La rosa, si sa, "dei poeti è il fiore" e perde la sua poetica nella declinazione di "eupalla" (cit.)... ogni allenatore, in qualità di gestore di risorse umane, ha una visione definita del proprio orizzonte di gioco e dei risultati che deve ottenere, tanto che ad un'analisi esterna, da semplice tifoso, credo di non essere l'unico a stupirsi a proposito del controsenso eclatante nel vedere alcuni giocatori schierati con costanza e pervicacia, anche di fronte ad evidente inadeguatezza.

Non ho una "squadra del cuore": sono troppo innamorato del gioco ed il calcio rimane la mia unica "distrazione"; lo è stato da giocatore (scarso, ma costantemente applicato nelle serie minori), lo rimane da osservatore, tanto che quando mi capita - per la verità sempre più raramente - mi fermo a guardare giocare anche dei bambini.

Ma tornando "a bomba", sembrerebbe logico che quando si comincia una partita "di serie A", l'allenatore abbia in mente quello che ha visto quotidianamente al campo e come schierare la squadra per ottenere il massimo; ma anche ciascuno di noi, che non ha seguito gli allenamenti quotidiani, è in grado di capire se quello schieramento sia in grado di dare i risultati sperati e, a mio giudizio, spesso siamo anche in grado di comprendere che, un giocatore certamente non scarso, possa rivelarsi scadente semplicemente perché ciò che gli viene richiesto non è coerente con le sue doti (tecniche o atletiche che siano).

Non mi dilungherò con gli esempi (sarebbero decine anche solo per gli ultimi mesi).

Ho solo una riflessione che continua a tornarmi in mente per via della totale incoerenza della situazione: il calcio è evidentemente uno sport che si basa su principi comuni semplici, sui quali - quasi sempre - il talento dei singoli fa la differenza e - nonostante tutto - appartengo ad una generazione che ha cercato di migliorare la propria cultura (sì, esiste - se si vuole - anche una cultura calcistica) leggendo Brera o Soriano o Montalbano e disquisendo sulla perfezione del risultato di zero a zero (cit.: Annibale Frossi)... attenzione: perfezione, non emozione.

Insomma, mi viene da sorridere quando un centravanti viene osannato perché fa goal, ma se gli capita di dover passare un pallone ad un compagno sbaglia il passaggio di molti metri e, nonostante questo, non viene sostituito in una partita da zero a zero (perfetta a suo modo), oppure quando un sistema di gioco studiato nei dettagli è palesemente e visibilmente inadeguato, ma rimane lo stesso in essere perché l'allenatore chiede che nessuno dei suoi giocatori esca, anche solo per un momento, dai compiti che gli sono stati preventivamente assegnati (ma il calcio non sarà mai il football americano e se non è arricchito dall'invenzione del momento perde tutta la sua gioia), ed a seguito di questi eventi non vi sia mai (ma proprio mai) qualcuno (al calduccio e ben pagato) che osi sollevare un banale: scusi mister, ma davvero non si è accorto che il centravanti non tiene un pallone?...perché è meno rischioso compiacere (anche parzialmente) che contrariare.

E allora le rose... rimangono con pochi petali staccati e molti da staccare e pare che l'obiettivo di ciascun petalo non sia quello di partecipare a rendere unico il fiore, il suo colore ed il suo profumo, bensì quello di far aumentare il prezzo delle rose al mercato.