Insomma, bisogna ammettere che la Juve è più forte: loro hanno un Dybala, hanno un Ronaldo e noi ieri sera non avevamo nulla, nessuno in grado di fare una giocata spaccapartita, nessuno col cambio passo.
Sembrava, a settembre, che avessimo trovato dei nuovi campioni, ad esempio Sensi e Lautaro. Niente da fare, a marzo sono già evaporati da tempo, di loro non vi è più traccia. Lautaro non fa più uno smarcamento ed involata come in quelle settimane: si aggira per il campo correndo a vuoto con lo sguardo smarrito. Sensi, va beh... è una storia di catene, bastonate e chirurgia sperimentale, citando Lucio Dalla: è rotto dal 6 ottobre, non più pervenuto.

Se poi prendiamo sotto esame Lukaku, temo che possa aver ragione Di Canio: grande con le piccole e piccolo con le grandi. Spero che il buon Paolo si sbagli.
Quanto ad Ericksen, non saprei: forse gioca poco, forse non ha la giusta verve agonistica, oppure boh... A volte mi sembra abbia lo sguardo interrogativo di uno che voglia dire... ma che ci sto a fare qui?

Insomma, le polveri sono parecchio bagnate e dell'Inter trascinante di quei mesi di fine 2019 non è rimasto praticamente nulla: sono diligenti, applicati e a corto di giocate e di idee.
Vero è che con le grandi abbiamo praticamente quasi sempre steccato: Dortmund, Barcellona, Atalanta, Juve, Lazio, Roma. Non abbiamo fatto altro che buscare, buscare, e poi ancora buscare. Ma speravamo di migliorare, di andare in crescendo, e invece, come al solito, siamo partiti con l'andante mosso e finiamo con l'adagio tendente al lento di una marcetta funebre.
Chissà poi perché... Mancini e poi Spalletti ed ora Conte: grandi speranze, e grandi delusioni a seguire. Chissà poi perché variano musici e direttore, ma la musica è sempre quella.
Chissà poi perché.

 

Amala