Eccolo, O’Ney.

Anche nel Mondiale delle sorprese incredibili e delle cocenti delusioni, pare proprio che almeno lui abbia trovato la giusta strada per trascinare la sua Nazionale sino agli ultimi atti della manifestazione.
E non era di certo un compito da nulla, data la pressione percepita dal gruppo e le tante, anzi tantissime critiche piovute sul numero dieci verdeoro dopo le numerosissime simulazioni tentate nel corso delle ultime partite.
Polemiche ricorrenti quelle su Neymar, che  incidono e non poco su quello che comunque, nel bene e nel male, rimane e rimarrà pur sempre un normale ragazzo di ventisei anni, d’altronde chiamato a caricarsi il suo intero Paese sulle proprie spalle, per tornare finalmente sul tetto del mondo dopo sedici anni di lungo digiuno intercontinentale.

Lui, però, dal suo canto riesce lo stesso ad essere decisivo, essendo andato a segno già due volte ed aver collezionato anche un assist, e ora sogna di poter alzare la coppa nella finalissima del Luzniki di Mosca, raggiungendo finalmente campioni come Ronaldo Nazario, Rivaldo, Ronaldinho e Pelé nell’Olimpo del calcio brasiliano.
E davanti a prestazioni così, condite da giocate magiche e dribbling ubriacanti, rispunta quasi ossessivamente l’eterno paragone con Lionel Messi e Cristiano Ronaldo, veri e propri maestri della propria generazione, mai così vicini per rendimento all’ala del Paris Saint-Germain.

Che sia proprio Russia 2018 l’occasione giusta per Neymar per raggiungere definitivamente i due “alieni”, magari insidiando proprio CR7 nella corsa al Pallone d’Oro?
È una possibilità, certo.
Perché ciò accada, tuttavia, Ney” dovrà spingersi ancora lontano nella competizione, continuando a risultare cruciale per la sua squadra.

Le qualità per riuscirci di certo non gli mancano.
Sta a lui adesso non deludere le attese, offrendo spettacolo sin dalla prossima partita contro il Belgio.