La prima volta che lo vidi giocare, con la maglia del Palermo, rimasi stupito guardando quello che poco più di un ragazzino riusciva a fare con la palla. Quest'estate è approdato in uno dei club più importanti al mondo, club il cui nome riecheggia in ogni angolo del pianeta. Pagato a peso d'oro, ma questo a Paulo non interessa, non sente pressione e sin dai primi tratti di partita che Allegri parsimoniosamente gli concede, porta in campo gioia e freschezza. Personalità, tecnica, doti atletiche e balistiche, la capacità di trovare la giocata che nessun altro in campo oserebbe immaginare, fanno di lui il giovane, a mio avviso, più interessante e forte del calcio europeo. Essere un astro più che nascente a 22 anni è un dono della vita, ma il talento e le doti si coltivano e si corroborano giorno dopo giorno, lavorando a testa bassa, facendo tesoro dei consigli dei più esperti, imparando umilmente. E la Joya è un maestro anche in fatto d'umiltà e correttezza: mai una parola fuori dalle righe, mai un gesto antisportivo e mai un intervento cattivo che ecceda dalla cattiveria agonistica. La scelleratezza della giovane età e la gioia tipica dei campioni sudamericani gli permettono di portare in campo giocate spettacolari, geniali, spingendoci a volte ad azzardare paragoni a dir poco esagerati. A prescindere da che tipo di partita farà questa sera, Paulo Dybala ha davanti a sé un futuro più che roseo che, da amante del nostro calcio, spero possa essere scritto in Serie A. Faccio il tifo per la Joya, oltre ogni colore, oltre ogni fede sportiva, perché Paulo è la dimostrazione di come il calcio possa essere ancora espressione di passionalità, felicità e sentimenti. Vamos Joya!