In principio, la Juventus possedeva il cielo e la terra.
La competizione era vuota e deserta, le tenebre coprivano la seconda posizione e quelle inferiori, un vento impetuoso soffiava sugli scontri diretti allo Stadium. Arrivò Antonio e disse: “vi sia la luce!”. E apparve la luce.
Antonio vide che le luci di San Siro erano belle e separò la luce dalle tenebre. Antonio chiamò la luce “difesa a 3” e le tenebre “errori di superficialità”.
Venne la sera, poi venne il mattino. Primo giorno: Inter 4 Lecce 0.
Antonio disse: “vi sia una grande (s)volta, divida la massa dalle acque (torbide, del calciomercato)”. E così avvenne. Antonio fece una grande svolta e separò le acque cristalline da quelle torbide.
Secondo giorno: Cagliari 1 Inter 2. 24 ore dopo, Mauro Icardi vola a Parigi, terminando di inquinare le falde nerazzurre.
Antonio disse:
"Siano raccolte in un sol luogo
le acque che sono sotto il cielo
e appaia il concreto".
E così avvenne.
Antonio chiamò il concreto “mezzale che si inseriscono”
e chiamò le nuove acque “punta che favorisce gli inserimenti”.
E Antonio vide che era bello.
Antonio disse:
"La punta si copra di sportellate coi difensori,
produca spazi con la propria generosità
e ogni specie di sponda
con il proprio fisico!".
E così avvenne.
La punta produsse sportellate coi difensori,
ogni specie di spazio con la propria generosità
e ogni specie di sponda
con il proprio fisico.
E Antonio vide che era bello.
Venne la sera, poi venne il mattino:
Terzo giorno. Inter 1 Udinese 0. Romelu Lukaku aspetta in area di rigore il cross, e mentre combatte per la conquista del territorio, è la mezzala che colpisce di testa il gol decisivo. Stefano Sensi, mezzala, 1 metro e 68.
Antonio disse:
"Vi siano luci nella volta di San Siro
per distinguere il giorno dalla notte:
di giorno sarà l’azzurro ad abbracciare il nero
di notte sarà il rosso.
Risplendano nell’anticipo di Dazn
per far luce sulla Terra."
E così avvenne.
Antonio fece due grosse luci:
una per il primo tempo
ed una per il secondo
E poi le stelle.
Dalla volta del cielo esse rischiarano
la terra.
Antonio le mise lassù
per regolare il giorno e la notte
e separare l’Inter dal Milan.
E Antonio vide che era bello.
Venne la sera, poi venne il mattino:
quarto giorno. Milan 0 Inter 2. Due fari abbagliano il derby, uno per tempo: quello di Brozovic su deviazione della difesa del Milan e quello di Lukaku che spedisce il Diavolo all’Inferno. Sarà l’azzurro ad abbracciare il nero nell’anticipo di Dazn e quasi sicuramente, lo sarà per tutta la stagione.
Antonio disse:
“Le acque producano panchinari
che guizzano,
e sul campo e per aria volino gli esterni che subentrano”.
Antonio creò i grandi ricambi del modulo e
tutto quel che vive e guizza alla Pinetina.
E Antonio vide che era bello.
Antonio li benedisse:
“Siate produttivi, diventate numerosi
e popolate i ricambi del 3-5-2.
E anche i subentri si confermino in
pagella”.
Venne la sera, poi venne il mattino:
quinto giorno. Inter 1 Lazio 0. Segna Danilo D’Ambrosio, che nella serata dei turnover, irrompe da esterno in area di rigore con la veemenza del suo allenatore e con un terzo tempo da giocatore di NBA.
Antonio disse:
“Fatti i calciatori,
facciamo gli uomini:
siano simili a noi, siano la nostra immagine.
Domineranno sui campioni
su quelli più tecnici
su quelli meno tecnici
sulle avversità della partita
e sulle scelte arbitrali che la condizioneranno.”
Antonio creò l'uomo simile a sé,
lo creò a immagine di Antonio
forti e senza paura li creò.
Li benedisse con queste parole:
“Siate presenti in area, diventate numerosi,
popolate la metà campo.
Governatela e dominate sui mediani avversari,
sugli attaccanti più veloci
e su tutti i rivali
che si muovono sul campo”.
Antonio disse:
“Vi do una preparazione atletica indiscutibile
tutti i movimenti assimilati e ripetuti
fino alla nausea
Così avrete il vostro cibo.
Tutti i quattordici che scenderanno la domenica
tutti gli altri che non scenderanno
e tutti i tesserati
che si muoveranno tra campo e panchina
mangeranno l'erba tenera”.
E così avvenne.
E Antonio vide che tutto quel che aveva fatto
era davvero molto bello.
Venne la sera, poi venne il mattino:
sesto giorno. Sampdoria 1 Inter 3. Un primo tempo come non se ne vedeva da anni. Sampdoria dominata, sul piano tecnico e su quello fisico. Il secondo tempo è condizionato dal rosso a Sanchez, ma Antonio ricorda ai suoi calciatori che tipo di uomini siano e mantiene le distanze invariate tra lui e la squadra di Di Francesco.
E il settimo giorno? Mancano esattamente sette giorni. E sappiamo tutti quel che aspetta alla Creazione di Antonio. Lotta generazionale tra passato e presente. Tra quello che c’era prima e quello che c’era dopo le tenebre.
Sperando (per lui) che, il settimo giorno non sia proprio quello in cui si riposerà dalle fatiche sudate finora.
Nota bene: l’articolo, come sempre, non vuole mancare di rispetto a nessun individuo e a nessun orientamento religioso. Il riferimento biblico è, nella misura un po’ blasfema in cui esso è utilizzato, esclusivamente volto a sottolineare il lavoro immenso di un tecnico che ha portato in alto l’orgoglio tricolore dentro e fuori dai confini peninsulari.
Renato De Filippi
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