata uno scioccante dato di fatto: la Croazia ha umiliato l’Argentina, battendola per tre a zero in una partita a senso unico, tranne che per qualche disperato tentativo da parte dell’Albiceleste, che ora rischia una clamorosa eliminazione.
Una vera batosta, una disfatta storica che in patria ricorderanno per molto, anzi moltissimo tempo.

A dire il vero, qualche indizio del cedimento fisico, tattico e psicologico, che ieri sera ha raggiunto il suo apice sfociando nella pessima prestazione offerta, si era già palesato nel corso dell’ultima gara, condizionata però anche dal pesante errore di Messi dal dischetto, parso sin troppo distratto dal continuo paragone col suo rivale di sempre, Cristiano Ronaldo, che dal suo canto continua invece ad essere decisivo per il suo Portogallo.

Ed è proprio lui, alla fine, che ne uscirebbe peggio nel caso di un’eliminazione già ai gironi, dato che, da leader tecnico e tattico quale è, avrebbe dovuto garantire alla squadra qualcosa in più delle rare accelerazioni tentate.

Al di là del suo giocatore più rappresentativo, però, c’è un’intera rosa mai a suo agio con i confusi schemi dell’allenatore, neanche convinto dell’undici iniziale e ora ufficiosamente diventato il capro espiatorio della debacle russa.

È anche vero, tuttavia, che la Pulga e  compagni avranno ancora occasione di rifarsi, anche grazie alla vittoria della Nigeria sull’Islanda di oggi pomeriggio, ma anche questa ultima, disperata possibilità di qualificazione pare quasi utopistica, vista la pessima condizione fisica e mentale dei ventitré convocati.

Emblematica è l’azione che ha propiziato il terzo goal della Croazia: svanite ormai completamente di acciuffare almeno un pari, tutti i giocatori della Selección rimangono immobili davanti alla controffensiva croata, permettendo Rakitić di porre indisturbato la sua firma sul match, rassegnati e allo stesso tempo frustrati.

Chiaro segnale del terribile momento che ogni giocatore sta passando, sprofondato nel bel mezzo del ciclone mediatico che i cattivi risultati hanno scatenato.

L’opportunità e la speranza di uscire da questa ostile situazione persistono ancora, anche se non sarà di certo facile:

bisognerà ricorrere a tutta la qualità del gruppo, da affiancare anche alla necessità di ritrovare serenità all’interno del gruppo, per tornare ad essere finalmente competitivi per la vittoria finale.