Dopo la famosa querelle con Mediapro, chiusa con la rottura totale tra le due contendenti per mancanza di garanzie da parte degli spagnoli, la Lega ha deciso di dividere l'ultima asta per i diritti televisivi in tre pacchetti ma, invece di differenziarli per squadre, li ha distinti per di fasce orarie: Sky se ne è aggiudicati due mentre il restante è stato assegnato a Perform, gruppo proprietario dell’emittente Dazn. Il risultato ha sancito l’uscita di scena da parte di Mediaset Premium e, ad ogni turno di Serie A, tutte le gare vengono trasmesse da Sky ad eccezione di tre match: il posticipo serale del sabato, quello del lunch time domenicale e una sfida tra quelle in programma la domenica alle ore 15,00. Quest’ultima verrà comunicata con lauto anticipo ma, al momento della stipulazione del contratto da parte dell’abbonato, potrebbe ancora non essere nota (soprattutto se temporalmente molto distante) dato che anticipi a posticipi vengono divulgati anche in base all’andamento delle italiane nelle coppe; ad oggi, per esempio, si conoscono tutti gli orari delle partite in programma e chi le manderà in onda, ma solo per quanto concerne il girone di andata. Il monopolio è stato scongiurato ma ciò ha portato ad un abbassamento dei prezzi? La qualità dei servizi proposti è migliorata?

Proviamo a dare delle risposte immedesimiamoci in un tifoso di calcio, sostenitore di una qualsiasi squadra di Serie A, che ha come unico fine quello di guardare tutte le partite dei propri beniamini in campionato e gustarsi le due maggiori manifestazioni europee per club, senza avere alcuna pretesa di vedere campionati esteri o contenuti di approfondimento. Subito dobbiamo fare i conti con un dato oggettivo: con questa tipologia di assegnazione dei diritti, per avere la certezza di vedere tutte le partite del proprio club di Serie A, si deve obbligatoriamente poter disporre della visione di Sky e di Dazn.

  • Sky: oltre ad un costo di attivazione, questa emittente costringe gli abbonati a dover usufruire del pacchetto base Sky TV, che comprende serie TV, intrattenimento e documentari, e solo successivamente conferisce la possibilità di aggiungere altri contenuti. Tralasciando i film, compresi nel pacchetto Cinema, la TV di Murdoch machiavellicamente inserisce Champions League ed Europa League nel blocco Sport mentre la Serie A fa parte del bouquet Calcio. Quindi, se prendiamo come riferimento il target che ci siamo prefissati, la prima cosa da capire è che quell’appassionato dovrà sostenere una spesa di attivazione e sottoscrivere un abbonamento composto da Sky TV+Sport+Calcio. Poiché Sky diffonde la propria programmazione con tre modalità, divide il proprio listino in base a come questa viene trasmessa: digitale terrestre, fibra ottica e satellite. Sul digitale terrestre il prezzo mensile e quello di attivazione sono meno elevati ma al contempo sono inferiori il numero dei canali, la qualità delle immagini e i servizi offerti. Tra quest’ultimi c’è Sky Go Plus, che consente di visionare, su dispositivi mobili, i contenuti del proprio abbonamento anche quando si è fuori casa, oppure Sky Q, apparecchio di ultimissima generazione che tra le varie funzionalità permette di fruire di immagini in 4K e di mettere in pausa anche i programmi in diretta, scegliendo poi se ricominciare da dove si è finito la visione o di tornare live. Senza approfondire troppo i vari importi, dipendenti anche da offerte speciali, la cifra mensile media da spendere si aggira intorno alle 50 euro per il primo anno, periodo generalmente promozionale, per poi aumentare successivamente, quando si torna ai prezzi di listino. L’emittente è tutt’altro che a buon mercato, senza pontificare sul fatto che i costi possano essere più o meno giustificati, poiché c’è da dire che l’offerta sportiva è molto vasta e completa. Una persona amante di Serie A e competizioni europee desiderosa di risparmiare, nonostante sia disposto a rinunciare agli altri sport o al pacchetto base, è impossibilitato a farlo. L’unica soluzione più accessibile in termini di spesa è rappresentata da Now TV, emittente sempre del gruppo Sky. Si tratta di una piattaforma streaming che trasmette tramite internet, indipendentemente dal tipo di connessione, e non prevede spese di attivazione nè vincola coloro che vi aderiscono ad avvalersi di un pacchetto base. Inoltre, elemento vantaggiosissimo, non si è legati ad un vero e proprio contratto ma si paga solo per quello che si vuole guardare: una volta terminato il periodo per il quale si è pagato, si può decidere di prolungare la fase di visione oppure terminare il diritto di utilizzo, senza inviare comunicazioni o incorrere in penali. Le uniche problematiche, in una nazione nel complesso non all’avanguardia in materia di collegamenti internet, sono rappresentate dai possibili problemi di connessione e dal leggero ritardo tra streaming e tempo reale.

 

  • Dazn: come Now TV, è una piattaforma streaming che non prevede costi di attivazione e consente di terminare la fruizione dei diritti di visione in qualsiasi momento. Ha un costo fisso di 9,90 euro mensili e, oltre alle già citate tre sfide della massima categoria, comprende altri eventi sportivi. Può essere guardata con tablet, smartphone, box TV, PC o smart TV. I dispositivi abilitati possono essere fino a sei per ogni account ma la visione in contemporanea è consentita a massimo due di questi. Il primo mese è gratuito eccetto per i clienti Tim da più di un anno, ai quali il periodo di prova è estenso a sessanta giorni. All’inizio del campionato Dazn è stata oggetto di forti critiche, oltre che di ironia, per le difficoltà tecniche di trasmissione e per il gap tra orario effettivo e tempo di streaming. Ad oggi molti problemi sono stati risolti sebbene i mugugni non siano totalmente cessati.

 

Da quanto esposto sin ora si capisce benissimo che Sky e Dazn non competono per lo stesso prodotto, come succedeva in passato tra la televisione di Murdoch e Mediaset Premium, ma non fanno altro che proporre contenuti complementari. Per questa ragione non si è scatenata la classica guerra a ribasso e ciò è andato solo a discapito delle tasche degli appassionati. Le due emittenti hanno stretto un paio di accordi stando però ben attente a non toccare troppo l’aspetto pecuniario: uno per i clienti residenziali e l’altro per i possessori di locali. Per gli abbonamenti residenziali Sky sono previsti degli sconti su Dazn acquistando dei ticket (con risparmio di soli 2 euro sui mensili e di 19,98 euro pagando anticipatamente per nove mesi) mentre, eccezionalmente per chi gestisce locali nei quali viene trasmesso Sky, è stata concessa la trasmissione di Dazn sul satellite. La qualità neppure è stata migliorata, considerando soprattutto che nelle abitazioni non si ha la libertà di poter vedere le sfide su Dazn con un mezzo diverso dalla rete. L’unico miglioramento tecnologico è rappresentato da Sky Q: almeno le 99 euro di attivazione comprese di installazione di tutto l'impianto, che scendono a 79 euro in assenza dell’ausilio di un tecnico, possono essere giustificate.

Alla luce di tutte le considerazioni fatte, sia economiche che qualitative, emerge un quadro nel quale gli amanti della massima serie italiana sono stati penalizzati, magari meno quelli non interessati alle coppe europee, e che l’errore maggiore è stato quello di dividere i diritti di visione per fasce orarie. Paradossalmente, nonostante abbia evitato un monopolio, la Lega è riuscita nell’arduo compito di peggiorare la situazione precedente. In una nazione così amante del calcio, nella quale ancora molti stadi non sono adatti a proporre questo spettacolo, anche stare davanti ad uno schermo è diventato più arduo.