'Non c'era che aspettare fino all'alba

Con pazienza e rassegnazione

Avrebbero risolto tutto quanto loro

Senza fare il minimo rumore

Avevano bisogno di loro'

(Vasco Rossi)

 

Era appena entrato il nuovo decennio. Tutto era normale, tutto era consueto. Tutto era banale. Tutto era maledettamente uguale agli altri giorni. 

Quando vivi per tanto tempo in una realtà, per quanto essa sia bella, ti annoi. Ti annoi della normalità e cerchi conforto nella novità, cerchi coraggio nell’inesplorato, cerchi sostanza nell’inafferrabile. E continui ad applicare questa teoria alla pratica delle cose, continui a ripetere sistematicamente la ricerca dell’imprevedibile. Così quando gli abitanti dell’humus terrestre sentirono che la propria salute era stata sfidata dall’imprevedibile, molti di loro ci videro del positivo.

Ma andiamo per gradi.
Pochi geni dell’humus, che da questo momento in poi chiameremo per comodità Creatori, avevano sviluppato nei cento anni precedenti un modo di arricchirsi che giocava sui sentimenti dei più fragili. Avevano coltivato alla perfezione uno spazio di circa 100 metri, maniacalmente reciso da righe di colore bianco. Ci avevano buttato 22 persone speciali dentro, alcune meno speciali fuori e le persone fragili accorsero attorno.

“Fragile” dal latino fragĭlis, significa “che si rompe facilmente”. Ora immaginate, cari amici, un individuo fragile. Ci vedreste mai un uomo forte e determinato che per campare lavora 15 ore al giorno con turni di lavoro massacranti? Voi probabilmente no, io sicuramente sì. Gli uomini fragili, tornati stanchi da quell’inferno e con all’orizzonte un altro turno tra il fuoco e le fiamme della fatica, presero la sciarpa e si diressero dove c’era rumore. E dove c’erano altre sciarpe. Nacque così, cento anni prima, la storia del sistema più bello e più redditizio del mondo.

Non era poi cambiato così tanto, all’inizio del nuovo decennio. C’erano ancora le sciarpe, c’erano ancora le persone fragili. C’erano gli eredi dei Creatori. Ma c’era qualcosa che prima di allora non si era mai visto: una nuvola, di grandi dimensioni, aveva devastato gli spazi orientali. Si era abbattuta sui terreni, rovesciando grandi quantità di veleno fatale per gli abitanti del luogo. Era ormai un mese che flagellava le terre sorelle, era ormai un mese che da quelle terre non cresceva più nulla di sano. Il verde sbiadito, il bianco cancellato. 

I Creatori videro il disastro da lontano e, come tutte le cose lontane... non le videro poi così bene. Non le misero a fuoco. O forse lo fecero ma finsero di avere le lenti del cannocchiale appannate. Si fece finta di niente, se ne lavarono le mani. Paradosso della storia: se ne lavarono le mani consigliando continuamente di lavarsi le mani... ché poi alla fine sarebbe andato tutto bene. 

Poi, la nuvola fu così vicina che fu impossibile far finta di niente. Così i Creatori, che facevano ogni anno a gara per chi si arricchisse di più, decisero che era ora di prendere in mano la situazione. Taluni consigliarono di abbandonare gli spazi recintati per evitare di appassire insieme ad essi, altri accusarono questi di aver proposto ciò per trarre un vantaggio nella politica di arricchimento. Il giudice della diatriba disse dunque che si sarebbe dovuto aspettare, per evitare di essere messo in cattiva luce da uno dei Creatori. E nel frattempo le persone fragili videro le loro 15 ore di lavoro giornaliere andare in fumo, come le fiamme dell’inferno che le avvolgevano ogni giorno. E quindi sopraggiunse la paura. 

Si cercò quindi di “circoscrivere” la nuvola, di limitarne la forza distruttiva. Si disse che bisognava evitare gli assembramenti ma che sarebbe stato impossibile evitare di assembrare tutta quella fragilità: si propose di rendere accessibile a tutti lo spazio aperto, da lontano e in tutta sicurezza. Seguirono ulteriori proposte, litigate, controproposte e controlitigate senza arrivare mai ad una conclusione. E come se tutto ciò non fosse abbastanza kafkiano, in una mattinata assolata quanto desolata, i 22 speciali vennero bloccati un istante prima di mettere piede nello spazio, solo per... avere un altro po’ di tempo per litigare.

Negli spazi recintati la situazione non andò meglio. Per un po’ i 22 speciali corsero alla vista dell'occhio vigile di quelli meno speciali e delle persone fragili. Poi fu proibito alle persone fragili di partecipare alla festa. Poi quelli speciali proseguirono nella lotta nello spazio, ma con il volto coperto per evitare di respirare i fumi tossici della nuvola sopra di loro. Ma fu decisamente lapalissiano coprirsi il volto quando poi si prendevano & si davano botte, respiri e sospiri reciproci.

E per finire, quando ai più fragili (e al contempo meno fortunati, ndr) fu detto che la situazione era insostenibile, fu chiesto loro di evitare pure le 15 ore di inferno, se possibile.

“Restate a casa, che è meglio.” “La sicurezza prima di tutto.”

Con un ritardo di due mesi, 10.149 ‘feriti’ e 631 morti. Si poteva fare qualcosa di più.
Prima. Un mese per spannare il cannocchiale, un altro mese per avere il coraggio di guardare in cielo.

Lenti, maliziosi, opportunisti. Viene il dubbio che, magari poi, tanto più speciali delle persone fragili... questi signori non lo sono affatto. 

Viene il dubbio che, magari poi, la noia della consuetudine non era così male.