In queste ore, a Palermo, a tenere banco non è la sconfitta per 3 a 1, rimediata domenica sera a San Siro, contro l'Inter, bensì l'ennesimo caos in casa rosanero.
Cerchiamo di ricostruire i fatti. Beppe Iachini viene esonerato il 10 novembre del 2015, il che lascia perplessi i senatori dello spogliatoio ed è palpabile l'amarezza dei calciatori, conseguente all'esonero del loro tecnico. I giocatori, come è prevedibile, portano con loro l'amarezza in campo ed i risultati ne risentono. Iachini viene sostituito da Davide Ballardini che, con il senno di poi e visti i risultati, non instaura un ottimo rapporto con lo spogliatoio e pare non riuscire ad impartire direttive alla squadra. Risultato? L'11 gennaio viene sollevato dall'incarico ed al suo posto, in panchina, siede temporaneamente Fabio Viviani, in veste di allenatore ad interim. Nel mentre Zamparini tratta con Guillermo Barros Schelotto (tecnico argentino) e prova a tesserarlo, nominando temporaneamente allenatore Giovanni Tedesco, in attesa che le dovute procedure vengano completate. Nel frattempo, Schelotto siede in panchina in veste di accompagnatore, non essendo ancora tesserato. Tuttavia, in meno di un mese si palesa l'impossibilità di tesserare il tecnico argentino, in quanto la UEFA non riconosce la validità del suo patentino. Ennesimo colpo di scena, che a parer mio sfiora l'assurdo: Iachini, viene richiamato dal presidente Maurizio Zamparini e riprende posto sulla panchina del Palermo, è il 15 febbraio.
Oggi, a distanza di meno d'un mese, accade che Beppe Iachini ha un acceso meeting con il presidente rosanero nel primo pomeriggio e, secondo i rumors, è in procinto di dimettersi dall'incarico di allenatore del Palermo. Sembrerebbe che Davide Ballardini sia pronto all'ennesimo ritorno in rosanero. A questo punto è legittimo non sapere se ridere o piangere.
L'aspetto più assurdo della vicenda? Il fatto che non sia una barzelletta.
Questo caos, altro non è che figlio di una gestione scellerata da parte del presidente di origini friulane, non solo per quanto concerne il modo quanto meno anomalo di gestire i rapporti con i tecnici, ma anche per quanto riguarda il mercato. Nel giro di pochi mesi, infatti, il Palermo ha ceduto Paulo Dybala (presente e futuro della Juventus) ed anche Rigoni, elementi cardine dello lo spogliatoio rosanero che, la stagione scorsa, hanno dato un apporto alla squadra a dir poco decisivo, contribuendo alla conquista dell'undicesimo posto in classifica a fine campionato (a quota 49 punti). Con i soldi incassati grazie alla cessione del gioiello argentino, il vulcanico presidente non ha sostituito la Joya e nemmeno ha rinforzato una rosa che, se non altro, sarebbe stato doveroso corroborare con qualche buon acquisto, permettendole di ripetere quanto di buono fatto nel corso del campionato scorso.
Le scelte del presidente Zamparini hanno destabilizzato l'ambiente e i giocatori che, solo nel corso di questa stagione, hanno assistito a sei avvicendamenti in panchina. Senza alcun dubbio questo tipo di gestione, priva d'ogni senso, fa male al Palermo in primo luogo ed anche, più in generale, al calcio. E' un peccato che una squadra che si è distinta positivamente l'anno scorso, ora sia a pochi punti dalla zona calda, senza certezze, destabilizzata e demotivata.
Spero che chi ne ha le facoltà faccia le dovute considerazioni e magari anche un passo indietro. Ne va della salute di un club storico e di una tifoseria che merita rispetto, non di certo farse degne di una commedia, anche se piuttosto triste.
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