Mickaël Cuisance (Strasburgo, 16 agosto 1999) è un calciatore francese, centrocampista del Venezia. Questa l’introduzione wikipediana del primo rinforzo del calciomercato invernale della nostra Serie A, quella del centrocampista che andrà a togliere le castagne dal fuoco dalla brace di Paolo Zanetti. Ma chi è Mickaël Cuisance? Perchè il Bayern Monaco ha investito su di lui oltre 10 milioni di Euro e poi lo ha lasciato andare così facilmente? Confermerà il trend dei calciatori-pacco acquistati nel mercato di gennaio dai bavaresi (vedi Joshua Zirkzee al Parma) o si rivelerà il prossimo crack del calcio italiano? Tutte domande legittime.

Iniziamo dal principio.
Cuisance, chi sei? Sei un centrocampista classe ‘99, mancino, alto 1.81 e fisicamente valido (spalle grosse e mascella squadrata lo testimoniano). Nato in Francia, si forma calcisticamente nei giovanissimi dello Schiltigheim, dunque approda nello Strasburgo prima e nel Nancy poi. In quegli anni (2013-2017) l’esempio è Claudio Marchisio, il principino della Juventus: biondo come lui, tecnico come lui, decisivo come lui. Ma è veramente in tutto e per tutto come lui? Evidentemente no, a partire dall’appartenenza alla maglia: a 22 candeline spente da poco ha già cambiato 5 casacche da professionista, quella del Venezia inclusa e quelle delle giovanili escluse. 
Nel 2017 Mickael vola in Germania, cambiando per la prima volta nazione e campionato, trascinandosi dietro le polemiche della stampa francese secondo le quali sotto la Tour Eiffel (e dintorni) non si valorizzano i giovani talenti locali. Qui il talento dimostra di averlo, eccome. Al Borussia Mönchengladbach, diventa il più giovane calciatore a giocare una partita di campionato dal primo minuto. A 17 anni. L’allenatore Hecking lo piazza mezzala destra in un centrocampo a 3 e lui risponde alla grande: geometrie da veterano, frequenza di passo notevole e personalità da vendere.
Alla fine di quella stagione saranno 26 le presenze complessive con la maglia del Gladbach: essere una macchina del centrocampo per uno che la macchina non può neanche guidarla (per andarci, al campo) non deve essere stato semplice.
L’allenatore adora lui e le responsabilità che derivano dall’affidarsi ad uno sbarbatello per il centrocampo di una delle squadre migliori di Bundesliga. I prodromi per fare una grande carriera ci sono, il talento c’è.
Manca qualcosa? Sì. Manca il senso. Perché nella stagione successiva Cuisance sparisce: 268 minuti in campionato senza particolari infortuni a condizionare la sua crescita. In panchina, non convocato, in panchina, in panchina, non convocato, in panchina: è questo che recita continuamente il report di Transfermarkt sulla stagione 2018/2019 del francesino. Senza senso, appunto.
C’è stato chi ha provato a trovarlo. Carattere difficile? Mentalità sbagliata? Scarsa cura del proprio corpo? Sindrome della “bella vita” alla Mario Balotelli? Tutte ipotesi plausibili, nessuna certezza.

Una nuova possibilità però si affaccia sulla carriera precoce e precocemente interrotta di Mickaël Cuisance: il Bayern Monaco bonifica sul conto corrente del Borussia una cifra vicina ai 10 milioni di euro per averlo. C’è un uomo all’interno della dirigenza del Bayern a cui Mickael dovrà tutto quello che verrà dopo: è Hasan Salihamidzic. L’ex #7 della Juventus è letteralmente stregato dal mancino del classe ‘99, tanto da convincere i vertici a puntare forte su di lui e lo presenta così: «La sua qualità si vede quando porta palla. Ha una tecnica sorprendente, un sinistro fantastico e grande forza mentale. Ha potenziale e abbiamo l’idea che con i compagni del Bayern possano aiutarlo a salire un gradino, e lui prende la possibilità molto seriamente». 
Brazzo è entusiasta ma il campo non gli dà ragione perchè dai 268 mins della stagione precedente passa ai 302 di quella successiva, con un unico lampo: in una Volkswagen-Arena vuota causa Covid, il sinistro di Cuisance illumina il tabellino per la prima volta da quand’è in Germania, scaraventando in porta un pallone la cui traiettoria è degna del miglior Jabulani dei Mondiali 2010.

Ma i lampi, si sa, illuminano il cielo per pochi istanti prima che torni il buio. E il buio torna, ancora una volta sulla carriera di Cuisance, questa volta sotto forma di prestito con diritto di riscatto: si torna in Francia, al Marsiglia, per cercare di rilanciarsi. E in un certo senso ci riesce, sotto l’egida di Mr. Andrè Villas Boas, un altro che sull’incostanza ci ha costruito una carriera. Segna ma soprattutto gioca, da titolare e da trequartista in un 4-2-3-1 che sembra valorizzarlo con ai lati Payet e Thauvin. Termina la stagione con a referto 23 presenze e 2 gol, la maggior parte delle quali arriva prima che la squadra venga stravolta dall’arrivo dell’hombrecito Sampaoli, che lo silura ai margini della squadra.
Torna al Bayern e torna a non giocare. Il nuovo tecnico Nagelsmann lo osserva ma non lo vede, lui non la prende bene: a settembre con un'entrata killer in allenamento danneggia i legamenti di Ulreich (il terzo portiere) e perde definitivamente il treno destinazione Allianz Arena

Qualche giorno fa il Venezia se ne è assicurato le prestazioni per una cifra vicina ai 4 milioni di euro, sbaragliando la concorrenza del CSKA Mosca. Sembra sia stata decisiva la volontà del calciatore di misurarsi con una piccola di un campionato competitivo come il nostro piuttosto che con una big di un campionato inferiore.
Ora la palla passa a lui (in tutti i sensi) e le prime sfide saranno ritrovare una condizione di forma accettabile e abbattere la concorrenza di Gianluca Busio, attuale mezzala destra di Zanetti da 18 partite su 19 condite da ottime prestazioni. Sulla carta non sembra esserci paragone: il Mondiale Under 20 del 2019 ci aveva restituito un talento, quello di Cuisance, le cui proporzioni venivano affiancate a quelle di un altro enfant prodige del calcio mondiale come Matthijs de Ligt. Ma si sa, la carta non scende in campo e quest'ultimo rimane dunque il giudice supremo di questo sport. 
@sognidicuoio