Per un tifoso, è difficile accettare certe situazioni. E’ difficile ridimensionarsi così, in un attimo, ritrovandosi senza la stella che diffonde luce nel nostro cammino, e riaccende le speranza di ognuno di noi. Nel maledetto mondo del pallone è così, i tifosi ai giorni d’oggi vivono di speranze, nella speranza che il singolo possa dare quello che il collettivo non può. Anche il modo di sognare, e raggiungere i grandi successi è ormai cambiato cari lettori, perché? Perché aggrapparsi al “Fenomeno” di passaggio, facendo tacere il buon senso. Perché non affliggersi per la realtà che ci circonda invece, dove viviamo un periodo economico disastroso direi. Presidenti che fanno spese folli, distruggendo un progetto e una mentalità coltivata da un secolo, rinunciando a un’etica che li ha sempre contraddistinti. Infondo, la realtà è che anche il tifoso di oggi, non si identifica nel club di cui appartiene, ma nel nuovo campione che approda. Da tifoso, sono un acerrimo nemico bianconero, forse troppo quando la il buon senso va in pausa, ma ho sempre visto questo club, come qualcosa di sconfinato per la speranze che nutrivo da tifoso interista, nel poter vedere finalmente la mia squadra trionfare su quei maledetti colori un giorno. Ogni anno, arrivava dalle tasche del mio presidente Moratti, fiume di campioni che accendeva un barlume, ma puntualmente veniva spento. Lei era sempre lì, a primeggiare sul campo, senza la necessità di quel fiume di campioni come noi ogni anno.

Ricordo con piacere, ma poca voglia allo stesso tempo, che i miei Juventus-Inter fino al 2005, erano qualcosa di veramente angoscioso, dove vedevi l’Inter partire sconfitta in cuor mio, ma non per l’inferiorità tecnica, figuriamoci, perché anche noi abbiamo avuto grandi giocatori a quel tempo, ma perché giocavamo contro la Juve! Il club più potente in Italia! Il club più vincente in Italia! Il club più maledetto in Italia! Diceva “u ziu Stefanu” nel suo siciliano stretto, proprietario dell’Inter club a quel tempo. No Chances For Others! Comunque ogni anno era la stessa cosa, dove ad eccezione capitò una volta alla Lazio, alla Roma, e al Milan di vincerlo. Noi ci andammo vicino, ma a causa di alcune partite che buttammo (vedi con il Chievo), loro all’ultima giornata, vinsero la giornata dai nervi saldi (potrei continuare a parlare per ore, ma non è il contesto).

Poi dal 2006 al 2010 è cambiato tutto, dove in Italia vinciamo per 5 anni contro il nulla, il nulla più assoluto. Poi come tutti i sogni durante la notte, tutto finisce, perché la Signora stava riposando tra le macerie. Mi chiedevo: “Eh! Pensavi in un felice finale Giuseppe? E invece a rieccola! Un  giorno la  “Vecchia Signora” decide di uscirne da quelle macerie della B, e ritorna a primeggiare per 9 anni, contro il nulla, come se nulla fosse, lasciando alla Caritas qualche coppetta nazionale da dividere tra gli avvoltoi! Fu in questi 9 anni cari lettori, che ho realmente capito la potenza della Juve, e il perché dal 2005 in giù, sentivo quella sensazione strana, cioè quella sensazione di giocare contro qualcosa di troppo grande per l‘Inter (e non mi riferisco ai magagni di Moggi, perché il club ha pagato un conto abbastanza salato) ma alla tradizione vincente di quel club, che lo ha reso un’istituzione, ancor prima di essere un club calcistico. Credo che il ritorno alle tanti vittorie dopo la B sia stata una delle imprese più grandi della storia del calcio, sfiorando addirittura due finali di Champions (pensate addirittura se l’avesse vinte).

Ma come tutti i fattori umani, i cicli, hanno un inizio, ma anche una fine, disse un eroe in un differente contesto. Siamo nel 2018, e la Juventus acquista CR7. Qui credo che il tutto finisca, ma a favore della concorrenza, e non mi riferisco ai i risultati sul campo, perché la Signora con il recordman continua a vincere in Italia, ma qualcosa cambia. La Signora non è più la stessa, non segue quelle ideologie di superiorità come fece il suo vecchio avvocato, dove ricordo con piacere una frase storica: “La Juventus è un po' nel mio DNA, quindi la conosco bene. È come un drago a sette teste, gliene tagli una ma ne spunta sempre un'altra”.

Con Cristiano Ronaldo la “Vecchia Signora” cambia pelle, trova finalmente l’uomo della sua vita, dove è disposta a vivere per lui stavolta, impegnandosi a pagare il loro matrimonio per 30 milioni l’anno. Quale beneficio ha portato il matrimonio? Gol naturalmente (101 circa). Quale altro beneficio? Nulla! Il nulla assoluto! Perché il campione portoghese, come ho già scritto in uno dei miei precedenti articoli, ha portato solo ed esclusivamente diversità, arroganza, e un pizzico di ignoranza da parte sua, dato che nel momento in cui ha firmato le carte del matrimonio, non stava minimamente realizzando che per la prima volta nella sua carriera, stesse giocando per un istituzione e non per un club. CR7 si è rivelato, infine, il matrimonio più fallimentare della storia bianconera per investimento=risultati. Dichiaro il tutto con un pizzico dispiacere ma con orgoglio, dato che è stata una mia personale previsione subito dopo l’ufficialità nel 2018 (per dettagli a riguardo, andate a sbirciare nel mio articolo per maggiori informazioni).

Come tutti i matrimoni o quasi, hanno un inizio e una fine, dove il portoghese decide di mollarla, lasciandola nella sua più totale confusione. A circa una settimana dal suo addio però, non trovo spiacevole la sua partenza (perché di campioni ne abbiamo avuti di migliori) ma come ho ritrovato la Juve e i tifosi dopo il suo addio. Mi aspettavo una conferenza del presidente, o dal DG, per mettere in chiaro che la Juve rimane sempre la stessa, trasmettendo la calma e la positività per ripartire, come il drago a 7 teste tanto pronunciato dal suo vecchio avvocato. Si respira un silenzio assordante attorno la Juve. Ora sì! Si respira quel senso di normalità che la concorrenza ha sempre sperato in passato. E i tifosi? Neanche loro sono quelli di una volta. Quasi quasi mi mancano! Gli eterni odiati che al primo dibattito domenicale al bar, se ne uscivano: “Ma tu sei interista? Che sfortunato!” E via con i sfottò. Su con la vita tifosi bianconeri! Dovete continuate a sentire il privilegio di tifare per un’istituzione, perché la Juve non può finire così, semplicemente per un matrimonio non riuscito. Ricordate la B? Altro che CR7!

Ora caro presidente Agnelli? Hai lo stesso DNA del suo caro nonno, o cos’altro?
Perché da tifoso interista voglio tornare ad immaginarmi il drago a 7 teste e il senso di angoscia di un tempo…