Era l'altro ieri.
Anno Domini 2009, un'estate torrida: il presidente del Milan parlava da presidente del Consiglio e come se non bastasse rimembrava continuamente le gesta epiche di quelli là, sul tetto d'Europa e del Mondo nemmeno due anni prima.
Tu eri depresso, hai visto andarsene il più forte della rosa verso lidi ispanici per esprimere la sua spocchia tecnica insieme a Pep&Leo, due di cui tutto si può dire meno che abbiano qualcosa in comune con il modus operandi del Gigante di Malmö. Per rimpiazzarlo, la dirigenza ti ha comprato l'attaccante del Genoa ("se giocava al Genoa un motivo ci sarà", hai pensato) e uno che al Barcellona ha vinto così tanto da non potersi allacciare i pantaloncini, tanto grossa e piena era la sua pancia sazia.
Tu, che anche dopo quel 4-0 in un inconsueto derby d'agosto non potevi immaginare che stavi per incidere il tuo nome nella leggenda.
Tu, proprio tu, tifoso interista, che il nome lo hai inciso per davvero nove mesi dopo, incastonato nell'argento della coppa più ambita di tutte. Lo hai visto tu, lo abbiamo visto noi, tifosi delle altre 19 squadre, che ogni domenica ci sintonizzavamo su 90' Minuto e con una precisione svizzera ascoltavamo Franco Lauro esordire subito "Nessun passo falso per la capolista" oppure "Ancora una vittoria per l'Inter" oppure "Non si ferma più Mourinho". Se ti capitava di non ascoltare queste reiterazioni era perchè giocava in posticipo e allora ti toccava il lunedì -per quanto sia già brutto di suo il lunedì- ascoltare i cronisti di radio e tv decantare le gesta dell'Inter più vincente di sempre.

E poi, puff. Scomparsi.
L'altro ieri è tramontato e dopo aver scritto pagine di storie indelebili... l'inchiostro della penna si è esaurito. È fisiologico, è matematico. Fisiologico come il corpo dei campioni che pian piano si è deteriorato fino a diventare sterile ammasso di muscoli in declino e ricordi. Matematico come la parabola che raggiunge il punto più alto prima di intraprendere una discesa sempre più ripida. 10 anni di ripidità. 
C'è un particolare che però mi è entrato in mente di quel famoso campionato: lo spot che andava in onda prima di ogni trasmissione sportiva, ovviamente fabbricato dal main sponsor del nostro campionato. Recitava una vecchia canzone di Bocelli, riarrangiata in chiave moderna (per l'epoca) sullo stile-Finley che tanto piaceva alle ragazzine. Faceva così:

Con te partirò su navi per mari che, io lo so, no, no, non esistono più, con te io li vivrò. 

10 anni dopo ho ripescato nel cassetto della memoria questo particolare, giacchè le breaking news sportive non aspettavano altra contingenza: Antonio Conte nuovo allenatore dell'Inter.
Dopo che, nel decennio appena trascorso è andato in giro per l'Europa a raccogliere applausi e riconoscimenti dal suo 3-5-2.
Dopo che, nel decennio precedente a quello appena trascorso, ha strappato all'Inter lacrime di disperazione (vedi Ronaldo, ndr) grazie alla sua interpretazione del centrocampo bianconero. Dopo che, ha passato gli ultimi mesi della sua vita in Premier a litigare con l'indimenticabile (e indimenticato) nome che Franco Lauro pronunciava ogni maledetta domenica in apertura di programma.

Dopo aver capito, che queste parabole decennali in realtà sono delle sinusoidi, per la continuità di particolari che corrono e ricorrono nel corso del nostro amato tempo calcistico, non ci resta che capire se i tifosi interisti canteranno la canzone di Bocelli nel prossimo decennio riferendosi a quella vecchia partenza leggendaria -con lui- o ad una fiduciosa ripartenza -Con te-.