Cluj-Lazio è stata qualcosa di veramente orribile. Inutile girarci attorno, e sia chiaro, mica perché abbiamo perso, la sconfitta è qualcosa che si può accettare, tipo quando giochi benissimo ma perdi e allora te ne fai una ragione.
Ma stasera non è mica andata così. Magari. Stasera siamo stati protagonisti di una prestazione molto al di sotto dell’anonimato; pur essendo andati in vantaggio con un goal di Bastos (sì, avete letto bene), Milinkovic e compagni hanno continuato ad aspettare l’avversario, lasciandogli corsa e quindi fatiche extra, ma anche spazi e possibilità di colpire. E loro lo hanno fatto, ci hanno colpito. Prima con la complicità dell’ingenuo Leiva che letteralmente confeziona e regala un rigore, atterrando un avversario in area di rigore, e poi grazie a Strakosha, che sbaglia un’uscita che a certe livelli non si dovrebbe mai sbagliare ed ecco che la frittata è fatta. I padroni di casa si ritrovano in vantaggio a quindici minuti dalla fine e parcheggiano un bus lungo quasi quanto tutta la Romania davanti la loro porta. E senza Immobile, come gli segni in questi casi?

Le assenze
Ecco, forse è stata proprio questa la chiave della sconfitta: le assenze. Già, perché con il senno di poi, non credo sarebbe andata alla stessa maniera con Immobile al posto del “presente ma assente” Caicedo e con Luis Alberto al posto di Correa, a mani basse il peggiore in campo. Ma Immobile e il mago Luis a Cluj, questa sera non c’erano, perché Simone Inzaghi ha ben pensato di risparmiargli le fatiche della trasferta per averli al top della condizione domenica contro il Parma, convinto di andare in Romania e poter vincere anche senza di loro. Cornuto e cazziato, in maniera esemplare aggiungerei anche. Da anni ci ripetiamo ormai che il nostro calcio per ripartire ha bisogno di vincere in Europa, che quello sia il trampolino perfetto, eppure sempre da anni non facciamo altro che snobbare una competizione che non portiamo a casa da quando Buffon giocava ancora nel Parma. E non che abbia cambiato tante squadre eh. Pensare di fare turnover e vincere facilmente è un concetto che il tempo e i risultati -pessimi- hanno con il tempo lentamente smontato, sia che tu possa chiamarti Juventus, sia che tu possa chiamarti Lazio, perché mentre decidi di andare a svolgere “il compitino” e tornare a casa, sperando di ottenere il massimo risultato con il minimo sforzo, dall’altra parte c’è chi scende in campo per giocare la partita della vita; perché parliamoci chiaro: quella del Cluj è stata la partita della vita. Una partita forse vinta più con le nostre assenze più che con le loro presenze.

“A” di affidabilità e amministrazione
Il bello, a pensarci a mente lucida dopo aver mandato giù il rospo, è che per trenta minuti buoni, il “giochetto” stava anche riuscendo se non fosse stato per il calcio di rigore che ha messo i padroni di casa nella condizione di crederci. E se non fosse stato per Strakosha -perché possiamo parlarne quando vi pare, ma sul goal del vantaggio del Cluj le colpe sono solo sue e di Bastos- saremmo almeno tornati a casa con un punto, mentre adesso la strada si fa davvero complicata. Già, perché se con l’errore del portiere è venuta a mancare quell’affidabilità che a volte fa la differenza, adesso a venire meno sarà anche l’amministrazione: Rennes e Celtic si sono spartiti la posta e essendo l’unica squadra a zero punti, la Lazio giocherà la prossima partita contro i francesi, con molte più pressioni di quelle che avrebbe avuto uscendo con il bottino dalla Romania. E se andasse male anche contro di loro?
Ora non si può sbagliare. Grazie Thomas, di cuore.