Un pensatore francese, il cui nome in questo momento mi sfugge, diceva che “gli uomini avvertono il bisogno di dire la verità quando sono a corto di menzogne”. Da questo bisogno – ho scoperto oggi – guru del calcio, addetti ai lavori a vario titolo, virtuali e cartacei, si sentono in perpetuo esentati.
La riflessione è maturata osservando la sarabanda che si sta scatenando intorno alla panchina del Milan. Diciamo meglio, visto che parliamo di una squadra il cui simbolo fondativo è il diavolo, che si sta celebrando un “sabba”, ovvero una riunione di streghe in presenza del demonio e ballano tutti sulla panchina di Pioli che, per sua sventura, ha l’aria di un mite francescano che invece del saio indossa sempre la stessa giacchetta sopra un cardigan grigio le cui sfumature non sono così eccitanti come quelle del romanzo che conosciamo.
Diciamoci la verità, Pioli, persona degnissima, caratterialmente, non è un leone. Gli manca la criniera, gli artigli e l'ugola. Non è il comandante che, quando la nave è in balia delle onde del mare in tempesta afferra il timone e restituisce fiducia e coraggio alla ciurma impaurita. La navicella del Milan ha bisogno di un comandante che si piazzi sulla tolda e inciti i suoi uomini a tenere la barra dritta.

Ma, andiamo al punto. La giornata si apre con la notizia di una divisione, più o meno profonda, ai vertici dirigenziali del Milan. Oggetto del contendere: il prossimo allenatore. Ora, non più tardi di qualche settimana fa, alla vigilia del derby, scopriamo che il prossimo allenatore del Milan potrebbe essere Herr Ralf Rangnick, che, in Germania, ha ottenuto buoni risultati sia con il Lipsia che con le squadre sponsorizzate dalla Red Bull, nota bevanda energetica cui presto i tifosi rossoneri dovranno fare massicciamente ricorso per superare le ambasce e le angosce di un futuro per niente idilliaco.
La notizia, sull’arrivo a giugno del teutonico tecnico, non è stata fino ad oggi smentita, fatto di cui prendere nota. Rangnick è fortemente sponsorizzato da Gazidis, enigmatico dominus del Milan che parla pochissimo, guadagna tantissimo, e si muove con passi felpati come un cardinale di Curia di Chiesa del ‘700. Non sono dello stesso avviso Boban e Maldini che, magari , non saranno ‘uomini di Curia’ come il nostro Ivan, ma nemmeno chierichetti incaricati della cura dei paramenti del cardinale rossonero. Maldini nel corso di un’intervista, a proposito di Rangnick, ha detto testualmente: “Ho letto. Sinceramente, da direttore dell'area sportiva, con il dovuto rispetto, non credo che sia il profilo giusto da associare al Milan". Amen.

Boban e Maldini – si dice – vorrebbero Allegri il quale però incasserà il lauto stipendio della sua ex – squadra – la Juve – fino a luglio. E poi il livornese pare sia in trattative con una grossa compagine inglese. Inoltre, tanto per chiudere il cerchio non risulta sia stato contattato ufficialmente. Molti si chiedono, e non con qualche ragione, perché l’ambiziosissimo Allegri dovrebbe venire al Milan dove la politica, in fatto di investimenti, è quella delle nozze con i fichi secchi.
Nel pomeriggio, dalla Spagna, arriva un altro ‘boatos’: sarà Marcelino Garcia Toral il nuovo tecnico rossonero. Il nome dell’ex Valencia e Villareal è venuto fuori per via di un contatto risalente a ottobre quando si cercava il sostituto del prof. Giampaolo. Poi si virò su Pioli. ll giornale spagnolo Mundo Deportivo lo dà per certo al Milan.

Difficile districarsi in questa girandola di nomi, di battute, di dichiarazioni seguite da smentite. Un circuito infernale, magari il Milan dovrebbe pensare ad assumere un esorcista.