Tredici Champions League. Quattro vittorie nelle ultime cinque edizioni. Tre successi nel corso degli ultimi tre anni. Statistiche incredibili, sbalorditive, quasi inverosimili alle orecchie dei meno informati.  

Degne, e questo sì che è attendibile, del club che ha sempre dimostrato di essere la migliore società di tutto il pianeta per palmarès, possibilità economiche e per l’elevato tasso tecnico della sua rosa, che negli anni ha compreso campioni del calibro di Puskás, Di Stéfano, Hierro, Roberto Carlos, Zidane e Cristiano Ronaldo, solo per citarne alcuni. 
Una storia di successi, tornei dominati e di una vera e propria egemonia tattica e qualitativa.

Come in tutte le vittorie che si rispettino, tuttavia, non manca la fortuna. 
Ed il Real, di fortuna, ne ha davvero da vendere: imbarazzanti errori da parte dei giocatori avversari, sviste arbitrali clamorose e partite ribaltate da episodi impensabili.

Prendendo come esempio l'edizione appena conclusasi della Champions League, dai quarti di finale in poi i Blancos hanno potuto giovare di un filotto di vicende che, in un modo o nell’altro, hanno contribuito a far arrivare gli uomini di Zidane fino alla finalissima di Kiev.
L’ arbitro inglese Michael Oliver (o Medhi Benatia, a seconda dei punti di vista) rovina un impensabile rimonta juventina negli ultimi istanti del ritorno dei quarti al Bernabeu, concedendo il calcio di rigore che permetterà alle Merengues di vanificare gli sforzi avversari.

Il terzino brasiliano Rafinha ed l’estremo difensore tedesco Ulreich prima e alcune sviste arbitrali poi negano la presenza nella finalissima di Kiev ai campioni di Germania del Bayern Monaco, nonostante uno stepitoso Ribery che, a 35 anni compiuti, tenta sino all’ultimo di caricarsi i bavaresi sulle spalle.
E infine, il gran finale: un giorno fa, si assiste all’ultimo atto della competizione: l’ultimo ostacolo che si contrappone tra il Real Madrid e la vittoria del trofeo è il Liverpool di Jürgen Klopp; un avversario ostico, che nel corso della sua stagione ha dimostrato di poter mettere in difficoltà qualsiasi difesa, grazie ad un attacco che può vantare numeri da record.
La prima fase della gara è dominata dai Reds, che con un ispiratissimo Mané e i guizzi di Salah, miglior giocatore della squadra inglese e che in quella partita si gioca la vittoria del Pallone d’Oro proprio contro Ronaldo, insidiano più volte la retroguardia dei campioni in carica. Poi, l’incredibile: a causa di un problema alla spalla, l’attaccante egiziano è costretto a dare forfait in lacrime; da lì è dominio Blancos, che trovano tre goal, complice un impresentabile Karius, il portiere del Liverpool, autore di quella che verrà ricordata come una delle peggiori prestazioni della storia del calcio, condita da due goffi erroracci da scuola calcio che portano alle reti Benzema e Bale.

Raccontata così, è quantomeno normale pensare ad una squadra semplicemente baciata dalla buona sorte, e che non merita i prestigiosi traguardi raggiunti. Ma è davvero giusto sintetizzare i tronfi madrileni in una mera serie di colpi di fortuna? La risposta ovviamente è no, perché siamo davanti a un gruppo che verrà sicuramente ricordato come uno dei più forti che il calcio abbia mai avuto la fortuna di ammirare.
L’ innegabile qualità dei singoli è accompagnata da una lungimirante gestione societaria, che ha assicurato campioni a tutti gli allenatori transitati sulla panchina del Bernabeu, e che ha sempre tracciato piani vincenti a lungo termine, che hanno permesso al Real di rimanere sul tetto d’ Europa sino ai nostri giorni.

Basti pensare a colpi come Modrić, Isco e Kroos: acquisti immediatamente bollati come potenziali flop clamorosi dagli addetti ai lavori: oggi, tutti e tre sono perni del centrocampo del club e delle loro selezioni nazionali. Messi assieme, non sono costati più di cinquanta milioni di euro, mentre gli sceicchi proprietari di Manchester City e Paris Saint Germain continuano a bruciare miliardi di dollari nell’affannata caccia a ciò che per il club di Florentino Pérez è ormai una dolce, anzi dolcissima normalità.

Ed è proprio per questo che è ingiusto minimizzare una squadra capace di compiere imprese apparentemente impossibili; una squadra che vanta il maggior numero di trofei internazionali vinti, e che possiede quasi il doppio delle Champions della sua inseguitrice in questa speciale classifica; una squadra che è stata rappresentata da campioni detentori di primati che difficilmente potranno essere superati in futuro; una squadra alla quale, per essere presentata, bastano due sole parole: Real Madrid.