“Noi sappiamo quanto sia importante avere un’identità milanese o italiana. Per le proprietà straniere a volte è difficile capirlo, ma è un passaggio fondamentale. Non si deve mai arrivare alla ‘de-italianizzazione’ e ‘de-milanizzazione’, sarebbe veramente come perdere l’anima. Lo dice un patriottico croato che ama questo club, questa città e questa splendida terra.”

E’ la conclusione della ‘fatale’ intervista di Boban. In queste suggestive e struggenti parole è racchiuso lo scontro di due visioni del calcio, del Milan e, se volete, anche del Paese. Confesso che non sono un simpatizzante di Gazidis. Giusto essere chiari o, come dicono le persone colte, onesti intellettualmente. Magari sto sbagliando tutto.
Forse Gazidis e, soprattutto, Mr. Singer sanno quello che fanno e hanno pensato che resettando tutto, al Milan, si possa ripartire e raggiungere luminosi traguardi prima contabili e poi sportivi. Certo, c’è sempre il rischio di gettar via l’acqua sporca con il bambino, ma si sa, nella vita certi rischi vanno affrontati. Un’altra cosa che non riesco a capire – e magari fosse solo questa – è l’atteggiamento di una certa parte della tifoseria rossonera che, invece, di appassionarsi a una bella partita di calcio del Milan si sta entusiasmando alle pratiche della partita doppia, ovvero il metodo di scrittura contabile che registra le transazioni aziendali.
Certo, siamo sempre a Milano, dove la vita è scandita dal ritmo pulsante delle aziende, lo si respira nell’aria, anche se, in questi giorni ,nell’aria circola qualcosa che è meglio evitare. Curiosando, nei meandri e nei recessi dei post del blog, ho scoperto che la fazione aziendalista del tifo rossonero, discute e dibatte, con grande enfasi, di plusvalenze, payroll, playtrading e delle gesta future del dott.Gazidis.
Devo, confessare, che un giorno sono finito dentro un post dove si parlava di queste cose e ho pensato che ero entrato in una comunità di specialisti in economia aziendale.

Ma, sapete sono uno sprovveduto che ancora pensa che bisogna entusiasmarsi a un bel goal di Ibra o, anche, a una bella parata di Donnarumma. Mi perdonino, lor signori (chi parla di economia non può che essere che un Signore) sono un vecchio tifoso rossonero che si esaltava ai goals di Prati, Sormani, Hamrin e ai ricami di Gianni Rivera. Quisquilie, robetta, al cospetto di una bella partita doppia. Lo so, lo so... ma che ci volete fare, sono nell’età in cui i ricordi prevalgono sui progetti.

A proposito di progetti. Ho letto che il tetto-stipendi verrà abbassato. Non oltre 2 milioni.
Intendiamoci, è sempre una bella cifra e poi che l’età dei giocatori non deve superare i 24 anni. Alcuni esperti di calcio, sicuramente più esperti di me, elaborano acquisti di top player e formazioni. Allora, io che sono uno sprovveduto di campagna, mi metto a pensare, ma come si fa a comprare quel giocatore che ne guadagna 5 di milioni? Ecco, qui mi ingolfo. E penso: ma Donnarumma, ne guadagna 6 di milioni. Subito, i tifosi-economisti, fanno sapere che verrà ceduto e frutterà una plusvalenza di 60 milioni. Quando loro dicono “plusvalenza!” è come quando io davanti alla TV salto gridando “Goooal, quando Rebic insacca.” Ho provato anch’io a dire Plusvalenzaaa… ma a me non viene bene.

Ho detto Rebic? Ah sì… lui guadagna un po’ di più, mi pare. Ecco come la mettiamo? Non possiamo mica venderlo. La storia del suo contratto è un combinato disposto. Boh! Però con Theo Hernandez – e qui il buon Paolo ci ha visto giusto - facciamo ancora plusvalenzaaa! Milan in vantaggio… ha segnato Gazidis!

A proposito di ‘vecchietti’ chissà cosa ha voluto dire Zlatan Ibrahimovic con quel messaggio “Fallo con passione o non farlo affatto” Molto strano non trovate? Mi chiedo, e vi chiedo, ma Ibra e Rangnick come conviveranno?
Ecco, questa è un’altra cosa che non mi torna.

Chiedo agli esperti della comunità: spezzate il pane della vostra sapienza! Ma, solo il pane eh...