La pancia del tifoso: scacco matto Lazio

Esattamente ventiquattro ore fa, alla vigilia di una delle sfide più delicate della stagione, nessuno avrebbe mai immaginato un risultato cosi rotondo, specialmente a favore della Lazio. La Roma di Fonseca, grossa di un terzo posto momentaneamente conquistato a forza di prestazioni, era la favorita indiscussa; mentre la Lazio di Simone Inzaghi la vittima sacrificale, che in caso di sconfitta avrebbe visto la propria stagione terminare prima del previsto. Ma così non è stato.

Una mossa tatticamente devastante

Sul piano tattico il campo dell’Olimpico ci ha consegnato un solo e unico vincitore: Simone Inzaghi. Fonseca, nella preparazione al match aveva assegnato Milinkovic-Savic a Ibanez (autore di una partita disastrosa) e Leiva a Veretout, incaricando Pellegrini di abbassarsi per ricevere palla. In questo modo, l’allenatore portoghese sperava di chiudere la Lazio nella propria area di rigore, chiusa dal pressing alto di Pellegrini, Dzeko e Mhkytarian.

Dall’altra parte invece, Simone Inzaghi  ha chiesto a Leiva di abbassarsi affianco ad Acerbi per impostare l’azione, allargando sulle rispettive fasce Radu e Luiz Felipe. In questo modo il tecnico laziale ha costretto la Roma ad alzarsi più del necesserario, alzando la linea difensiva. A spostare poi l’ago della bilancia dalla parte dei biancocelesti, oltre all’errore davvero ingenuo di Ibanez, ci ha pensato Pepe Reina, capace di pescare alla perfezione con i suoi lanci, i compagni di squadra: il goal dell’uno a zero nasce proprio da un suo rinvio sui piedi di Ciro Immobile. Il portiere ex Napoli e Milan è riuscito a spedire il pallone nella metà campo avversaria per ben undici volte.
A determinare il crollo giallorosso sono però stati soprattutto gli errori individuali; in primis quello di Ibanez in occasione del goal di Ciro Immobile, e poi quello di Smalling, colpevole di aver lasciato il tiro a un Luis Alberto cinico e preciso. Due colpi pesantissimi che hanno inflitto il K.O. psicologico alla squadra di Fonseca, incapace di reagire mettendo in difficoltà la Lazio, e troppo fragile in fase difensiva. Il terzo goal infatti, firmato sempre da Luis Alberto, è servito solamente per arrotondare il pungeggio: i giochi erano già chiusi da un bel pezzo.

Spiccare il volo

Nel post-partita, ai microfoni di Sky Sport, Simone Inzaghi ha definito il match di ieri sera come “una vittoria di rabbia, carattere e determinazione”, facendo i complimenti a tutti i suoi ragazzi. Tutti si aspettavano una Lazio sulla difensiva, consapevole di dover lasciare il pallino del gioco alla Roma; la posta in palio per i padroni di casa era infatti molto più alta rispetto a quella dei giallorossi. Con una sconfitta la Lazio avrebbe praticamente detto addio alla corsa al quarto posto, mentre la Roma esce sì molto ridimensionata da questo ennesimo insuccesso contro una big del campionato, ma comunque ancora ancorata al terzo posto.
Adesso Immobile e compagni, dopo la terza vittoria consecutiva (il primo tris in questo campionato) dovranno cercare e trovare ulteriori conferme su di un campo forse per certi versi molto più ostico di quello giallorosso: nel prossimo turno ci sarà infatti il Sassuolo di De Zerbi.
Ma si sa, una vittoria come questa è in grado di aprire porte del destino prima inimmaginabili.
Ricordate quella storia delle sliding doors?