Nato a Buenos Aires il 28 aprile 1970, Diego Pablo Simeone, soprannominato “El Cholo”, oltre a essere un allenatore di successo, è stato anche uno dei più forti centrocampisti che il mondo del calcio abbia mai visto. Quando si pensa al Simeone calciatore infatti, si pensa a un vero e proprio leader del centrocampo, carismatico, grintoso e con il fiuto del goal. Tutto ciò che più si avvicina alla descrizione del centrocampista perfetto.

Gli inizi nel Vèlez Sarsfield e la Spagna
La sua carriera nel mondo del calcio non poteva che iniziare in Argentina, alla tenera età di diciassette anni. A lanciarlo, precisamente nel 1987, è il Vèlez Sarsfield, maglia che Diego Pablo Simeone indossa per ben tre stagioni, prima di trasferirsi in Italia. Romeo Anconetani, un presidente “vecchio stampo”, si accorse di quel ragazzo ancora fin troppo giovane ma già sicuro di se e con ottime qualità da leader, e lo convinse a firmare per il suo Pisa, all’epoca iscritto al campionato di Serie A.
Proprio con la maglia toscana Simeone fece il suo esordio in Serie A, il 9 settembre 1990, in occasione di un Bologna-Pisa che la sua squadra vincerà per uno a zero. Pur collezionando ben 55 presenze e 6 reti da centrocampista centrale, in appena due stagioni, Simeone non riuscì subito ad attirare su di sé l’interesse dei top club italiani, e appena si presentò la prima occasione, decise di cambiare aria, in direzione Spagna. A bussare alla sua porta fu infatti il Siviglia, che presentò a Romeo Anconetani un’offerta che oggi corrisponderebbe a qualcosa come 5 milioni di euro. Decisamente irrinunciabile.
La prima annata spagnola andò decisamente meglio: grazie alle 33 presenze e ai 4 goal messi a segno, gli fu confermato il contratto anche per la stagione successiva, dove Diego riuscì a ripetersi: insostituibile dal campo, e con 8 goal a referto. Numeri che attirarono le attenzioni del primo club importante della sua carriera: l’Atletico Madrid. I biancorossi ottennero la sua firma presentando al Siviglia quelli che oggi corrisponderebbero a 6 milioni di euro. Con l’Atletico Madrid Simeone mise le mani sui primi trofei: nel 1996 vince sia la Liga che la Coppa del Re.

Il ritorno in Italia
Il doppio successo spagnolo riuscì nell’intento di attirare le attenzioni di quelli che sul finire degli anni 90’ erano le vere potenze calcistiche: Inter, Milan, Juventus e Lazio. A credere maggiormente in lui fu l’Inter, che sborsò 13 miliardi di lire pur di riuscire a portarlo in nerazzurro. Gigi Simoni, l’allora tecnico della squadra, lo inserì fin da subito nel giro dei titolari. El Cholo rispose alla grande, contribuendo a raggiungere un secondo posto in campionato, e la conquista della Coppa Uefa. Un po’ meno entusiasmante si rivelò l’annata successiva: la squadra, dopo aver cambiato ben quattro allenatori chiuse all’ottavo posto in classifica, e un litigio con Ronaldo, la stella di quel gruppo, spinse Simeone a guardarsi altrove, accettando il flirt della Lazio. Nel giugno del 1999 Diego passò alla Lazio, facendo registrare il suo periodo di massimo splendore: fu sua la rete che permise ai biancocelesti di battere la Juventus, e di ridurre lo svantaggio che poi porterà la formazione capitolina a uno storico scudetto. Nel palmares del Cholo in quella stagione si aggiunse anche una Coppa Italia, conquistata proprio ai danni della sua ex squadra, l’Inter. Ma questo non è l’unico danno che Simeone arrecò ai nerazzurri: nella stagione successiva, dopo aver conquistato anche la Supercoppa Italiana, sempre ai danni della squadra di Massimo Moratti, firmò, nell’ultima giornata di campionato, la rete che negò (con un risultato di 4-2) la gioia dello scudetto ai tifosi interisti. Quella sarà la sua ultima pagina di storia nel calcio italiano.

Il ritorno a casa
Terminata l’esperienza in biancoceleste (che a detta sua, cambierà in maniera davvero profonda l’attaccamento di Diego Pablo Simeone per una maglia) fece ritorno in Spagna, sempre all’Atletico Madrid, dove trascorse un’intera stagione, prima di tornare a casa, in Argentina. Ad accoglierlo, e a volerlo fortemente, ci fu il Racing Avellaneda, squadra con cui Simeone chiuse la carriera da giocatore per avviare poi quella da allenatore.


Il suo impatto nel calcio
Veloce, pieno di grinta, livello di tecnica individuale non indifferente e fiuto del goal migliore perfino di alcuni attaccanti della sua epoca. Diego Pablo Simeone è stato un vero e proprio asteroide che ha colpito in pieno il mondo del calcio. In ogni squadra di cui ha vestito la maglia, El Cholo si è sempre guadagnato l’affetto spasmodico della relativa tifoseria.
La sua è stata una carriera eccezionale, che forse avrebbe potuto e dovuto regalargli qualche trofeo in più, ma al netto di questo, Diego Pablo Simeone rimane uno dei migliori centrocampisti che il calcio abbia mai avuto l’onore di conoscere. Per quanto riguarda il Diego Pablo Simeone in versione allenatore invece, nonostante la “giovane” carriera, alcune soddisfazioni sono già arrivate: Simeone infatti, è il tecnico più vincente della storia madrilena, squadra che tutt’oggi ancora allena.