La lentezza, anzi, l'inesistenza della manovra di gioco dell'Inter fa sì che il suo terminale offensivo appaia innocuo. Il problema, come già ho evidenziato in articoli precedenti, sta nel fatto che la squadra nerazzurra ha grosse carenze in mezzo al campo. Per dirla tutta, non ha qualità nel modo più assoluto. Brozovic e Kondogbia non sembrano in grado di garantire fluidità ed incisività alla manovra della squadra, Melo e Medel sono poco più che due onesti mestieranti e non possono in alcun modo contribuire alla costruzione del gioco, che effettivamente latita. La conseguenza di ciò è che la punta di diamante dei nerazzurri, nonché capitano della squadra, sia completamente isolata e da diamante si è tramutata in sasso. Mauro Icardi è costretto ad arrabattarsi per conquistare un pallone buono, che il centrocampo ed i partner in attacco non riescono a servire, arrivando così poco lucido all'unico momento in cui, per caso fortuito, si trova al cospetto del portiere avversario. Il deficit realizzativo di Maurito è principale conseguenza della sua solitudine tattica. Critica e tifo lo hanno additato come elemento negativo quando, dopo il match contro il Bologna, disse che bastava che gliela passassero perchè lui la mettesse dentro, ma Mauro aveva pienamente ragione, in quanto ha ampiamente dimostrato che anche con un solo pallone buono può rendersi terribilmente pericoloso ed incisivo. Icardi non brilla certo per qualità tecniche, ma in quanto a cinismo e determinazione ricorda i grandi nove del passato, quindi al posto che farne un capro espiatorio, credo che ad Appiano Gentile debbano iniziare a pensare a lui come vera e propria arma letale. Si consideri, inoltre, che 22 reti in Serie A non si mettono a segno per caso, quindi è il caso di metterlo in condizione di dare sfoggio delle sue doti di bomber. Sperando che il confino di Maurito possa finire presto.