Stefano Pioli può finalmente dimostrare tutto il suo valore da allenatore meticoloso e attento in una piazza non facile come Firenze, anche se allenare la Fiorentina ha sempre un suo fascino particolare. Tornando indietro con il tempo, Pioli ha giocato cinque stagioni nella Fiorentina rimanendo fedele ai colori viola nella stagione della retrocessione in Serie B, disputando e vincendo un campionato cadetto con la squadra allora allenata da un certo Claudio Ranieri. Finisce così la carriera come calciatore a Firenze, dopodiché intraprende quasi da subito quella di allenatore. Esordisce in Serie A nel Parma, città dove è nato, ma non riesce a convincere del tutto perché gli emiliani collezionano solo 15 punti in 22 giornate di campionato, così viene sostituito proprio dall'allenatore da lui tanto stimato: Claudio Ranieri. Pioli non si arrende, e dopo le esperienze non negative in Serie B con Piacenza prima e Sassuolo poi, riesce ad ottenere un contratto oneroso in Serie A con il Chievo Verona, disputando un egregio campionato soprattutto perché la sua squadra diventerà nella stagione 2010/11 la miglior quarta difesa del campionato. Nel giugno dello stesso anno Pioli accetta le lusinghe di Zamparini al Palermo, famoso ammazza allenatori. L'esperienza non durerà tanto a lungo: dopo l'eliminazione ai preliminari di Europa League contro gli svizzeri del Thun viene cacciato inesorabilmente il 31 di agosto, senza nemmeno la possibilità di iniziare il campionato di Serie A. Il Bologna gli dà una chance nei primi giorni di ottobre, a campionato iniziato, prendendo il posto di Bisoli. Inaspettatamente e con un gioco importante, Stefano Pioli riesce a convincere tutti con buone prestazioni portando così gli emiliani al nono posto in campionato. L'anno seguente Pioli arriverà tredicesimo in campionato, dopodiché nella stagione successiva verrà esonerato per scarso gioco e risultati inconcludenti, così inevitabilmente in quella stessa stagione il Bologna retrocederà. Il 12 giugno del 2014 Pioli diventa l'allenatore della Lazio. Contro uno scetticismo generale, Pioli porterà a fine stagione i biancocelesti ai preliminari di Champions League. La stagione successiva non riesce a trascinare la Lazio in Champions, perdendo i preliminari clamorosamente 3-0 al ritorno, dopo che un gol di Keita aveva illuso tutti all'Olimpico di Roma. Da lì fino al derby del 3 aprile 2016, una stagione di alti e bassi che non convince più nessuno: viene esonerato dopo aver perso 1-4 dalla Roma. Lo stesso anno (ma diverso campionato) Pioli viene chiamato a salvare l'Inter da una situazione disastrosa. La Mission Impossible inizialmente convince tutti. Trame di gioco eccellenti, risultati che arrivano: 7 gare in campionato e 2 gare in coppa vinte consecutivamente fanno di lui una sorta di messia. Sembra una favola, ma forse è più quel film Ritorno al Futuro, quindi anche la stagione scorsa finisce prima del previsto, con un totale di 39 punti in 22 giornate. Sei mesi passati all'Inter, da Maestro di calcio a Dilettante allo sbaraglio.

Il 6 giugno di quest'anno, la Fiorentina annuncia il nuovo allenatore: Stefano Pioli. Alla sua prima presentazione, lui mette subito le cose in chiaro: "Chi non ha voglia di vestire la maglia viola può cambiare aria". Il suo modo semplice, diretto, di dire quello che pensa e sente dentro di sé, emana fiducia a tutti. Chiaro fin dall'inizio, Pioli si è messo a disposizione di squadra e società con tanta voglia di ripartire e stupire; già dalle prime uscite con squadre di medio-basso valore ha già dato un'impronta tattica e tecnica alla squadra. Il suo modulo di gioco prevede quattro giocatori in difesa che sappiano giocare più con marcatura a uomo, anche se non disdegna la tattica del fuorigioco: al momento, questo è il reparto su cui deve lavorare. Infatti gli esterni Gasper a destra e Oliveira a sinistra non convincono, e Astori e Victor Hugo devono ancora affiatarsi al meglio. Chissà se qualche nuovo innesto arriverà prima della chiusura del mercato. Se la difesa preoccupa, alle prime uscite amichevoli il centrocampo sembra la zona migliore. Con gli arrivi di Benassi e Veretout e la riconferma di Sanchez (probabilmente Badelj sarà ceduto) questo centrocampo funziona bene, assicurando sia la fase difensiva sia la fase di costruzione del gioco. Pioli ama impostare le sue squadre sia sulle corsie laterali sia con un gioco nella corsia centrale, con ripartenze in contropiede stile Italia Mundial 82. Gli arrivi di Eysseric e la velocità e i dribbling di Chiesa assicurano gol e spettacolo. Mati Fernandez, tornato dal prestito dal Milan, ha piena fiducia ebbene potrebbe essere il vero faro centrale del centrocampo offensivo della Fiorentina. A Pioli giocare con una sola punta (vedi Gilardino a Bologna, Klose con la Lazio e Icardi all'Inter). Con Kalinic oramai in partenza piena fiducia a Babacar, però Pioli ha fatto capire che la prima scelta di questo suo rinascimento viola sarà Giovanni Simeone del Genoa, e dalle ultime indiscrizioni sembra poter essere accontentato, visto che il giocatore argentino sta per arrivare a vestire la maglia viola a breve, per una cifra che si aggira sui 20 milioni di euro.

Al suo arrivo a Firenze molti tifosi viola erano scettici, e alcuni lo sono ancora oggi. Ma Stefano Pioli ha voglia di stupire tutti, lanciando nuovi giovani, ed è pronto esaltare e stimolare chi è rimasto. La rivincita è già iniziata, e chissà che nella sua prima partita di campionato a Milano il 20 di agosto contro l'Inter possa calcisticamente vendicarsi di una società che prima lo ha osannato e poi lo ha depennato con un licenziamento a dir poco ridicolo.

Piero Posillico