Sicuramente, l'arrivo di Mancini in nazionale è una buona cosa: lui è ben altra cosa di quel prudente menagramo di Ventura. Tuttavia, non si può non vedere che la nostra scuderia calcistica vanta, ad oggi, ben pochi cavalli di razza: ieri sera, contro la Francia, si è vista ancora una volta nettamente la differenza con una nazionale forte. Fatta eccezione per un buon Balottelli, ed un promettente Chiesa, gli altri...beh...sono giocatori "normali". Giocatori per una nazionale di terza fascia, che se la gioca con la Svizzera, la Romania, il Perù e compagnia cantante. Andrebbe già in difficoltà netta con squadre come il Belgio, l'Uruguay, il Portogallo, insomma con squadre di seconda fascia. Figuriamoci con Spagna, Argentina, Germania, Brasile: ed infatti, con queste squadre finiamo sempre sotto di 3 goal.

Siamo, probabilmente, al cospetto della generazione  più scarsa dei 120 anni di federazione calcistica italiana: lietissimo di essere smentito nei prossimi mesi, ma proprio non vedo in questo gruppo quei 3, 4 giocatori in grado di "accendere la luce": c'era una volta l'Italia che se la giocava con tutti, che sapeva emozionare ed anche vincere. Chi non ricorda le delizie di Baggio, l'insuperabilità di Baresi e Cannavaro, le incursioni irresistibili di Tardelli, l'implacabilità di Rossi... . C'era una volta l'Italia, gli azzurri che riempivano le piazze. Bei ricordi.

Avanti Mister Mancini...non demoralizzarti e...speriamo venga presto qualche nuovo profeta italiano del campo di calcio: con questi...beh...sarà un po' dura... .