"Voglio andare al mare, quest'estate voglio proprio andare al mare. 

Mi voglio sfogare, quest'estate voglio fare indigestione. Di donne e di sole, di donne e di sole."

Cantava così Vasco Rossi, qualche anno fa (per dirla a modo suo...quando la vita era più facile e si potevano mangiare anche le fragole). Ora le fragole non ci sono più, hanno fatto posto agli ogm e ai cibi per vegani. Mi chiedo se ne sono contento e mi rispondo di sì. Essere nostalgici comporta quasi sempre (l'odiosa) discriminazione per le new waves per poter rinnegarle e con forza surclassarle dai bei momenti che furono. 

Voglio andare al mare, sì. Ma non voglio farlo per guardare il tramonto e pensare che era più luminoso prima. Voglio andarci per impormi di credere che ce ne saranno di altrettanto belli e di altrettanto luminosi. Mi immagino già con in mano il mio mojito e la mia Gazzetta. L'Inter finalmente non si fionderà su Lavezzi, ritiratosi da poco. Una pagina da scartare in meno prima di arrivare alla mia preferita: il tabellone con acquisti e cessioni della Serie A. Arriva questo, parte quello. Ritorna quest'altro, rincasa quell'altro. Pedullà di qua, Criscitiello di là. È tutto un casino.

Voglio andare al mare, sì. Ma non starò ad ascoltare i trentenni coi loro discorsi sull'estate del 2006. La più bella della loro vita. Grosso segnava, loro limonavano con le compagne di classe. Sapete, una cosa molto alla "Notte prima degli esami". Manca che facciano suonare Venditti sui loro altoparlanti bluetooth e poi sono pronto a prendere carta e penna per preparare i bigliettini pre-terza prova. No. Voglio andarci per sedermi sulla poltrona di paglia del nuovo chiringuito che aprirà in occasione di Euro 2020. Ci sarà Zaniolo, appena tornato dall'infortunio. Ci sarà Caressa con Bergomi, urlanti e deliranti come sempre. Ci saranno gli azzurri. E loro sì, che mancavano da un po'.

Voglio andare al mare, sì. Ultimamente mi promisi di non andarci più la prima domenica di Giugno. La prima domenica di Giugno viene sempre dopo il primo sabato di Giugno, che coincide con la finale di Champions. Capita spesso di vedere in quest’occasione il solito bimbo triste. Il solito ragazzino biondo con gli occhi azzurri che indossa la maglia bianconera di Conte che fu del padre. Piange sempre lui, la prima domenica di giugno. Che la sua squadra ci sia o non ci sia arrivata a quel sabato maledetto. Lui piange, perchè la vita gli ha innocentemente tolto l’innocenza del lieto fine. Mi fa una tenerezza. Voglio andare al mare, so per certo che sarà questo l’anno in cui si toglierà la maglia di Conte. Per mettersi quella di Ronaldo, comprata da Mohamed a 10€. Mohamed aspetta quanto il bimbo la stessa cosa che aspetta il bimbo, per esigenze evidentemente diverse. In bocca al lupo a tutti e due.

Voglio andare al mare, sì. Ultimamente mi promisi di non andarci più l’ultima domenica di Maggio. L’ultima domenica di Maggio viene sempre dopo l’ultimo turno di campionat...aspetta, scommetto che hai un deja-vù. Effettivamente, la partenza è allitterata e in parte ripetuta. Ma parliamo di storie diverse, di palette&secchielli diversi. Di mondi diversi. Sapete, vicino al ragazzino con la maglia di Conte ce n’è un altro, lineamenti simili. Con la maglia di Ronaldo, non quello col 7 ma...il Fenomeno. Interista, sfegatato. Più grande di 1 anno del fratello (sarà che ha fatto un anno in più di Serie A?). Ha 10 anni e non vince qualcosa di importante da altrettanti. Ogni maledetta ultima domenica di maggio, il fratello bianconero lo sbeffeggia in ogni modo. Gli fa i cori (seppur mancanti di qualche pezzo come l’arcata dentale superiore dell’infante che li canta), disegna tutti gli scudetti sulla sabbia (includendo pure quelli revocati), lo costringe a ricordare gli scontri diretti dell’anno appena trascorso (spesso decisivi per l’uno e drammatici per l’altro). Un’allegra famigliola.

Sapete che cosa sogno per quest’estate? Che uno vinca in Italia, che l’altro vinca in Europa. Ma ve lo immaginate? La maglia di Conte (ultimo juventino vincente in Europa) lasciata finalmente a casa per celebrare Cristiano Ronaldo.
La maglia di Ronaldo lasciata finalmente a casa perchè dopo 20 anni ci si è ritrovati un altro fenomeno: Conte. Lo stesso Conte. Uno scambio di identità sportive da film di Woody Allen.

Con buona pace di Mahamed, che di maglie quest’anno ne avrà da vendere veramente tante. Voglio andare al mare, sì. Per stringergli la mano e convincerlo che la contraffazione è un reato.

Con affetto e con la consueta voglia di mare, buon 2020 a tutta la community.


Renato De Filippi