Il calcio nel sangue

Mauro Matias Zarate nasce a Buenos Aires, nella piccola frazione di Haedo. Al contrario di altri bambini nati in quelle zone, Mauro può permettersi il lusso di pensare esclusivamente al suo sogno di diventare calciatore: la sua infatti è una famiglia benestante, e sopratutto piena di calciatori. Il nonno Juvenal, il padre Sergio e il fratello Rolando hanno infatti avuto trascorsi calcistici.

“Considerare che sei la ragione per cui io vivo, questo è o non è amore?”

Il suo identikit e gli inizi

Piccolo, agile, veloce, un amante del dribling. Questo è il giocatore che nel 2006 riesce a farsi notare nelle giovanili del Velez Sarsfield, segnando ben 12 goal in prima squadra, a cui accede quando il fratello Rolando viene ceduto al Tigres Uanl. Il suo talento non passa inosservato, e appena un anno dopo il club quatariano Al-Sadd lo preleva con una cifra vicina ai venti milioni di euro, dove però Mauro realizzerà solamente 4 reti in 6 partite. Siamo nel lontano 2007 e in Quatar il calcio è appena in via di sviluppo: il livello è davvero molto basso, con ritmi lenti che vanno pienamente in contrasto con quelli dell’argentino, abituato a velocità e ripartenze. Nel frattempo però il suo nome inizia a circolare anche in Europa, e il 21 gennaio 2008, Zarate, scontento della vita a Doha ha l’occasione di approdare nel calcio che conta: in Premier League, precisamente al Birmingham City.

Portami via dai momenti, da questi anni violenti, da ogni angolo di tempo dove io non trovo più energia, amore mio portami via”

La svolta

Al Birmingham arriva con la formula del prestito, ma l’inserimento in un campionato ostico e difficile come la Premier League non procede nel migliore dei modi. Il 22 marzo 2008 realizza la sua prima rete in campionato, ma l’impressione che quel talento possa sbocciare definitivamente resta solo un’illusione. Arriveranno infatti solamente altre 3 reti in 14 partite totali, con il club che chiude la stagione al penultimo posto, retrocedendo in Championship. “Zarate Kid” torna all’Al-Sadd, ma la sua intenzione non è certamente quella di restare in Quatar: dopo aver assaggiato una fetta del calcio che conta, Mauro ne vuole ancora. Ed ecco che il 9 luglio 2008, il destino gli concede un’altra possibilità, perchè il talento va in qualche modo sempre premiato. Alla porta del suo agente stavolta bussa una squadra di Serie A, la Lazio di Claudio Lotito, che con la modica cifra di 3 milioni (più 15 per il riscatto) lo porta nella capitale, dove l’argentino vivrà il picco della sua carriera. Quella di Zarate e della Lazio stessa è una partenza col botto: esordisce alla prima di campionato con una doppietta, si presenta davanti ai suoi tifosi all’Olimpico nella giornata successiva con un altro goal, e non contento mette lo zampino anche alla terza giornata con il Milan. Come direbbero ora, Matias si presentò “on fire”, ed è proprio a Roma che mostra le sue migliori “skills”, diventando in poco tempo l’incubo di tutti i difensori della lega; sono in pochissimi a conoscerlo, e proprio per questo, con la sua velocità e capacità di saltare l’uomo è letteralmente imprendibile, tanto che riuscirà a realizzare la bellezza di 16 reti, di cui una rifilata anche ai giallo-rossi nel derby che la Lazio vincerà per 4-2. A fine stagione arriva anche un trofeo, la Coppa Italia conquistata ai danni della Sampdoria, insieme all’ufficialità del riscatto e il rinnovo del contratto.

 

I sogni sai vanno dipinti anche se non li vedi, ma se poi ci pensi, spesso svaniscono perchè non ci credi”

Qualcosa si rompe

La nuova stagione porta con se una grossa novità, chiamata Davide Ballardini, che inizia la sua avventura nel migliore dei modi, vincendo, l’8 agosto 2009 la Supercoppa Italiana per 2-1 ai danni dell’Inter di Josè Mourinho. In Europa però la Lazio non supera i gironi, e in campionato le cose non vanno come dovrebbero, tanto che a gennaio subentrerà Edy Reja come nuovo allenatore, che sarà l’ultimo ad allenare Zarate nella Lazio. Le sue reti sono solamente 7, farà di meglio nella terza stagione in bianco-celeste, ma i continui screzi con il nuovo allenatore, dovuti a un carattere ribelle, porteranno la società alla decisione di metterlo sul mercato.

La parentesi interista e la causa con la Lazio

Il 31 agosto 2011 passa all’Inter in prestito con diritto di riscatto, dove esordirà per la prima volta in Champions League, segnando anche un goal contro il CSKA. La differenza con la squadra bianco-celeste è però notevole, e a Milano Zarate troverà pochissimo spazio, segnando addirittura il primo goal in campionato ad aprile 2012. La stagione è fallimentare e il giocatore non verrà riscattato, tornando così a Formello, dove finirà fuori rosa, diventando un caso pubblico. A seguito della sua esclusione il giocatore fa causa alla società capitolina, con l’accusa di mobbing: la controversia è rimandata al collegio arbitrale, che dopo due sentenze accuserà il giocatore argentino. Alla fine però il suo contratto con la Lazio viene rescisso grazie all’articolo 14 del regolamento FIFA.

Il ritorno alle origini che dura poco

La sua nuova squadra diventa il Velèz, dove però non può essere impiegati fino al 15 agosto 2013 , giorno in cui arriva il definitivo via libera dalla FIFA. Qui Zarate torna quello di un tempo, vincendo il titolo di capocannoniere del campionato argentino, con 16 centri. Il calo di prestigio però si fa sentire e il 28 maggio 2014, con il suo agente decide di firmare un triennale con il West Ham, riapprodando in Premier League, dove a gennaio sarà ceduto in prestito al Queens Park Rangers.

Ancora Italia, ancora Premier, ancora Quatar

Tutto ciò che di buono Mauro ha mostrato nel primo anno in Serie A non è stato di certo dimenticato, e infatti il 22 gennaio 2016 la Fiorentina bussa alla sua porta, prelevandolo dal West Ham per soli 2 milioni di euro. Con la maglia viola quella di Zarate potrebbe essere la sua ultima opportunità nel calcio europeo, ma chiude la stagione con 17 presenze e tre reti. Nella seconda stagione sulla panchina arriva Paulo Sosa, che gli concede molto meno spazio, fino ad arrivare a una nuova cessione: è così che si torna di nuovo in Inghilterra, alla corte del Watford. La sfortuna però entra in gioco e durante la partita contro la sua ex squadra, il West Ham appunto, Matias subisce un grave infortunio che lo costringe a uscire dal campo con l’aiuto della barella e di una bombola d’ossigeno. La sua stagione termina precocemente, e il 2 ottobre successivo, come un pacco sbattuto ovunque, viene inviato in prestito all’Al-Nasr, allora guidato da Cesare Prandelli.

“Arriveranno gli anni più belli, l’estate finalmente infinita sarà, questa terra avrà cambiato colore”

Il tradimento e il suo presente

In Argentina, precisamente al Velèz, sentono tutti la sua mancanza e complici le sue prestazioni in Premier League che non decollano, ecco che arriva l’accordo economico con il club inglese per riportarlo in patria. Sembra che tutto si stia concludendo per il meglio, quando all’improvviso ecco che arriva un colpo di scena che ha del clamoroso: il Boca Juniors, storico rivale del club bianco-blù, ufficializza il trasferimento di Zarate. Accade di tutto: centinai di tifosi diffondono in rete dei video mentre sono intenti a bruciare la maglia del giocatore, mentre la famiglia arriverà addirittura a ripudiarlo, accusandolo di aver tradito oltre 40 anni di storia. A nulla basterà infatti la lettera di scuse pubblicata su Instagram, in cui il giocatore chiede comprensione e spiega che la scelta di trasferirsi al Boca (dove attualmente ancora milita) non è stata dettata da ragioni economiche. Nel frattempo nella sua nuova squadra Mauro sembrerebbe aver trovato una volta per tutte la sua dimensione: quella della Primera Divisìon, dove in 20 presenze ha già realizzato cinque goal, conquistandosi già il futuro riscatto che avverrà a giugno, per 2,3 milioni di euro. Chissà se forse un giorno lo rivedremo correre e i dribblare i difensori del nostro campionato…