Domenica pomeriggio, per Don Marco è l'ora di sostituire la tonaca con la tuta da allenatore.
Fra poco la squadra di calcio della parrocchia scenderà in campo.

Lui è un giovane parroco, da poco trasferito da una piccola parrocchia nelle campagne vicino Genova ad una delle due grandi parrocchie della città di Milano.

"Purtroppo siamo in punizione, i due arcivescovi che mi hanno preceduto hanno gestito molto male i fondi della Diocesi e l'Organo di Controllo che coordina su tutti noi ci ha imposto di limitare le spese, anche se il nostro sponsor è in realtà molto ricco. Per cui non possiamo farti una squadra forte come l'altra parrocchia cittadina, la parrocchia principale di Torino e la parrocchia di Napoli. Ti dovrai un po' arrangiare". Queste le parole dell'arcivescovo Cardinale Ivan al momento del suo arrivo.

"Ma noi abbiamo fiducia in te, sei giovane, ambizioso, hai delle idee innovative e nella tua vecchia parrocchia di Genova hai fatto un bel lavoro. E poi con i ragazzini ci si fare, li fai divertire. I genitori sono contenti e si divertono anche loro!" Queste invece le parole dei due vescovi coadiutori Monsignor Paolo, veterano della Diocesi ed amatissimo dai parrocchiani, e Monsignor Zvonimir, di origini croate.

Ma ecco che sono già arrivati i miei ragazzi. Sono tutti lì nello spogliatoio che si stanno cambiando. Pronti e concentrati.

Ecco ve li presento.

In porta il titolare è Gianluigi detto Gigio. È uno dei più piccolini, anche se già alto e forte com'è sembra più grande della sua età, ma ormai è in squadra da un po' di tempo. Origini napoletane e talento precoce, tante volte ha salvato la squadra con le sue parate. Purtroppo però siccome i suoi genitori lavorano molto hanno incaricato di occuparsi di lui uno zio, tale Carmine detto Mino.
Lo zio Mino
è una figura particolare, abbastanza ingombrante ed un po' prepotente. Due anni fa ha preteso che fosse inserito in squadra,  il fratello maggiore di Gigio, Antonio, un ragazzino già grandicello, di certo non un'aquila e abbastanza mediocre in porta. Antonio è il terzo portiere e di fatto si limita ad accompagnare il fratello minore. L'inconveniente principale però è che al momento di distribuire la merenda i due fratelli la fanno da padrone pretendendo una porzione maggiore rispetto ai compagni e talvolta li ho visti sottrarre di nascosto una porzione extra di merenda da portare a casa, per lo zio. Ho subito informato di ciò i due vescovi coadiutori che però, per ora, hanno deciso di far finta di niente.

Il secondo portiere è Jose Manuel noto Pepe. È un ragazzo già piuttosto grande. In teoria troppo grande per la squadra. È spagnolo, figlio di un dirigente di una multinazionale. In passato ha giocato per la squadra della multinazionale. È stato anche convocato per  la rappresentativa dei ragazzi più bravi provenienti dalle parrocchie di tutta la Spagna. Purtroppo non era il titolare perché come portiere c'era già un ragazzo straordinario di nome Iker. Molto maturo, serio, posato e carismatico, siccome accetta serenamente la panchina e' stato accolto volentieri anche se fuori quota e svolge una sorta di ruolo da fratello maggiore dei compagni più piccoli. Pero quanto mangia! Anche per lui porzione piuttosto abbondante di merenda.

I due terzini destri sono Davide ed Andrea.
Davide è li da sempre. È il classico bravo ragazzo, magari non talentuosissimo ma che fa il suo con grande impegno. Andrea è arrivato un paio di anno fa, ai tempi del precedente arcivescovo, che ha fatto carte false per averlo in squadra. Grande talento però purtroppo molto delicatino di salute, decisamente troppo.

Al centro ci sono Alessio, uno dei migliori della formazione, di cui nonostante la giovane età e' già il capitano, e Mateo, un ragazzo argentino, irruento in campo quanto tranquillo e benvoluto dai compagni fuori. Poi c'e' Mattia, arrivato l'anno scorso dalla squadra della parrocchia di Torino al posto di Leonardo, un ragazzo spocchioso, arrogante ed un po' bulletto che abbiamo dovuto rimandare indietro perché ci ha creato un po' di problemi. Sarebbe bravo però sembra fatto in cristallo di Boemia da quanto è fragile. Qualche giorno fa è arrivato dal Brasile Leo, nipote di un sacerdote brasiliano amico di Monsignor Paolo. Ancora non si è avuto modo di conoscerlo bene perché è molto timido.

A sinistra fino all'anno scorso il titolare era Ricardo, svizzero ma di origini sudamericane, pupillo dell'ex vescovo coadiutore Monsignor Massimiliano. Era considerato molto bravo ma ha un po' deluso così su iniziativa di Monsignor Paolo è arrivato Theo. Metà spagnolo e metà francese, gamba e carattere frizzantini anche se per ora per fortuna di frizzantino ha fatto vedere solo la gamba. Peccato per la bua al ginocchio in allenamento.

Al centro sono in tanti.
Lucas, argentino, un ragazzo già grandicello, a modo, forse con modi un po' troppo d'altri tempi. Serio e compassato, un po' troppo a volte, si diceva che potesse lasciare la squadra per la difficoltà a conciliare gli allenamenti con il liceo, ma alla fine invece è rimasto.
Ismael è algerino. Per farlo giocare si è dovuto fare uno strappo alla regola perché è mussulmano. Ma ne valeva la pena perché con la squadra dei ragazzi della Moschea faceva veramente il vuoto. In fondo il calcio non ha religione. L'unico inconveniente è niente prosciutto per merenda.
Franck è africano, più precisamente della Costa d'Avorio. Grande e grosso e con due polmoni che sembrano non finire più, a volte è pasticcione in campo ed irruento fuori. Si infervora facilmente ed anche se altrettanto facilmente sbollisce la rabbia per colpa del suo carattere lanno scorso si è cacciato un paio di volte nei guai. Prima un'accesa discussione con un avversario, un ragazzo di una delle due parrocchie di Roma che a volte se la tira veramente troppo, forse anche perché diversi anni fa e' miracolosamente guarito da una brutta malattia. Poi durante il derby con la squadra dell'altra parrocchia della città e' venuto alle mani con Lucas, davanti a tutti i genitori ed i parrocchiani. L'ex parroco Don Rino, un calabrese dai modi spicci, lo ha messo per un po' di tempo in punizione e si pensava potesse andarsene. La squadra di un ricco college inglese, ma gestito da dei frati portoghesi, gli aveva offerto un posto ed una bella borsa di studio. Ma io l'ho convinto a rimanere.
Non si puo' avere una squadra solo di signorini.
Poi c'è Jack. È  uno dei veterani della squadra e fino all'anno scorso uno dei migliori. È un ragazzo molto elegante, serio e bravo anche a scuola, peccato che all'inizio dell'anno scorso si sia fatto male durante una lezione di educazione fisica. Ora dovrebbe essere di nuovo in forma. Il suo unico difetto è che è anche lui nipote del famoso Mino, seppur acquisto. 
Poi c'è Hakan, lui è turco, ha un talento enorme ma non si applica. Spesso è svogliato. Si vanta sempre di essere discendente di non so che Sultano ottomano ma il realtà la sua famiglia gestisce un ristorante etnico in Germania. Infine l'altro Lucas, quello brasiliano. Un vero peperino, vivacissimo, non sta mai fermo. Ha un talento enorme ma che fatica fargli capire che le energie vanno dosate e canalizzate sulle priorità in maniera razionale.

Davanti la stella è Kris, un ragazzone polacco, decisamente alto per la sua età. Di poche parole e con lo sguardo da duro ancora non sono riuscito ad entrare in empatia con lui. L'anno segnava caterve di gol, quest'anno si è un po' bloccato, speriamo non pensino sia per colpa mia. Poi c'è Jesus. Lui è il mio cocco ed il mio chierichetto, del resto con un nome del genere... all'inizio non mi convinceva, pensavo fosse un furbetto che riesce a farsi voler bene dai cardinali e dai parroci pur senza particolari meriti. La sua famiglia poi è particolarmente attiva in parrocchia, forse un filino troppo. Poi mi sono dovuto ricredere, lui è davvero speciale e la squadra deve giocare per lui, anche a costo di sacrificare gli altri. Peccato che molti genitori e parrocchiani non siano d'accordo con me.
Fabio è il classico ragazzo con pochi mezzi che lavora il doppio degli altri in silenzio. E poi è una specie di jolly perché pur di giocare accetta qualsiasi ruolo.
Poi c'è Samu. È abbastanza pasticcione e non particolarmente dotato ma è buono, tranquillo, rispettoso e talvolta sostituisce Jesus come chierichetto. Da una parrocchia francese con cui ci ha organizzato un gemellaggio lo sponsor quest'anno è arrivato Rafael. È nato in Portogallo ma i suoi genitori sono originari dell'Angola ed è figlioccio di Jorge, zio di André, un nostro ex giocatore ed ingegnere direttore dei lavori di restauro della parrocchia. Un tipo elegantissimo, abbastanza arrogante, di cui si dice che abbia agganci addirittura in Vaticano. Rafael è una sorta di gigante gentile ma con una falcata da gazzella. Non mi convince molto ma vedremo più avanti di provarlo.
Purtroppo ci ha salutato Patrick, uno dei beniamini della squadra. I suoi genitori si sono separati ed il nuovo compagno della madre, su consiglio di Jorge, ha deciso di trasferirlo nel raffinato collegio inglese dei frati portoghesi così può giocare e studiare e non gli è d'impiccio. Stiamo ancora aspettando Ante, un ragazzo croato figlio di amici di Monsignor Zvone. Era stato mandato in un severo collegio tedesco dopo che nella parrocchia di Firenze si era fatto notare in negativo per atti di bullismo nei confronti dei compagni. Ma la cura dei severi preti tedeschi pare abbia funzionato ed ora è un ragazzo nuovo. Per fortuna siamo riusciti a convincere Jorge a mandare nel collegio tedesco suo nipote André, un ragazzo talmente viziato che qui non sopportava nessuno. Purtroppo non è voluto andare nella squadra della parrocchia ortodossa di Montecarlo, dove il prete è talmente moderno che ogni tanto porta persino i ragazzi al casino'. Ed i famosi frati portoghesi, nonostante siano amici di suo zio non hanno voluto dargli la borsa di studio ed erano disposti ad accettarlo solo come pensionate pagante.

Ma ora bando alle ciance e forza ragazzi tutti in campo che comincia la partita!

Riusciranno i ragazzi di Don Marco a qualificarsi per il "Torneo Interparrocciale Internazionale"?
Quello che raccoglie le migliori squadre delle parrocchie di tutta Europa e che molti chiamano col nome di Champions League?