"L'autunno negli occhi, l'estate nel cuore,

la voglia di dare, l'istinto di avere,

e tu... tu lo chiami amore e non sai che cos'è, 

e tu... tu lo chiami amore e non ti spieghi il perché."  

È molto probabile che Fabrizio De Andrè in questi versi non si riferisse a vicende calcistiche ed è ancora più probabile che tu, che vivi per lei e che mi stai leggendo in questo momento, non abbia esitato un attimo a volare con la fantasia al mercato che è stato e al campionato che sarà. In fondo, è di questo che odora Settembre. Di questo e di particolari che uccidono i nostalgici della bella stagione: l’odore dell’asfalto bagnato dai temporali di questi giorni, il profumo del telo mare che ogni volta che sali sul terrazzo è lì a guardarti inerme, riposto senza troppa cura dopo quel Ferragosto sabbioso (tanto è ancora Ferragosto, ci saranno altre occasioni per andare al mare, hai pensato ingenuamente…).

Settembre odora ancora di telecomando usurato nei soliti due tasti: il 6 e lo 0 necessari per comporre il canale di Sportitalia, la TV che più di tutti ci coccola e ci illude dopo le giornate al mare, quella TV che ha nei suoi Criscitiello e Pedullà i suoi oracoli, coloro i quali fanno diventare oro ciò che dicono e curiosamente, ciò che dicono si riferisce sempre all’oro dei capitali ingenti spostati da un Top Team all’altro. Oro, ma anche argento e bronzo: se è concesso confrontare le cose piccole con le grandi (si parva licet componere magnis, direbbe Virgilio) delle volte i sogni di vedere Cr7 in bianconero possono equivalere a quelli dei tifosi del Perugia nel ritrovare alla ripresa del campionato un Pietro Iemmello affiancato da un Federico Melchiorri in un tandem atomico.

Settembre è rovinare le amicizie.
Settembre è accordarsi sugli obiettivi e non rispettare l’accordo. Settembre è strategia e faccia da poker.
Settembre è il braccio sporco del rosa della Gazzetta perchè quest’anno è toccato a te portare il giornale con le quotazioni del Fantacalcio. Settembre è...Berardi 1! 2! TUO. Perchè nonostante tutto, io ci ho sempre creduto che Mimmo ritorni quello di sei anni fa. Nonostante tutto, ho sempre e dico sempre voluto credere che quel giorno che fece 4 reti contro la mia fantasquadra, non lo fece per farmi male ma per farmi sognare dopo le successive aste settembrine. I sogni son desideri, ma caro Mimmo mi sono stancato di svegliarmi sudato e impaurito. Vedi tu.

Settembre mi ricorda la sveglia della domenica che suonava attraverso il profumo del sugo della mamma, quella mamma che ti viziava e ti coccolava come se fossi tu l’unico al mondo. L’unico, ma solo fino alle 15, quando inizia(va) la diretta dai campi di Radio 1 con campo principale San Siro (radiocronaca affidata a Repice) e con il solito Cucchi che interveniva per avvisare che è cambiato il parziale all’Olimpico di Torino. Perdonatemi, lettori meno navigati, se non cito il calcio spezzatino proprio dei nostri tempi, ma quel profumo di pomodori freschi che mi rimase impresso da bambino proprio non poteva essere compatibile con l’anticipo delle 12.30 in streaming live su DAZN.

Settembre inizia. Settembre ti dà la sensazione di cominciare, di riordinare.
Settembre è passeggiare per strada e vedere le finestre chiuse, non per privacy ma perchè s'è fatto freschetto.
Ce lo dice il clima che qualcosa è cambiato, ce lo dice l'armadio che ti propone il ritorno della mezza manica dopo aver sfoggiato nei mesi precedenti le canotte NBA in rigoroso poliestere (l'offerta 2x3 di Chapalì Chapalà -è arrivato Mustafà- era irrinunciabile).
Ce lo dice perfino Studio Aperto, che dopo averci accompagnato nell'estate più torrida degli ultimi 1500 anni, adesso narra il grande contro esodo dei vacanzieri al ritorno a casa. 
Ma se è vero che per qualcosa che finisce, qualcosa ricomincia allora non ci resta che prepararci a questo nuovo inizio. Nella vita o sugli spalti. A lavoro o sul divano. In banca o in curva. 
Perchè forse De Andrè non faceva il Fantacalcio, ma a noi che viviamo per lei, ci piace pensare di sì.

 

Renato De Filippi

Nota: Terzo Intermezzo è una canzone di Fabrizio De Andrè. Banalmente ho ripreso i suoi versi poetici contro la Guerra e li ho riadattati, con un pizzico di blasfemia musicale, al campionato di calcio. Sperando che Fabrizio, grande tifoso del Genoa, possa capire le mie intenzioni pure e oneste e possa perdonarmi per il piccolo affronto, ovunque lui sia.