Forse la peggiore Juve dall'esordio allo Stadium che risale a più di 10 anni fa. Un periodo bellissimo, di successi, societari e sportivi, pressoché incontrastati; lo stadio di proprietà, un management di assoluta affidabilità concentrato nelle figure di Marotta e Paratici, un mix perfetto fra esperienza e managerialità sportiva amministrativa, il primo, e specifica conoscenza di tutti i mercati, il secondo.

Arrivano vittorie, due finali Champions, entrambe con Max, raggiunte non per caso ma grazie ad un percorso che nel tempo, anche per effetto del grande lavoro svolto da Antonio Conte, ha portato la squadra ad un costante e progressivo rafforzamento, acquisendo giocatori pazzeschi, non solo tecnicamente, ma anche nel temperamento e nella personalità.
Se la partenza fu quella di Pirlo, Lichsteiner, Vidal ma anche di Matri, Giovinco e De Sciglio, poi arrivano via via Tevez, Morata, Pogba, Evra, Dybala, Higuain, Khedira, Pjanic, Coman, Mandzukic, che unitamente al blocco italiano, ancora scintillante, rendono la Juve una corazzata. Ma sempre, prima che in campo, una corazzata societaria.
Campioni sistematici in Italia e molto competitivi in Europa. Poi succede qualcosa che i più, ancora oggi, faticano a comprendere. Il giocattolo si rompe, il delirio di onnipotenza si innesta; arriva Cristiano Ronaldo in una operazione dai numeri folli, ancorché parzialmente giustificata dai ritorni commerciali; si pensa anche di diventare più belli, più organizzati nel gioco, cercando nuove avventure alla guida tecnica.

Max viene cacciato tre anni e mezzo fa a furor di popolo, dopo anni di successi incontestabili. La Società cerca il nuovo che, detto fra noi, può starci, anche se cambiare chi vince resta sempre una operazione ad elevato rischio, ma ci sta. Il popolo bianconero pensa e sogna l'arrivo all'Everest del calcio, a Pep Guardiola, che ovviamente non viene, aggiungo fortunatamente.
L'addio a Max e l'arrivo di CR7 coincide con la rinuncia ad una figura imprescindibile dei successi bianconeri, Marotta che, addirittura, si trasferisce agli odiati nerazzurri, apportando agli stessi tutte le sue indubbie capacità. Il duo Marotta-Paratici si scioglie e la sensazione forte è quella che venga chiesto o venga pensato che il buon Fabio possa ricoprire agevolmente il doppio ruolo se è vero, come è vero, che Marotta viene sostituito da nessuno, come accaduto in mezzo al campo con Pogba e Vidal qualche anno prima. Non si fanno miracoli nella vita.

Arrivano nuovi allenatori che durano un anno come non accade nemmeno al Bologna o all'Udinese, ed in 12 mesi, obiettivamente, si può costruire ben poco. Cosa sta accadendo? Quale è il progetto? Temo nessuno, credo invece ad una situazione completamente sfuggita di mano, uomini che vengono cacciati, una società dove nessuno programma, fa chiarezza nelle scelte e nelle idee, sembra come un volere di volta in volta ogni parte censurare l'operato dell'altra, il tutto a scapito della Juventus. Chi ha cacciato Marotta viene a sua volta cacciato, via Paratici, chi ha preso Sarri viene censurato e lascia il campo a chi sceglie Pirlo che a sua volta sparisce: un delirio.

In questo contesto, in questo bazar, la Società perde colpi, si sgretola, sbaglia operazioni di mercato, ma soprattutto non ha idea di cosa fare per sistemare le cose. In queste situazioni occorre individuare chi comanda, dargli delega, scegliere i migliori gestori sul mercato. La Juve non lo fa e, schiava dei suoi problemi societari che la proprietà non è in grado di risolvere, invece di individuare le migliori nuove figure alle quali per anni affidare un nuovo corso, sceglie di nuovo Allegri.
La Juve è così allo sbando che Max, al suo nuovo arrivo, circa 15 mesi fa, viene visto dai più, non da tutti, ma da moltissimi, come un salvatore della patria, una figura che, ancorché cacciato tre anni prima a furor di popolo, incorpori tutte le caratteristiche gestionali per garantire una normalizzazione dello sbando. A mio avviso questa scelta non è però una vera e propria scelta tecnica, bensì una ulteriore forma di differimento della volontà di soluzione del problema; a dire quest'uomo si mette sulle spalle , all'onorevole cifra di 7 netti più 2 di bonus, tutti i problemi irrisolti della Società. Non è la soluzione reale del problema quindi.

Non si cambiano Agnelli, Nedved, magari inserendo figure tipo Del Piero o, nell'ambito della managerialità sportiva, un Carnevali, un Giuntoli, un Sartori, anzi si inserisce un controllore della gestione, in una sorta di amministrazione controllata, quell'Arrivabene, addirittura facendolo Amministratore Delegato, che con il calcio nulla ha né potrà mai avere a che fare. Lasciati da Ronaldo il 28 agosto a 3 giorni dalla chiusura del mercato con ancora un anno di contratto, Cherubini fa Kean a 35 milioni e Arrivabene ovviamente sigla (che cosa può sapere Arrivabene di Kean). 
Il management Juve è ridicolo per un club di tale portata ed ambizione ed è da lì e da ancora più in alto che si parte per vedere risultati sul campo ( il pesce puzza dalla testa ). Agnelli è stato palesemente sfiduciato dalla Exor ma, invece di cambiarlo, si è scelta la strada del "vediamo che fa ora, controlliamolo". E Allegri credo sia una sua scelta, la migliore e più sicura che pensava di fare. Quello a cui stiamo assistendo in questo inizio di stagione altro non è che lo specchio fedele del totale vuoto societario e manageriale che si è creato per le scelte di AGNELLI, è anche chiaramente il frutto di errori da parte del tecnico , non certo però quello di non offrire gioco, perchè mai, anche negli anni passati alla Juve, ciò era stato il suo biglietto da visita: gestione delle individualità, buona fase difensiva ed il resto vien da sé. Ma il resto da sè non viene sempre, complice una particolare campagna acquisti, più all'insegna del nome che del progetto, complice anche , ad onor del vero, alcuni infortuni seri e non programmati.
Il mondo juventino non può rimanere stupito più di tanto nel vedere la sua squadra giocare male perchè mai le squadre di Allegri hanno giocato bene a calcio e mai lo faranno; questa è la principale critica che da anni a lui viene giustamente rivolta, la mancanza di una organizzazione di gioco, in una epoca calcistica in cui anche squadre come l'Empoli e il Sassuolo o la Salernitana ne fanno virtù. Ricordo peraltro che si vince anche, anzi a volte soprattutto, senza l'estetica ed il bel gioco (altrimenti Guardiola vincerebbe ogni Champions a cui partecipa).

Leggo, più che legittimamente, idee di esonero, bruscamente stemperate anche per i relativi aspetti economici;  pensieri che trovano spazio perchè l'inizio stagione è stato assai infausto e la classifica pare molto compromessa; nessun allenatore a mio avviso in questo momento, nemmeno Guardiola o Klopp potrebbero, tout court, risolvere il problema, nessun Neymar o Messi; tutti verrebbero inghiottiti dal tumore a monte; tra l'altro non esistono proprio figure di spicco sul mercato (forse tranne Zidane). Mancano anche figure di riferimento nello spogliatoio ed in campo, non abbiamo più i Chiellini, Buffon o Barzagli. Lo spogliatoio non è contro Allegri, LO SPOGLIATOIO NON ESISTE.

Se non si deciderà in tempi brevi di mettere mano al vero problema, lassù al vertice, ritengo che nessun cambio di allenatore, nessun traghettatore, possano cambiare la situazione. Occorrerebbe proprio ora che figure di capacità e carisma , che non esistono, si facciano sentire con il tecnico e con i giocatori, ma non avverrà , al di là di qualche telefonata o alzata di voce. Cambiamo pure Max, ci può stare, ma non risolveremo.

Il giorno del cambio, la nuova alba juventina sarà quando vedremo sparire Arrivabene, Nedved , riportando il buon Cherubini al suo onesto ruolo di soldatino del mercato che può sicuramente svolgere, soprattutto inserendo nuove figure forti, fresche, capaci di creare un nuovo ciclo perchè questo ciclo Juve è finito e quando un ciclo finisce occorre prenderne consapevolezza il prima possibile ed agire di conseguenza.

Quindi se volete Allegri out lo posso comprendere, ci sta, eccome, cambiamolo (non per Montero però che magari rappresenta per il popolo bianconero l'immagine con le sue "pigne" di una Juve antica e cattiva, ma poi sul campo sarebbe un esordiente totale) forse è proprio quello che voleva la proprietà nello sceglierlo, il soggetto da massacrare (a 7 più di 2 di bonus netti si può fare) davanti alle difficoltà (che non si pensava potessero essere tante) sottraendo l'attenzione sui veri responsabili dello scempio a cui stiamo assistendo; il vero slogan dovrebbe essere QUESTA SOCIETA' JUVE OUT.

L'analisi non vuole essere interpretata come un "Allegri in", tutt'altro, ma come un "Questa Società Juve out". 
Il popolo juventino sta soffrendo, aiutatelo.
Fino alla fine