Dedicato a Giovanni Di Leo, poeta e tifoso leccese venuto a mancare pochi giorni fa.

 

Benarrivati sulla pagina più strana che su ‘sto sito scorrerete

ispirata da un fannullone di classe e di spiccata fantasia

che da bambino Dante leggendo di prosa e di poesia

arrivò alla chiosa che meglio del Paradiso c’era sol il tir-a-rrete.

Oh maledetti discorsi su quello che và e quello che non và

io che in testa c’avevo solo Champions e Serie A

dal divano mamma urlava qualcosa su le responsabilità

dal campo il mr. cercavo di convincere per una titolarità

Nè una nè l’altro, infine, convincere in pieno ne ho potuti

ma visti e considerati i fatti ispiratrici accaduti

non posso che dire che gli unici Parnasi da me veduti

sono riconducibili non a Muse ma ad estivi “cartellini” venduti;

sicché il Parnaso in antichità fu il monte ospite

delle greche muse spiratrici, in quest’ottobre mite

cercai di ispirarmi, come ispirato il fuoco è dalla dinamite,

dal nome del sito da cui leggete queste quartine.

Calciomercato, il sistema del mondo che sposta 

ingenti capitali come fossero acqua fresca

concentrati in un sol controfirmato nullaosta

al transfert del nuovo di provincia Robert Acquafresca.

D’inverno del campo padroni, d’estate sapienti contrattatori

la Dea non sbaglia a pagarla nemmeno con gli ori:

se per Pasalic lapalissiano era il riscatto, il nuovo look

è ad esclusivo appannaggio del russo Mirančuk.

To’ chi si rivede: è il Benevento, della scorsa B fuoriserie:

Pippo la prese, la forgiò e la massima serie si riprese.

Ora con Glik, Lapadula e Caprari non teme più le basse leghe

letteralmente pronto a mostrare al di turno avversario le Streghe.

Sotto le Due Torri vivono sicuramente un clima meno elettrizzato

con l’unico acquisto di rilievo che ad oggi è l’ex clivense Vignato

a fronte della cessione di un Destro ormai sfiduciato e svincolato

non resta che sperare in Sinisa, uomo di titanio inzuppato.

Il mare di Cagliari ha invece spazzato dei rossoblù mezza rosa,

decimata dal termine dei prestiti ufficializzati a iosa:

inevitabile quando l’amore finisce che almeno uno dei due soffra,

se invece nessuno si dispera, in Sardegna hanno visto mr. DiFra.

In Calabria si è folgorati da una nuova favola del pallone,

quella narrata da Stroppa, carismatico leader del Crotone:

c’era una volta Kargbo, Vulic e Luke Brown Marrone

nuovi volti di una Serie A da agganciare con l’arpione. 

Firenze è Viola ma dalla rabbia: post lockdown infranto nella sabbia,

con Iachini bravo a metter la sAlvezza in gabbia

si riparte da Jack e Amrabat per curar in mediana la fobia

di giocar a pallone, manco fosse infezione da scabbia.

Genoa, se gli occhi dei tifosi tuoi potessero parlare

starebbero comunque zitti, sicché elettrizzati ancora 

da un finale di stagione scritto col sangue e col sudore. Giunto è Maran e il cuore pulsa piano...sol per ora.

Biscione, con te o senza di te? Certo che è Conte!

L’Inter si sedde al tavolo dopo il pianto europeo, rinacque

sotto la stella del suo leader, che del suo carisma si compiacque

e accettò una nuova rincorsa verso l’odiata scudettata fonte

che reduce altresì da lacrime di coppa, attraversò quel ponte

dal vecchio al nuovo, con Andrea Pirlo a fare da Caronte.

Re Arthur decise per il suo regno a centrocampo in Piemonte

mentre punte valorose si affacciano sul mercato all’orizzonte.

Lazio, tu che sei stata della scorsa Serie A la rivelazione

avresti dovuto e potuto sviluppare un profondo piano d’azione

invece dal mercato nessun eclatanza e pure qualche delusione

tipo David Silva, ultimo dei campioni con la biancoceleste avversione.

Con il numero 8 illuminerà San Siro...Sandro Tonali.

Colpo da chi è abituato ad essere mastodonte tra gli squali,

il Milan torna a sentire l’odore del sangue e punta deciso

al vecchio lustro che da un decennio sembrava ormai reciso.

Dopo 7 anni di sgroppate il Napoli salutò anche Callejon,

segno del tempo immutabile solo nelle fotografie Canon.

DeLa lo sa, prendi i soldi e scappa investili per trovare il pallonaro zen:

70 milioni al Lille e a Castelvolturno arrivò Victor Osimhen.

Parma, rimembri ancora

quel tempo della tua vita europea immortale 

quando Crespo splendea negli occhi dei tuoi tifosi ridenti e fuggitivi?

E Liverani, lieto e pensoso, che con Gervinho le gerarchie del calcio risalivi?

L’unica stagione in cui a Roma il sole fa più danni della pioggia

è quella del mercato, il cui presupposto eterno su cui si poggia

è la partenza senza biglietto di Dzeko, che viaggia ma poi rialloggia,

con la sirena di Di Marzio che intermittente riecheggiando lampeggia.

Quattro difensori arrivarono in campo, con altri quattro mediani

lavorando come Oriali e i due attaccanti a braccetto disegnati.

Non è una ballata ma un mantra nel tempo con sapienza tramandato,

quello di Claudio da Testaccio, la cui bis-alvezza è la missione del mandato.

Sassuolo, conosci te stesso e conoscerai l’universo degli dei:

con De Zerbi nello stretto triangolando is the way

con dietro Berardi e poi Djuricic è sempre Caputo day.

Calcio champagne è servito, et voilà: è rimasto pure Bogà!

Arrivati in Serie A come a casa il neonato arriva per la prima volta

per restare, nei tifosi la speranza sopravvive mai sepolta:

Spezia giunge al calcistico top italiano, Italiano n’è stato l’artefice:

Galabinov il bomber, Pobega il faro, lacrime&sudore la cornice.

Il Toro si è tagliato le corna per fare la rivoluzione

con Giampaolo -il maestro- è stata accolta la mozione

di eliminare dal giuoco granata l’insostenibile difensiva speculazione.

“Testa alta e giocare a calcio” è il già precedente citato piano d’azione.

0 punti in 3 partite fanno male come la Bora Friulana, d’inverno sul litorale:

il calcio è strano ma pure brutale, sicchè il mercato a Udine non è stato banale

con Pereyra, Pussetto e Deulofeu oltre al rientro dei prestiti ormai rituale.

Certo, niente di trascendentale nè ai recenti bianconeri fasti avvicinabile.

A confrontar la Muraglia Cinese con la lista degli acquisti del Verona

si fa peccato, dacché la seconda è molto più corposa della prima:

ben-te-godi a mirar le gesta di Kalinic, dell’attacco veronese icona

o di Barak e Cetin, pronti ad incendiare il di Juric infuocato clima.

All’immaginazione il 5 di ottobre mancò la capacità,

ma già il nostro desiderio ed il volere erano soddisfatti,

come una ruota che si muove di moto uniforme,

dall’amor che muove il sole, le altre stelle e il calciomercato.

 

Ciao Giovanni.

@sognidicuoio

 

crediti foto: Pagina Facebook U.S. Lecce