"Ciò che mi trattiene dallo scrivere un capolavoro è il timore che me ne chiedano subito un altro". Questa frase di Roberto Gervaso mi ha colpito particolarmente, perché mi ha subito fatto pensare alla famosa frase di Mr. Antonio Conte quando con lo scudetto ormai in tasca, menzionò la frase "Capolavoro". Non chiedetegli di ripetersi un’altra volta! Per carità!. In effetti è stato un ottimo lavoro chiudere il ciclo bianconero durato nove anni, dove anche il tifoso nerazzurro più utopista avrebbe potuto credere di vincere in maniera così schiacciante contro la Vecchia Signora, sposata con Mr. 777 goal in carriera (anche se diciamocela tutta, il divorzio sembra immettente, e al resto ci penserà l'avvocato Mendes a trovargli un altra moglie che lo pagherà profumatamente per farsi sposare).

Ritornando a Conte, come già menzionato sopra, ha svolto un lavoro che gli inglesi definirebbero “outstanding”, riportando il Biscione al titolo dopo 11 lunghi tempestosi anni. Purtroppo, quest' ultimo, ha deciso di mollare il club di via liberazione per ragioni ormai conosciute, dove si vocifera che non ci abbia visto bene riguardo al progetto dell'ultimo anno di sposalizio. Avrà avuto le giuste ragioni? Avrà fatto la giusta scelta? Ha lasciato per paura di qualcosa? Queste sono domande a cui io non posso rispondere personalmente, di certo, non mi permettono di non fare delle riflessioni soggettive a riguardo.

Partiamo con il primo punto, dove sulle ragioni del famoso  divorzio, Conte avrebbe potuto averne tante, come la vendita di alcuni big della rosa, o la lontananza del giovane presidente ad esempio, o addirittura il rapporto ormai logoro con il duo Marotta-Ausilio. Io Credo che il Mister sia stato trattato egregiamente durante la sua esperienza in nerazzurro, dove ha ottenuto quel che desiderava dal mercato (vedi Lukaku, Hakimi, Barella, Sensi, Darmian, Lazaro, Kolarov), tutti giocatori che sarebbero stati perfetti alla sua causa, ad eccezione degli ultimi due, il resto è stato il grimaldello che gli ha permesso di accedere al "Capolavoro" tanto annunciato (a parte Sensi per infortunio ovviamente). Riguardo alla scelta giusta o non di lasciare i nerazzurri, non so se il leccese abbia fatto bene a rescindere nel nome della sua "etica" propensa alla progettazione, duro lavoro e sacrificio, dove il tempo in questo caso, non ha ancora definito il suo reale destino dopo aver lasciato il Biscione, di certo, lasciare l'Inter per il buon Tottenham (questo è quello che si vocifera nelle ultime ore), non è che sia stata una scelta di primo livello, specialmente se Mr. Kane decidesse di trasferirsi al City nella prossima stagione.

Riguardo la vendita dei big, si dice che Mr. Hakimi sia in procinto di lasciare l'Inter per il Paris per 70-80 milioni. Quindi? Che c’è di male vendere un esterno a quelle cifre pazzesche, specialmente se dovessero servire per sistemare i conti (anche se coltivo dei dubbi a riguardo). Il Marocchino spacca il campo come pochi, e non è facile rimpiazzarlo questo è vero, ma è possibile che non esista un' alternativa a quest' ultimo? Il buon Lazzari ad esempio, discepolo del nuovo Mister Inzaghi (anzi colgo l’occasione per augurargli il meglio in questa sua nuova esperienza), ha realizzato 6 assist e 2 gol con la maglia biancoceleste in questo campionato, e non credo che abbia avuto la necessità di possedere una velocità stile "Avengers" per ottenere ottimi risultati. Ripeto non è ai livelli di “Flash del Marrakesh”, ma potrebbe sicuramente essere una buona alternativa.

 Riguardo la lontananza dello "young" Zhang, è un dato di fatto che quest'ultimo sia stato sempre presente durante il periodo di pre-pandemia, e di certo se è stato fuori per 8 lunghi mesi, la colpa non può essere di certo la sua, ma delle restrizioni dettate dai governi a causa del rischio di spreding. Non sono un fedele di Steven Zhang, ma credo che nonostante la tenera età presidenziale, abbia delle capacità manageriali importanti, e se il CEO Marotta, uno dei migliori dirigenti del panorama calcistico, continua a fargli da braccio destro, un motivo dev’esserci no? Forse Mr. Conte voleva un filo diretto con il presidente? Il calcio è cambiato con il tempo, e i clubs sono diventati vere e proprie aziende al giorno d'oggi. Credo infatti, che oltre ai limiti attitudinali, uno dei limiti dell'ex Mister è proprio questo, cioè la mancanza di capacità nell' identificare una semplice piramide aziendale, altrimenti il CEO a cosa servirebbe in questo caso? Oppure Mister 13 milioni di euro all’anno credeva che l’importanza di una mansione dipenda in base allo stipendio che si percepisce? Perché non rispettare l'organigramma societario? Marotta avrebbe risposto sempre presente! E’ lì per questo!

Riguardo al rapporto ormai logoro con il duo menzionato sopra, non saprei realmente cosa dire, di certo, Mr. Conte non ha fatto in modo di nasconderlo, dove l'anno scorso ha dato vita a un vero e proprio gossip aziendale, che non ha di certo fatto piacere a nessuno, specialmente ai  sostenitori della stabilità come il sottoscritto. Dopo quasi due settimane dal suo addio, mi sono fatto un'idea a riguardo, il Mister non è stato di certo un' allenatore che spicca per astuzia e talento nell' identificare le alternative e le opportunità a disposizione, dove l' unica volta che ci ha realmente provato ha dato buoni risultati (vedi Mr. Eriksen), anche se credo che in questo caso, nel cercare di smentire i sostenitori del danese impiegandolo sul campo per prova del suo giudizio, si è ritrovato la sorte a favore (grazie alle capacità balistiche di Eriksen, intendiamoci!), facendosi etichettare alla fine, colui che ha cambiato il destino del "Golazo" come lo etichettava il su ex allenatore Pochettino ai tempi del Tottenham. Credo fortemente inoltre, che Conte abbia un nemico particolare nella sua sfera professionale, cioè se stesso, forse troppo sanguigno, troppo irruente, un grande lavoratore sì, ma con dei limiti attitudinali al limite della sopportazione, non per questo, Mr. Perez, un altro pezzo da NOVANTA in termini di personalità, ha deciso di virare proprio su Mr. Carletto, un vero e proprio aziendalista ed esperto in materia europea. Il PSG invece, alla ricerca di un top Manager che possa finalmente regalare la coppa dalle grandi orecchie allo sceicco Al-Khelaifi, preferisce riprovarci con il suo allenatore attuale, invece di avere a che fare con un uomo che alla minima incomprensione rischia di causare il pandemonio!. Anche se diciamocela tutta, l’ex allenatore dell'Inter non è che sia uno specialista in Europa, quindi potrebbe essere anche questo il motivo per il quale sia stata una scelta da scartare per il Real e PSG.

Se avessi la possibilità di rivolgermi al diretto interessato, vorrei chiedergli, Mr. "Capolavoro", non è che la competizione è ritornata agguerrita in A con il ritorno di Allegri e Mourinho? Quindi coltivi le stesse titubanze dello scrittore Gervaso? La certezza matematica non posso averla, ma in questo caso qualche dubbio lasciatemelo coltivare anche a me. Per un classe 1987 di "Capolavori" ne ricordo soltanto due, dove il primo è quello di Mr. Ranieri al Leicester, dove non poteva contare di certo su una squadra da titolo come il suo connazionale ex nerazzurro, e il secondo è quello di Mr. Gasperini con l'Atalanta, che ha trasformato una squadra di provincia in una rispettabile squadra europea.
Infine, vorrei porgere una domanda a voi lettori, avete mai sentito pronunciare a Ranieri o Gasperini la parola “CAPOLAVORO"? Io no, e voi?