Dopo anni passati tra astinenze dalle coppe o in impegni nell’Europa meno ambita, finalmente l’Inter torna ad affrontare una trasferta della maggiore competizione continentale. Si presenta al cospetto degli avversari in testa al gruppo B, con 3 punti a pari merito del Barcellona. Per i sostenitori dei milanesi, orfani dei fasti targati Mourinho, le ultime 6 stagioni fuori dalla Champions sono state buie (nessun maggior dolore che ricordarsi del tempo felice nella miseria), ma oggi l’eccitazione è molta e saranno ben 1700 i fedelissimi al seguito della beneamata.

Il club meneghino è già tornato a riveder le stelle a San Siro, ma riuscire a confermare fuori casa le buone cose viste contro il Tottenham sarà difficile, nonostante l’avversario non sia di certo tra le favorite del girone. La vittoria nei confronti dei londinesi ha avuto sviluppi positivi sotto ogni sfaccettatura. Anzitutto per il risultato, che ha sorriso agli uomini di Spalletti, poiché è l’elemento più importante al di là di qualsiasi considerazione. Il pubblico, poi, è stato quello delle grandi occasioni: la passione dei supporters interisti, l’amor che move il sole e l’altre stelle, ha caricato la squadra già a inizio partita, ma i tifosi sono stati fondamentali soprattutto durante i 90 minuti, poiché con il loro apporto hanno spinto i nerazzurri prima a pareggiare la rete iniziale di Eriksen e poi a conquistare i 3 punti nei minuti finali. L’umore della rosa ne ha risentito in senso positivo; il trionfo contro gli inglesi è stato provvidenziale per un morale che ha toccato il fondo dopo un inaspettato tonfo interno, incassato appena tre giorni prima, da un modesto Parma. Il successo ha fornito maggiori certezze e tranquillità proprio quando la diritta via era smarrita, inaugurando un filotto, ancora aperto, di quattro successi consecutivi. La magica serata del Meazza, infine, ha ridato lustro all’allenatore. I detrattori del toscano infatti, individuando in lui il maggiore responsabile dell’avvio di stagione a singhiozzi, avevano già iniziato a chiederne la testa, sebbene un precoce esonero avrebbe reso l’Inter la solita nave sanza nocchiere in gran tempesta.

La gara di stasera pullula di insidie, soprattutto se l’approccio alla gara non sarà quello giusto, perché sottovalutare gli olandesi sarebbe il peggiore errore che i ragazzi di Spalletti potrebbero commettere, sebbene il Philips Stadion non sia di certo una struttura da lasciate ogni speranza, voi ch'entrate. La squadra olandese, nonostante un sonoro poker subito a Barcellona, sta attraversando in patria un ottimo periodo di forma, guidando l’Eredivisie a punteggio pieno con 21 punti. I precedenti lasciano comunque ben sperare giacché nelle sole 2 sfide tra questi team, avvenute in occasione della fase a gironi di Champions League edizione 2007/2008, l’Inter è riuscita ad avere la meglio sul PSV in entrambe le occasioni (per 2-0 alla Scala del calcio, con doppietta di Ibrahimovic, ed 1-0 ad Eindhoven, con sigillo di Julio Ricardo Cruz).

Le idee del tecnico di Certaldo sembrano abbastanza chiare e dovrebbe proporre Handanovic in porta, difesa a 4 con D’Ambrosio e Asamoah sugli esterni e la coppia centrale Skriniar e De Vrij, duo di centrocampo con Brozovic e Vecino e in attacco unica punta Icardi con alle spalle Politano, Nainggolan e Perisic. Dall’altra parte l’allenatore dei nederlandesi Van Bommel, vecchia conoscenza del nostro calcio, si dovrebbe affidare ad uno speculare 4-2-3-1 con Zoet tra i pali, una linea difensiva composta da Dumfries, Schwaab, Viergever ed Angelino, a protezione di questa Rosario ed Hendrix mentre Berwijn, Pereiro e Lozano sulla trequarti cercheranno di supportare il centravanti De Jong.

Le aspettative per il match sono molte, una vittoria consentirebbe all’Inter di proseguire il suo cammino europeo con molte più speranze di quando ha cominciato la competizione. E la speranza, come scriveva il Sommo Poeta, è uno attender certo de la gloria futura, il qual produce grazia divina e precedente merto.