Da qualche settimana, in questa comunità o blog, dibattiamo, accanitamente, di Boban, Gazidis e Rangnick.
Ci siamo divisi in due fazioni, l’un contro l’altra armata, e, ogni giorno, gli appartenenti ai due schieramenti, portano nuovi argomenti a sostegno delle loro tesi. Ovviamente, mi ci sono buttato anch’io nella mischia e anche con un certo fervore. Ma, ieri sera, dopo aver finito di leggere le ultime schermaglie, ho avvertito una sensazione. Come se qualcuno ci osservasse con un sorrisetto malizioso, più che un sorriso, una piega amara della bocca, quello che gli specialisti chiamano rictus, un’espressione pronunciata che somiglia a un ghigno beffardo.

Stanotte poi il sogno. Un cigno nero. E allora ho capito.
Per gli specialisti della finanza e dell’economia, la metafora del cigno nero definisce la teoria dell’improbabile che governa la nostra vita. Massim Nicholas Taleb, filosofo e matematico che ha elaborato la teoria ci ha spiegato, qualche anno fa, in un saggio - Il cigno nero appunto - come l'improbabile governa la nostra vita, un saggio dove spiega come la storia, ma anche la nostra vita stessa, siano segnate da avvenimenti sorprendenti, a cui diamo spiegazioni che spesso si dimostrano poco efficaci.

Siamo tifosi di una squadra di una regione che è stata dichiarata off limits dalle autorità competenti per via della massiccia diffusione di un’epidemia che sta rivelando la nostra precarietà come Albert Camus ci ha illustrato tanti anni fa in quel bellissimo libro che è “La peste”.

Questo nostro affannarsi, talvolta farneticante, in difesa dei nostri totem calcistici, è destinato a finire in nulla Penso, in questo momento, alle parole del presidente della FIGC,Gabriele Gravina: “In caso di positività di un calciatore potremmo fermare il campionato.” Lo stop al campionato è stato sollecitato con forza e da subito da Damiano Tommasi.Il presidente dell’AIC ha scritto al premier Conte, al Ministro Spadafora e a Gravina nonché ai presidenti delle Leghe di A, B e Lega Pro: ”Fermare il calcio è l’atto più utile al Paese, in questo momento – ha scritto Tommasi – le squadre da tifare stanno giocando nei nostri ospedali, nei luoghi di emergenza”.
Paolo Scaroni, presidente del Milan, ha detto che vedrà la partita in Tv e quindi non andrà a San Siro.

Quello che personalmente penso, per quello che vale, è questo: il calcio professionistico italiano con i suoi atteggiamenti volti a proteggere la pecunia, sta fornendo un grave esempio di irresponsabilità.
Milioni di persone sono in libertà vigilata e “questi (i presidenti delle squadre di calcio) come ha detto Balotelli - una volta tanto giustamente - pensano ai soldi e non alla salute”. Intanto, il ministro dello Sport Spadafora ha chiesto al presidente della FIGC di valutare la sospensione immediata del campionato di calcio.

Qualcosa succederà e presto: Parma-Spal, che doveva iniziare alle 12,30, è stata fermata. Le squadre sono state richiamate negli spogliatoi.
Il cigno nero si è alzato in volo.